A Live In Genova il dibattito tra la direttrice di QN Agnese Pini, i direttori di Repubblica Maurizio Molinari, del Corriere della Sera Luciano Fontana e di Sky TG24 Giuseppe De Bellis, sul racconto del conflitto in medioriente, nella ricerca quotidiana di un equilibrio nella narrazione dei fatti e sul rischio sempre presente della diffusione di fake news
La guerra tra Israele e Hamas e il racconto del conflitto hanno messo alla prova le testate giornalistiche di tutto il mondo, alla ricerca di un equilibrio nella narrazione dei fatti, con la difficoltà di raccogliere notizie verificate e con il rischio sempre presente di incappare in fake news. Ne abbiamo parlato a Live In Genova con la direttrice di QN Agnese Pini, e con i direttori di Repubblica Maurizio Molinari, del Corriere della Sera Luciano Fontana e di Sky TG24 Giuseppe De Bellis (IL RACCONTO DELLA SECONDA GIORNATA DI LIVE IN GENOVA).
Pini: Israele rischia l'isolamento e la diffusione dell'antisemitismo
Secondo la direttrice di QN, la soluzione del conflitto passa dalla "prospettiva che Israele vuole darsi, dal modo con cui vuole uscire da questa fase di guerra. Netanyahu non può trattare con Hamas e non vuole. Il governo vuole sradicare Hamas dalla Striscia, ma metterlo in pratica è estremamente difficile. Il rischio - spiega Pini - quello di un isolamento di Israele, c'è già un crescente sentimento di antisemitismo che si sta diffondendo".
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Molinari: raccontare la stessa storia da più punti di vista e difendersi dalle fake news
Il direttore de La Repubblica sottolinea come "il metodo per evitare gli errori in un contesto di guerra è raccontare la stessa storia da più punti di vista. Noi cerchiamo di raccontarlo da dentro Gaza e dal punto di vista di Israele. Ci sono tre grandi sorprese nel racconto di questi fatti: primo il progrom del 7 ottobre, che ci ha sorpresi tutti; il secondo è la dimensione degli scudi umani di Hamas, milioni in un territorio limitato; terzo, la guerra sotterranea e i tunnel utilizzati da Hamas". Poi Molinari aggiunge: "Bisogna far attenzione a ciò che è palesemente falso, ci sono bugie che diventano immagini anche in questi conflitti. Occorre difendersi dalle fake news più sottili, e questo è molto complicato".
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Fontana: Hamas vuole scomparsa di Israele, usa civili come scudo
Secondo il direttore del Corriere della Sera, è evidente che "c’è stata una rimozione dei fatti del 7 ottobre quasi immediata, di quello che è stato in realtà uno sterminio di massa, che ha coinvolto passanti, persone in auto, ragazzi che ballavano nel deserto. Quella non è stata una battaglia, ma qualcosa che non si vedeva dai progrom dei nazisti. Ttutto è stato cancellato da un altro fatto drammatico, ovvero i bombardamenti di Gaza, le vittime civili". Poi Fontana sottolinea: "Hamas vuole che Israele scompaia del tutto, lo dice il suo statuto. Vuole la supremazia nel mondo islamista, in una rete con l'Iran e altri elementi dell’area. E non si fa problemi a usare la popolazione civile come scudi. Lo stesso Netanyahu ha detto che Israele ha provato a salvaguardare i civili, ma non ci sta riuscendo. Israele è uno stato legittimo e democratico, deve essere in grado di trovare strade affinchè questa guerra si combatta in modo razionale per preservare i civili, altrimenti corre il rischio di finire sui banchi degli imputati". E conclude: "Bisogna avere un limite nell’esibizione dell’orrore, per il resto è necessario verificare dieci volte ciò che arriva, l’unica arma per difendersi è la propria professionalità".
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De Bellis: guerra nasce dall'attacco del 7 ottobre, contro le fake news farsi una domanda in più
Il direttore di Sky TG24 sottolinea come "questa guerra abbia già fatto moltissime vittime, molte più di quelle che siamo stati costretti ad accettare negli ultimi trenta anni. Ma c’è sempre tempo per lavorare affinchè ci sia una maturità di interazione, un racconto fatto con onestà intellettuale. Come informazione, ne possiamo uscire come dovere morale - sottolinea De Bellis - solo ricordando dove è iniziata questa guerra, perchè quel 7 ottobre è accaduto qualcosa di inimmaginabile". Poi, sul rischio sempre presente per il mondo dell'informazione di incappare in fake news, aggiunge: "Non bisogna farsi prendere dalla voglia di far vedere per primi una immagine. Bisogna farsi sempre una domanda in più. Far vedere quello che è giusto e umano far vedere. In conflitti come questo avremo sempre un intermediario che ci fa vedere ciò che vuole. Questa è una sfida difficilissima per tutti noi".