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Elezioni in Serbia, le opposizioni sfidano il grande favorito: il partito di Vučić

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Oltre 6 milioni di persone sono chiamate alle urne il 17 dicembre per decidere chi ricoprirà i 250 seggi di cui si compone il Parlamento unicamerale del Paese. Le operazioni di voto si terranno dalle 7 alle 20, sia in Serbia che all’estero negli Stati con lo stesso fuso orario. In Usa, Canada, Gran Bretagna e Portogallo, i serbi residenti voteranno il 16 dicembre dalle 7 alle 20 ora locale

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Tutto pronto in Serbia per le elezioni parlamentari anticipate del 17 dicembre. Gli aventi diritto al voto sono 6.500.165, che potranno scegliere tra 18 liste di partiti e movimenti, per un totale di 2.817 candidati a ricoprire i 250 seggi di cui si compone il Parlamento unicamerale del Paese. Grande favorito è il Partito del progresso serbo (Sns, conservatore) del presidente Aleksandar Vučić. Si vota anche per le Amministrative nella capitale Belgrado e in altri 65 comuni.

I sondaggi

In campagna elettorale tutti i partiti si sono impegnati al massimo per ottenere consenso e, secondo i media, l'obiettivo è stato non solo preservare il serbatoio di elettori fedeli, ma conquistare i tanti indecisi, che sarebbero almeno 400 mila. Grande favorito delle elezioni resta il Partito del progresso serbo (Sns, conservatore) del presidente Aleksandar Vučić, dato a percentuali intorno ma anche oltre il 40%, seguito a grande distanza da forze di opposizione, sia di destra che di sinistra, che insieme non supererebbero il 15%, e dal Partito socialista serbo (Sps) del ministro degli esteri Ivica Dacic, al quale i sondaggi attribuiscono circa il 10%. La soglia di sbarramento è al 3%.

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Le elezioni de 17 dicembre

Il 17 dicembre la Serbia va alle elezioni politiche generali con un sistema proporzionale per eleggere i rappresentanti di una sola Camera. In corsa ci sono tre grandi blocchi. Il blocco uscente, attualmente al Governo, è quello che fa capo direttamente al Presidente della Repubblica Aleksandar Vučić (leader del Partito Progressista serbo). Si tratta di un partito nazional-conservatore nato nell’ottobre del 2008 ad opera di Tomislav Nikolić, dopo la scissione del Partito Radicale Serbo. Poi c’è il Partito popolare serbo, anche questo di orientamento nazional-conservatore, fondato nel 2014 in seguito ad una scissione dal Partito Democratico di Serbia. L’estrema destra rappresenta il terzo blocco con posizioni euroscettiche e filorusse.

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Il voto all’estero

I serbi residenti all'estero che si sono registrati per votare sono poco più di 32 mila: potranno esprimere la propria preferenza in 35 Paesi per un totale di 81 seggi, la maggioranza dei quali saranno allestiti in Bosnia-Erzegovina (19), Germania (6), Italia (5), Austria (5). I serbi in Italia potranno votare a Roma, Milano, Trieste, Vicenza e Valdagno. Le operazioni di voto si terranno dalle 7 alle 20, sia in Serbia che all'estero (dove l'ora è la stessa che in Italia), mentre negli Usa, in Canada, in Gran Bretagna e Portogallo, a causa della differenza di fuso orario, i serbi residenti voteranno il giorno prima, il 16 dicembre, dalle 7 alle 20 locali. Le schede del voto all'estero saranno scrutinate unitamente a quelle della Serbia e degli altri Paesi. I serbi del Kosovo, a causa del no della dirigenza di Pristina ad allestire seggi sul territorio del Paese, potranno votare in quattro località del sud della Serbia non lontano dal confine kosovaro.

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Le elezioni anticipate e i risultati delle precedenti elezioni

Il presidente Aleksandar Vučić a inizio novembre ha sciolto il Parlamento a meno di due anni dalle ultime elezioni, vinte dal suo partito, il Partito Progressista serbo che governa il Paese dal 2012. La decisione di Vučić arriva dopo mesi di proteste e manifestazioni contro il governo e il presidente, iniziate a maggio in seguito a un attacco armato contro una scuola. Ma il nodo resta la questione delle dispute territoriali con il Kosovo, Paese che non ha mai riconosciuto ufficialmente dopo la proclamazione d’indipendenza dallo Stato serbo del 2008. Secondo molti osservatori la scelta di sciogliere il parlamento sarebbe anche un tentativo di Vučić di prendere tempo in un periodo in cui le tensioni sono tornate a essere elevate e le pressioni per un riconoscimento da parte dell’Europa consistenti.

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Chi è Vučić

Aleksandar Vučić ha 53 anni, un passato da nazionalista radicale e domina la politica serba da circa un decennio. È stato ministro durante l’amministrazione di Slobodan Milošević, quest’ultimo accusato di crimini contro l’umanità e pulizia etnica. Nel 2014 era diventato primo ministro e dal 2017 è il presidente del Paese. Nel 2022 è stato rieletto con ampio margine. Anche se il presidente in Serbia ha poteri soprattutto formali, in questi anni Vučić è riuscito a consolidare enormemente il controllo esercitato dal proprio partito sulla politica e sulla società serba favorendo l’ascesa di persone a lui vicine nelle tv e nei giornali sia pubblici che privati. Dalle opposizioni è accusato di limitare la libertà di pensiero e adottare un potere autoritario.

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