Trump, show in tribunale durante il processo civile per frode. Scintille con giudice e pm

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Il tycoon ha concluso dopo oltre 5 ore, interrotte da un paio di pause, la sua testimonianza nel processo civile a New York in cui è accusato, insieme a due figli, di aver gonfiato gli asset della holding di famiglia. Ha parlato di "una guerra politica", un "processo vergognoso" portato avanti da un giudice "fazioso e squilibrato" e da una procuratrice "razzista e corrotta". "Questo non è un comizio politico”, ha detto il giudice. “Non mi farò intimidire”, ha commentato la procuratrice generale

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Donald Trump ha concluso dopo oltre cinque ore, interrotte da un paio di pause, la sua testimonianza nel processo civile a New York in cui è accusato, insieme a due figli, di aver gonfiato gli asset della holding di famiglia allo scopo di ottenere condizioni più vantaggiose da banche e assicurazioni. Il tycoon ha parlato di "una guerra politica", una "interferenza elettorale", un "processo vergognoso" da "Paese del terzo mondo o repubblica delle banane", portato avanti da un giudice "fazioso e squilibrato" e da una procuratrice "razzista e corrotta" al soldo dei dem e di Soros. Il primo ex presidente Usa a sedersi sul banco degli accusati sotto giuramento in tribunale in oltre un secolo, così, ha trasformato nell'ennesimo show il suo atteso interrogatorio. Ma si è trovato di fronte un giudice coriaceo che gli ha tenuto testa, minacciandolo anche di privarlo della deposizione. Anche Letitia James, procuratrice generale di New York, all’uscita dal tribunale ha assicurato: “Oggi Donald Trump si è lamentato, ha urlato insulti... ma non mi farò intimidire, la giustizia prevarrà”.

Il processo

L'ultimo ex presidente a sedersi sul banco degli imputati era stato Theodore Roosevelt nel 1915, in un processo per diffamazione. Ora c'è lui, il frontrunner repubblicano nella corsa alla Casa Bianca, con quattro processi sul capo ma il vento in poppa dei sondaggi che lo danno in vantaggio su Joe Biden in cinque su sei Stati in bilico. Il tycoon non è nuovo alle aule di giustizia, dove dal 1986 ha testimoniato almeno in otto processi in varie vesti, da patron di una squadra di football a costruttore di casinò e acquirente di una compagnia aerea. Ma questa è la sua prima volta da ex presidente, anche se nei panni del capo della holding di famiglia. La sua linea difensiva è stata quella di scaricare sui contabili eventuali errori, come hanno già fatto nei giorni scorsi i figli Donald Jr ed Eric, anche loro sotto accusa, mentre Ivanka sarà sentita mercoledì ma solo come testimone. Trump ha però rivendicato che alcuni asset valgono più delle stime dell'accusa, considerando peraltro che non ha usato il valore suo del "brand", quello grazie al quale "sono diventato presidente". Ha anche ricordato che le dichiarazioni finanziarie avevano una clausola di esclusione della responsabilità e che comunque banche e assicurazioni non hanno perso un dollaro.

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Lo show

Ogni domanda, in ogni caso, è stata un'occasione per attaccare l'inchiesta, la procuratrice generale Letitia James e il giudice Arthur Engoron. L'obiettivo - hanno osservato gli esperti - era provocare, cercare lo scontro per creare un precedente da impugnare in appello o uno scambio da gettare in pasto ai social per raccogliere fondi e mobilitare la base elettorale. Ma il giudice, come pure l'accusa, non è caduto nella trappola e ha mantenuto la calma, limitandosi a contenere l'incontenibile Trump, che ha già multato due volte in passato per aver violato il suo divieto di non criticare lo staff del tribunale. "Signor Trump, lei può attaccarmi, può fare quello che vuole, ma per favore risponda semplicemente alle domande, niente discorsi", ha detto più volte Engoron per frenare le divagazioni e intemperanze. Il giudice ha anche alzato la voce chiedendo ai suoi difensori di stare seduti e di "controllare" il loro cliente. "Questo non è un comizio politico, è un'aula di tribunale", ha ammonito.

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Gli attacchi di Trump

Gli attacchi di Trump sono proseguiti anche fuori dall’aula. Questo processo è una "truffa", un caso "che non avrebbe mai dovuto essere istruito" e che "dovrebbe essere archiviato subito", ha detto ai reporter dopo la sua deposizione. L'ex presidente ha poi rivendicato la correttezza del suo operato e attaccato i testimoni star del processo, come il suo ex avvocato Michael Cohen che "non ha alcuna credibilità". "Le evidenze dimostrano che ha gonfiato il valore degli asset e si è arricchito illecitamente, con la frode. I numeri non mentono", ha commentato invece la procuratrice generale di New York Letitia James. Il tycoon aveva surriscaldato l'atmosfera con alcuni attacchi anche prima dell'udienza, sul suo social Truth e parlando sempre coi reporter davanti al tribunale. Ha evocato una persecuzione politica istigata dal suo rivale Joe Biden e la solita "caccia alle streghe".

I prossimi passi

Intanto, mercoledì sarà sentita Ivanka Trump mentre giovedì sarà dedicato alle mozioni delle parti, prima della conclusione del processo. Il giudice ha già stabilito l'esistenza delle frodi, si tratta solo di quantificare la sanzione: il rischio è un’ammenda sino a 250 milioni di dollari, la perdita di controllo su parte dell'impero e la compromissione di quel brand su cui il tycoon ha costruito la sua fortuna economica e politica.

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