"Israele continuerà la guerra fino a quando non raggiungerà tutti gli obiettivi, che sono l'eliminazione di Hamas, il ritorno di tutti gli ostaggi e la promessa che Gaza non rappresenterà più una minaccia per il paese". Lo ha detto il premier israeliano nel corso di una conferenza stampa in coincidenza con il 100esimo giorno dall'attacco di Hamas a Israele. Tel Aviv ha informato il Cairo che sta programmando il lancio di un'operazione militare per prendere il controllo della frontiera tra Gaza e l'Egitto
Hamas, bilancio delle vittime a Gaza sale a 23.843 morti
Il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato che 23.843 persone sono state uccise nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra. Hamas ha riferito anche di 60.317 feriti, mentre migliaia di persone sono ritenute ancora disperse. Secondo la stessa fonte, la maggior parte delle vittime sono donne, adolescenti e bambini.
Idf, "colpite 3 cellule terroristiche in Libano, sventato attacco anti Israele"
Le Forze di difesa israeliana (Idf) hanno riferito di aver colpito tre cellule terroristiche nel sud del Libano e di aver così sventato un attacco che stavano mettendo a punto contro il nord di Israele. Un elicottero militare, ha precisato l'Idf, ha colpito due cellule terroristiche a Marwahin, mentre le forze speciali hanno preso di mira una squadra impegnata nel lancio di missili a Yaroun.
Bremmer: "Così si rischia un conflitto con l'Iran"
"L'operazione in Yemen ha efficacia assai limitata e accelera il rischio di un contagio del conflitto nella regione e non solo". E' lapidario Ian Bremmer, fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici, in un'intervista su La Stampa. Per Bremmer, "è impossibile contenere la guerra al territorio di Gaza, ci sono diversi segnali che dimostrano come le spinte centrifughe siano forti e multidirezionali. Gli Houthi in Yemen, Hezbollah in Libano e le formazioni sciite in Iraq e Siria". Poi aggiunge: "Più vanno avanti azioni del genere, più accelera l'escalation e le probabilità che si finisca per avere un confronto diretto tra Israele e Stati Uniti da una parte e Iran dall'altra. Se Teheran entra direttamente nel conflitto - dice - il prezzo del petrolio rischia di balzare a 150 dollari al barile, ne conseguirà una recessione globale e Trump vincerà le elezioni a mani basse".
Bremmer: "Così si rischia un conflitto con l'Iran"
"L'operazione in Yemen ha efficacia assai limitata e accelera il rischio di un contagio del conflitto nella regione e non solo". E' lapidario Ian Bremmer, fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici, in un'intervista su La Stampa. Per Bremmer, "è impossibile contenere la guerra al territorio di Gaza, ci sono diversi segnali che dimostrano come le spinte centrifughe siano forti e multidirezionali. Gli Houthi in Yemen, Hezbollah in Libano e le formazioni sciite in Iraq e Siria". Poi aggiunge: "Più vanno avanti azioni del genere, più accelera l'escalation e le probabilità che si finisca per avere un confronto diretto tra Israele e Stati Uniti da una parte e Iran dall'altra. Se Teheran entra direttamente nel conflitto - dice - il prezzo del petrolio rischia di balzare a 150 dollari al barile, ne conseguirà una recessione globale e Trump vincerà le elezioni a mani basse".
Petraeus: "Rischi escalation non solo nel Mar Rosso, ma anche Libano, Iraq e Siria"
"Penso che i rischi di escalation siano già sostanziali, ma dipendono più che altro da azioni specifiche e valutazioni in quelle aree anziché da quello che sta avvenendo nel Mar Rosso. Continuo a dubitare che l’Hezbollah libanese voglia provocare una azione più ampia da parte di Israele, dopo il modo in cui è stata martellata nel 2006. Ma il potenziale per l’escalation c’è, come pure in Iraq e in Siria". E' quanto afferma il generale David Petraeus in un'intervista al Corriere della Sera in cui afferma che "difficile" dire in questo momento se i raid Usa e degli alleati contro gli Houthi in Yemen potranno allargare il conflitto.
Keret: "A Gaza non è genocidio ma neanche crimini Hamas lo sono"
"Il processo dell'Aia è la rappresentazione dell'incomunicabilità di cui è oggi affetto il mondo, due parti contrapposte che raccontano due storie diverse per un pubblico che guarda due film paralleli". A dirlo lo scrittore israeliano Etgar Keret, intervistato dalla Stampa. "Ci sono cose intollerabili nel modo in cui Israele combatte la guerra - sottolinea - e ce ne sono altrettante nel comportamento di Hamas prima e dopo il 7 ottobre, ma parlare di genocidio è estremo. La realtà non è fiction". Parlando del processo all'Aja sostiene: "Assistiamo all'arringa di due propagande emozionali che in simultanea evocano il genocidio. Ma il genocidio è il tentativo di sterminare un'intera popolazione e io credo che il massacro del 7 ottobre non lo sia, sebbene quel giorno gli uomini di Hamas volessero uccidere tutti gli israeliani sulla loro strada. Così come non è genocidio rispondere a un'aggressione feroce bombardando Gaza fino a evacuare tutta la popolazione".
Wafa, "20 morti in raid Israele a Daraj a Gaza City"
Squadre della protezione civile "hanno recuperato corpi di 20 martiri, tra cui bambini e donne, all'alba di oggi, dopo che l'occupazione ha bombardato una casa nel quartiere di Daraj nella città di Gaza". Lo ha riferito un corrispondente dell'agenzia palestinese Wafa nella Striscia.
