A raccontare il conflitto in Medioriente sul palco di Sky TG24 è lo scrittore e regista israeliano. “Chi si trova in una posizione che fa da ponte tra israeliani e palestinesi sono gli attivisti per la pace che cercano di trovare una mediazione”, ha detto
Etgar Keret si definisce attivista per la pace ed è uno scrittore e regista israeliano: il suo intervento a Live In Genova è in diretta da Tel Aviv. “Quando qualcosa del genere succede ha molteplici effetti”, ha esordito Keret. “Tutti quelli che vivono lì hanno cambiato la loro prospettiva da quel giorno. C’è estremismo da entrambe le parti e chi si trova in una posizione che fa da ponte tra israeliani e palestinesi sono gli attivisti per la pace che cercano di trovare una mediazione”. (LIVE IN GENOVA - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA)
"Bombardamenti su civili inccettabili"
Il tentativo di mettere fine alle ostilità è complesso. Anche per la società è difficile “capire cosa fare e cosa non fare. Non ci si può aspettare che le persone vengano massacrate e rapite senza una reazione da parte di Israele. Si cerca la giustizia e si cerca di mostrare ai gruppi terroristici che non possono mancare le reazioni. Ma - ha aggiunto Keret - ci sono bombardamenti sui civili che finiscono per non vaere neanche accesso a cibo e acqua e questo è inaccettabile. Le persone non si possono attaccare a una sola ideologia: credo che l’unico modo sia cercare di guardarla da una prospettiva umana, capendo che ci sono cose inaccettabili da entrambe le parti”.
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"Serve prospettiva umana"
"L'unico modo di affrontare questa situazione è affrontarla da una prospettiva umana, non da una delle due parti in conflitto". Etgar Keret ha conoscenze sia in Israele che in Palestina: “Io sono stato in contatto con alcuni conoscenti palestinesi e ci sono state parole di conforto per quanto accaduto ai miei connazionali il 7 ottobre. Dopo quell’attacco però le cose sono cambiate, è strano riuscire a mantenere i rapporti quando si sa quello che sta succedendo. Ora i rapporti sono strani. Hai un sentimento di colpa quando ci parli”.