
Usa Weekly News, il messaggio di Joe Biden a Hamas: liberate tutti gli ostaggi
“Il messaggio di Joe Biden a Hamas è chiaro: liberate tutti gli ostaggi. Questa deve essere la prima mossa”: così il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby, commentando le parole del presidente. Anche Donald Trump è intervenuto sul conflitto in corso, definendo la guerra tra Israele e Hamas “uno scontro tra civiltà e ferocia, tra decenza e depravazione, tra il bene e il male”.
A cura di Valentina Clemente
Dignità e autodeterminazione - “Gli Stati Uniti continuano a sostenere il diritto del popolo palestinese alla dignità e all’autodeterminazione. Le azioni dei terroristi di Hamas non lo tolgono”: così Joe Biden, che ha aggiunto: “Israele ha il diritto di difendere i suoi cittadini ma che deve anche proteggere i civili a Gaza”. Il presidente lo ha detto nel suo intervento alla Casa Bianca al termine del bilaterale con il primo ministro australiano Anthony Albanese

“Hamas non rappresenta il popolo palestinese” – “La rabbia di Israele dopo gli atroci attentati è comprensibile, Israele ha il diritto e il dovere di difendersi e noi faremo in modo che abbia gli strumenti necessari. È anche vero che Hamas non rappresenta il popolo palestinese”. Così Joe Biden in una conferenza stampa alla Casa Bianca con il premier australiano ribadendo l’invito ad Israele ad agire “in conformità con le leggi di guerra”

“Non lasciarsi accecare dalla rabbia” – Negli scorsi giorni, in visita a Tel Aviv, Biden aveva detto agl israeliani: “Vi avverto mentre provate quella rabbia, non lasciatevi consumare. Dopo l’11 settembre, eravamo infuriati e mentre cercavamo giustizia e ottenevamo giustizia, abbiamo anche commesso degli errori”

Biden e leader musulmani - Un incontro né annunciato né confermato dalla Casa Bianca che si è tenuto giovedì. Lo riporta Nbc citando alcuni dei partecipanti, che avrebbero preferito una comunicazione ufficiale al pubblico da parte dell'amministrazione. I partecipanti hanno chiesto il cessate il fuoco a Gaza e hanno fatto notare al presidente come dal suo atteggiamento non compariva alcuna simpatia per i civili vittime del conflitto o tantomeno per i musulmani americani discriminati negli Stati Uniti

Nuovo Speaker - La Camera degli Stati Uniti ha un nuovo speaker. Dopo due settimane di vuoto e di caos, i repubblicani - al quarto tentativo - trovano la quadra ed eleggono alla presidenza Mike Johnson, ultraconservatore contrario agli aiuti all’Ucraina e alleato di Donald Trump. L’elezione sblocca la paralisi del Congresso ma non risolve la lotta intestina all’interno del partito, sul quale Donald Trump nonostante i guai legali non molla la presa

Biden a nuovo Speaker - Joe Biden ha chiesto al nuovo Speaker della Camera Mike Johnson di agire rapidamente per approvare gli aiuti militari per Israele e Ucraina. “Dobbiamo muoverci per affrontare le nostre esigenze di sicurezza nazionale ed evitare uno stop in 22 giorni”, ha detto Biden congratulandosi con Johnson per la sua elezione dopo settimane di stallo. “Anche se abbiamo disaccordi importanti, ci dovrebbe essere uno sforzo reciproco per trovare un terreno comune dovunque possiamo. Questo è un momento per tutti noi di agire in modo responsabile”

“Scontro tra civiltà e ferocia” - La guerra fra Israele e Hamas è uno scontro fra “civiltà e ferocia, fra decenza e depravazione, fra il bene e il male”. Lo ha detto Donald Trump assicurando il suo sostegno al 100% a Israele. “Non c’è paragone fra un gruppo che ha il culto della morte e uno che ama la vita e il nostro paese”, aggiunge Trump scaricando sulle “debolezze di Joe Biden” la colpa dell’attacco di Hamas a Israele

Donald Trump e Nelson Mandela - Donald Trump si paragona a Nelson Mandela, che ha trascorso 27 anni in un carcere in Sud Africa per poi arrivare a guidare il paese. L’ex presidente alle prese con numerose inchieste legali afferma: “Non mi importa essere Nelson Mandela perché lo faccio per un motivo”. Trump torna così a dipingersi come una vittima del sistema. “Dobbiamo salvare il paese da questi fascisti, da questi lunatici con cui abbiamo a che fare. Sono persone orribili e stanno distruggendo il paese”, ha detto Trump

Bloccare accuse federali - I legali di Donald Trump di nuovo all’attacco nel tentativo di bloccare le accuse federali secondo le quali l’ex presidente ha cospirato per ribaltare il risultato delle elezioni del 2020. Gli avvocati del tycoon hanno depositato in tribunale circa cento pagine di documenti con i quali cercano di respingere il caso prima che arrivi alla giuria. Il tema comune delle quattro mozioni depositate è quello della libertà garantita del Primo Emendamento

Ellis colpevole - Jenna Ellis, avvocato pro-Trump che ha amplificato le infondate accuse di frode elettorale dell’ex presidente, si è dichiarata colpevole di favoreggiamento e false dichiarazioni. È il quarto imputato a dichiararsi colpevole nel caso vede Trump sul banco degli imputati con l’accusa di aver cospirato con altre 18 persone per ribaltare le elezioni presidenziali del 2020 a favore di Trump. Ellis ha patteggiato una condannata a cinque anni di libertà vigilata e a una sanzione di 5.000 dollari oltre che a 100 ore di servizio comunitario

“Non colpevole” - George Santos si è dichiarato non colpevole di frode e furto dell’identità. Il deputato repubblicano, finito nella bufera qualche mese fa per aver mentito sul suo curriculum e sulle origini ebraiche, è accusato di aver utilizzato senza autorizzazione le carte di credito dei suoi finanziatori e di aver mentito alla Commissione elettorale federale. Il processo è stato fissato per il 9 settembre 2024 e dovrebbe durare tre settimane.

Cohen accusa Trump – L’ex avvocato di Donald Trump, Michael Cohen, ha accusato il tycoon di avergli chiesto di gonfiare il valore degli asset, ma Trump ha liquidato la sua testimonianza come “non credibile”. La deposizione di Cohen, molto attesa, è andata in scena alla corte di New York dove Trump è accusato di frode fiscale e finanziaria, assieme ai tre figli adulti, Ivanka, Donald Jr. e Eric, e il management della Trump Organization

Ritiro di Pence – Mike Pence si è ritirato dalla corsa alle primarie repubblicane, un’ora prima che Donald Trump salisse sul palco di un incontro a Las Vegas. Trump, nel suo discorso, non ha fatto alcuna menzione a questo. Con l’uscita di Pence, Trump si lascia alle spalle uno dei suoi principali nemici in questa corsa. Di quelli rimasti, solo Asa Hutchinson e Chris Christie – che hanno poche possibilità - hanno criticato apertamente Trump, le sue false accuse di frode elettorale e il suo ruolo nell’assalto al Campidoglio

Testa a testa - Joe Biden e Donald Trump sono testa a testa con il 37% delle preferenze nella corsa alla Casa Bianca. È quanto emerge da un sondaggio di Usa Today/Suffolk University Poll, secondo il quale Robert F. Kennedy Jr, figlio di Bob Kennedy e nipote di John Fitzgerald Kennedy, ha il 13% delle preferenze attirando il sostegno di coloro che, in sua assenza, avrebbero votato il candidato repubblicano