
Lunedì 29 maggio 11 militari italiani appartenenti agli Alpini sono rimasti feriti in alcuni scontri con manifestanti serbi. Tutti fanno parte della Kfor, la forza militare internazionale di oaceguidata dall’Alleanza atlantica. Arrivata nel giugno 1999, quando il Paese era sotto protettorato Onu, non è più andata via

Sono circa 24 anni che le forze Nato sono stanziate sul territorio del Kosovo. Era il 12 giugno 1999 quando, su mandato dell’Onu, su uno dei territori europei più a rischio per le mai risolte tensioni interne iniziava a operare la Kfor (Kosovo Force), forza militare internazionale guidata dall’Alleanza atlantica con il compito di mantenere pace e ordine nel Paese. Proprio alla Kfor appartenevano gli 11 militari italiani rimasti feriti negli scontri con la minoranza serba in Kosovo del Nord di lunedì 29 maggio (in foto)
Kosovo del Nord, cosa sta succedendo tra la popolazione serba e le truppe NatoIl primo ingresso delle truppe Nato in Kosovo fu motivato dalla grave crisi umanitaria che il territorio stava vivendo verso la fine del secolo scorso, quando tutti i giorni i militari della Repubblica Federale di Jugoslavia si scontravano con l’UCK, l’Esercito di liberazione del Kosovo. Le tensioni alla base di quella crisi erano le stesse che preoccupano ancora oggi: la contrapposizione tra la popolazione di etnia serba e quella di etnia albanese. In foto: autocarri Kfor si dirigono in Kosovo, 12 giugno 1999
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie dal mondoParallelamente all’istituzione della Kfor, il Kosovo nel 1999 passò sotto il protettorato internazionale delle Nazioni Unite. Ci furono anni di relativa tregua, anche se episodi di violenza etnica continuarono a verificarsi. In sede Nato, la missione fu denominata Operazione Joint Guardian e, dalla fine del 2004, ha preso il nome di Operazione Joint Enterprise. In foto: un soldato Kfor italiano, Djakovica, 9 luglio 1999
Kosovo, la Serbia invia esercito al confine dopo le nuove protesteTecnicamente, il Kosovo fu considerato provincia serba fino al 2008, quando si dichiarò unilateralmente indipendente, senza che Belgrado e buona parte della comunità internazionale riconoscessero mai la legittimità di questa mossa. In foto: militari Kfor pattugliano le strade di Mitrovica durante una manifestazione dei serbi contro l'indipendenza del Kosovo, 17 febbraio 2008
Il Kosovo e i suoi 15 anni di difficile indipendenzaProprio in relazione alla dichiarazione d’indipendenza, nel 2008 la presenza della Kfor fu incrementata. Come spiega il sito del ministero della Difesa, dal primo marzo 2011 all’agosto 2019 Kfor ha schierato in Kosovo “due Multinational Battle Group (di cui uno a comando italiano), un Reggimento Carabinieri MSU (composto esclusivamente da militari dell'Arma dei Carabinieri), un Reggimento con funzioni di Riserva Tattica (multinazionale), tre unità multinazionali Joint Regional Detachment (JRDs) di cui uno a leadership italiana”. In foto, carri armati Kfor nel 2013
All'operazione Joint Enterprise in Kosovo al momento partecipano in tutto 28 Paesi, di cui 20 appartenenti alla NATO e 8 partner, con un impegno complessivo di forze che oggi ammonta a circa 3800 unità. In foto: un'esercitazione Kfor in Kosovo, 5 settembre 2021

LA PRESENZA ITALIANA - Il ministero della Difesa riporta che "la consistenza massima annuale autorizzata dall’Italia per il contingente nazionale impiegato nella missione è di 852 militari, 137 mezzi terrestri e 1 mezzo aereo". Dal 10 ottobre 2022, il Generale di Divisione Angelo Michele Ristuccia è diventato il 13° Comandante Italiano alla guida della missione. In foto: Ristuccia con il capo della Farnesina Antonio Tajani, 22 novembre 2022

Il contingente italiano svolge diverse mansioni in Kosovo. Parte del personale è ad esempio dislocata presso il Comando NATO a Pristina, il Quartier Generale di Kfor. Qui, operano circa 90 militari appartenenti alle tre Forze Armate e all'Arma dei Carabinieri. In foto: membri italiani Kfor

C’è poi un’unità a livello di Reggimento (Regional Command West/RC-WEST), dislocato nei pressi della città di Pec. Il nucleo principale è formato dal Nono Reggimento Alpini della Brigata Alpina “Taurinense” insieme a militari di Albania, Austria, Croazia, Macedonia del Nord, Moldavia, Polonia, Svizzera e Turchia. Sono proprio gli appartenenti agli Alpini a essere rimasti feriti negli scontri del 29 maggio. L'RC-WEST è comandato dal Colonnello dell’Esercito Mario Bozzi

E ancora, c’è un battaglione multinazionale di ricerca informativa – l'Intelligence, Surveillance and Reconnaissance Multinational Battalion - costituito dal 1°giugno 2016 e alle dipendenze di KFOR; un LMT a leadership italiana, inquadrato nel Regional Command East a guida Stati Uniti d'America, che opera nella municipalità della capitale Pristina; un reggimento Carabinieri denominato Multinational Specialized Unit (MSU-Unità Multinazionale Specializzata) situato nella città di Pristina e comandato dal Colonnello dell'Arma dei Carabinieri Ruggiero Capodivento
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