Nord del Kosovo, Sky TG24 nelle miniere contese con la Serbia: il reportage

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Jacopo Arbarello

Per cercare di capire le origini economiche delle tensioni tra serbi e kosovari siamo andati alla ricerca delle risorse di questo fazzoletto di terra conteso tra i due Stati

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Il Nord del Kosovo teatro delle tensioni tra serbi e kosovari è una ricca regione mineraria. Per cercare di capire le origini economiche di queste tensioni siamo andati alla ricerca delle risorse di  questo fazzoletto di terra conteso tra due stati, Serbia e Kosovo. 
Le miniere Trepca, alle porte di Mitrovica, una volta erano le terze miniere più grandi d’Europa. Qui si estraggono piombo, zinco, oro e argento, oltre a una miriade di altri minerali presenti in minore quantità. Prima della guerra gli impiegati erano oltre 10 mila, ora non ne rimangono che 1.300. Le miniere sono largamente sottoutilizzate, ma una volta contribuivano al 70% della produzione mineraria della Jugoslavia e all’80% della ricchezza del Kosovo. 
Il direttore della miniera ci racconta dei 280 chilometri di gallerie delle miniere e di come servano investimenti enormi per metterle al passo con i tempi e sfruttarle a pieno. Investimenti che probabilmente non sono a disposizione né del governo di Pristina, che adesso le controlla, né di quello di Belgrado, che le controllava fino alla guerra. 

Ma scendere nelle viscere della montagna dà la misura di quello che ci viene raccontato. Un ascensore ci porta in pochi minuti a 750 metri nel sottosuolo, al 10 dei 12 piani della miniera. Quelli attualmente sfruttati sono i più profondi, e qui le condizioni di lavoro sono estreme. I macchinari sono obsoleti, i camion ormai vecchi si rompono facilmente, e soprattutto, una volta estratto, il materiale non può essere fuso. Questo perché la fabbrica della fusione è in un’area in mano ai serbi e attualmente non è in funzione. Solo che vendere il materiale grezzo, per il governo del Kosovo, è molto meno conveniente rispetto alla vendita del prodotto finito.  Un vero peccato, perché qui le risorse sotterranee sono immense, decine di milioni di tonnellate di riserve. Quanto basterebbe per far contenti tutti, serbi e albanesi. E invece il controllo di queste risorse minerarie si aggiunge ai tanti motivi di tensione e di rivalità tra kosovari serbi e kosovari albanesi nel nord del paese.  

lavoratori  miniera kosovo

Il nord del Kosovo è una piccola area geografica ricca di acqua che ha per città principale Mitrovica, una città che è letteralmente divisa in due tra il sud albanese e il nord serbo. Da una parte all’altra del fiume Ibar tutto cambia. La lingua, il sistema scolastico e sanitario, le targhe, la valuta, da una parte l’euro dall’altra il dinaro serbo. Un piccolo stato “serbo” dentro lo Stato kosovaro, che già è uno stato sui generis visto che è sotto il protettorato Onu, è riconosciuto solo dalla metà dei paesi delle Nazioni Unite e soprattutto non dalla Serbia, che lo considera ancora come una sua provincia, tanto da emettere ancora targhe serbe per il Nord del Kosovo e da pagare insegnanti e personale degli ospedali. La tensione nel nord di Mitrovica è palpabile, così come nel resto delle municipalità a maggioranza serba nel nord del paese.  

In tutto questo i lavoratori della miniera continuano a svolgere il loro lavoro quotidiano in uno scenario da prima rivoluzione industriale, con gli stivali immersi in un’acqua termale che esce a 50 gradi centigradi in profondità ma non viene utilizzata e alle prese con enormi ricchezze di cui riescono a sfruttare solo il 30 per cento. Le scorie della guerra del 1999 in cui morirono 13 mila kosovari e le continue tensioni interetniche e ideologiche tra servi e albanesi finiscono dunque con il nuocere non solo alla tranquillità della vita quotidiana degli abitanti ma anche alle risorse economiche su cui potrebbero contare. E di certo, se quest’area fosse più ricca sarebbe più facile mettere d’accordo le parti, che già hanno tanti motivi di divisione. 

NATO soldiers serving in the peacekeeping mission in Kosovo (KFOR) inspect a road barricade set up by ethnic Serbs near the town of Zubin Potok on December 11, 2022. - Hundreds of ethnic Serbs erected barricades on a road in northern Kosovo on Saturday, blocking the traffic over the two main border crossings towards Serbia, police said. Trucks, ambulance cars and agricultural machines were used as roadblocks, heightening recent tensions which included explosions, shootings and an armed attack on a police patrol which saw one ethnic Albanian police officer wounded. (Photo by Armend NIMANI / AFP) (Photo by ARMEND NIMANI/AFP via Getty Images)

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