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Kosovo, la Serbia invia l'esercito al confine dopo nuove proteste

Mondo

In mattinata incidenti fra dimostranti serbi e polizia kosovara si sono registrati a Zvecan e Zubin Potok. La tensione interetnica nel nord del Kosovo è tornata a crescere dopo il giuramento da parte dei nuovi sindaci del quattro maggiori Comuni a maggioranza serba

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Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha ordinato oggi lo stato di massima allerta dell'Esercito a causa delle forti tensioni interetniche tornate a crescere nel nord del Kosovo. Nel darne notizia, i media a Belgrado hanno riferito che Vucic ha al tempo stesso ordinato alle truppe di muoversi in direzione del confine (che la Serbia definisce linea amministrativa) con il Kosovo. Il ministro della difesa Milos Vucevic, confermando l'ordine del presidente, ha definito la situazione in Kosovo drammatica.

Gli scontri

In mattinata incidenti fra dimostranti serbi e polizia kosovara si sono registrati a Zvecan, uno dei quattro maggiori Comuni del nord del Kosovo a maggioranza serba. Dopo che una folla di persone si era radunata davanti alla sede della municipalità, la polizia ha fatto irruzione nell'edificio del Comune. Sono stati lanciati gas lacrimogeni e bombe assordanti, con la polizia che ha bloccato tutte le vie di accesso e uscita dalla città, anche con l'impiego di blindati. Vi sarebbero dei feriti, almeno quattro stando a Tanjug. In allerta anche le truppe della Kfor, la Forza Nato in Kosovo, i cui elicotteri sorvolano le zone interessate dagli incidenti. Un'auto della polizia kosovara sarebbe stata data alle fiamme.

La polizia kosovara, oltre che a Zvecan, è intervenuta oggi contro i dimostranti serbi a Zubin Potok, radunatisi davanti alla sede del Comune per protestare contro il nuovo sindaco di etnia albanese. 

La situazione in Kosovo

La tensione interetnica nel nord del Kosovo è tornata a crescere dopo il giuramento da parte dei nuovi sindaci del quattro maggiori Comuni a maggioranza serba (Zvecan, Zubin Potok, Leposavic e Mitrovica Nord). Sindaci eletti col voto del 23 aprile scorso, boicottato dai serbi e che ha fatto registrare una affuenza di appena il 3,4%. Una situazione questa che ha portato all'elezione di sindaci di etnia albanese chiamati a governare cittadinanze al 98% costituite da serbi. Belgrado ha definito illegittime tali elezioni, accusando il governo di Pristina di voler 'occupare' il nord.

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