Usa, nuovo raid contro Houthi per riportare stabilità nel Mar Rosso
Il nuovo raid compiuto dagli Stati Uniti contro i miliziani sciiti Houthi ha come obiettivo quello di ''riportare la stabilità nel Mar Rosso''. Lo ha spiegato l'ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, affermando la necessità di ''ristabilire i principi fondamentali della libertà di navigazione''. Thomas-Greenfield ha aggiunti che gli Stati Uniti non desiderano vedere ulteriori conflitti nella regione, ma ha ribadito che ''gli attacchi a qualsiasi nave nel Mar Rosso, indipendentemente dall'origine o dalla proprietà, sono del tutto inaccettabili''.
Iran, "stop raid su Gaza per fine guerra e no attacchi a Houthi"
Per mettere fine al conflitto in corso tra Israele e Hamas bisognerebbe fermare i raid aerei sulla Striscia di Gaza e non iniziare ad attaccare i miliziani sciiti Houthi. Lo ha scritto in un tweet il ministro degli Esteri dell'Iran Hossein Amirabdollahian. "La mossa dello Yemen per sostenere le donne e i bambini a Gaza e contrastare il genocidio del regime israeliano è encomiabile", ha detto Amirabdollahian, aggiungendo che ''Sana'a è completamente impegnata nella sicurezza marittima''. Il capo della diplomazia iraniana ha aggiunto che ''piuttosto che attaccare lo Yemen, la Casa Bianca dovrebbe immediatamente interrompere il suo totale sostegno militare e di sicurezza a Tel Aviv contro la popolazione di Gaza e della Cisgiordania, affinché la sicurezza ritorni nell'intera regione".
Israele escluso da Mondiali hockey per motivi sicurezza
Tutte le squadre nazionali di hockey su ghiaccio di Israele sono per il momento sospese dalle competizioni internazionali, quindi Campionati mondiali, al fine di "proteggere la sicurezza di tutti i partecipanti, compresi i giocatori israeliani". La decisione è stata presa dal consiglio della Federazione internazionale di hockey (Iihf) a seguito della guerra in atto a Gaza. Il provvedimento ha effetto immediato. La squadra nazionale israeliana è stata esclusa dal Mondiale under 20 di III.Divisionegruppo B che scatterà il 22 gennaio a Sofia dopo che inizialmente era previsto in Israele. Il consiglio ha precisato che la decisione è stata "presa dopo un confronto con il Paese ospitante (Bulgaria, ndr) e le altre Nazioni partecipanti e non è una sanzione contro la Federazione israeliana e non pregiudica lo status".
Petraeus: "Se gli Houthi reagiscono vedremo nuovi attacchi"
"Gli Houthi hanno già detto che risponderanno, è probabile che vedremo nuovi attacchi da parte loro. Ma non sappiamo ancora l'entità dei danni inflitti al loro arsenale di missili e droni". A dirlo, in un'intervista al Corriere della Sera, il generale americano David Petraeus. Che aggiunge: "Non c'è bisogno di dire che, se dovessero attaccare di nuovo, possono aspettarsi ulteriori attacchi dalla coalizione a guida americana". Quanto al rischio di una escalation afferma: "Penso che i rischi di escalation siano già sostanziali, ma dipendono più che altro da azioni specifiche e valutazioni in quelle aree anziché da quello che sta avvenendo nel Mar Rosso. Continuo a dubitare che l'Hezbollah libanese voglia provocare una azione più ampia da parte di Israele, dopo il modo in cui è stata martellata nel 2006. Ma il potenziale per l'escalation c'è, come pure in Iraq e in Siria".
La Cia raccoglie informazioni sui leader di Hamas a Gaza
La Cia sta raccogliendo informazioni sui leader di Hamas a Gaza e sulla localizzazione degli ostaggi israeliani nella Striscia. Lo hanno detto funzionari Usa al New York Times (Nyt) ripreso dai media israeliani. Le informazioni - che sono condivise con Israele - non riguardano tuttavia miliziani di medio e basso livello ma solo i leader dell'organizzazione. Gli Usa ritengono infatti che le figure di quel tipo sono facilmente sostituibili sul campo e che colpirli mette a rischio la popolazione civile.
Israele, scoperto sistema di tunnel nella Striscia di Gaza vicino al valico di Erez
La rete di gallerie, che è stata utilizzata nell'attacco del 7 ottobre, è dotata di impianti elettrici, fognari e porte blindate. “Si divide in vari rami con un'estensione di oltre 4 chilometri, arriva a soli 400 metri dal valico, con una profondità di 50 metri sottoterra", ha fatto sapere l'esercito israeliano. LE IMMAGINI
Israele-Hamas, da Gaza al ruolo degli Usa: la strategia di Netanyahu per il dopoguerra
Mentre nella Striscia si continua a combattere, il premier israeliano pensa già alla tattica da adottare successivamente al conflitto. Già convocato un team ristretto con uomini dello Stato ebraico e del Mossad e previsti colloqui con Stati Uniti, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. LEGGI
Yemen, chi sono gli Houthi e cosa hanno a che fare con la guerra Israele-Hamas
Sciiti di stampo zaydita, controllano ormai da anni la capitale yemenita Sana'a. Dietro di loro c'è l'Iran, alleato ideologico, religioso e militare. In queste settimane il Pentagono ha detto di aver intercettato missili e droni lanciati dagli Houthi e "potenzialmente indirizzati verso obiettivi in Israele". L'11 dicembre una petroliera norvegese nel Mar Rosso è stata colpita da un missile houthi. L'APPROFONDIMENTO
Medioriente, raid Israele su casa a Gaza City almeno 20 morti
È di almeno venti morti il bilancio del raid aereo israeliano che ha colpito all'alba un'abitazione a Gaza City, nel quartiere di Al-Daraj. Lo riferisce l'equivalente della protezione civile palestinese.