Israele, perché il Qatar può essere decisivo nella liberazione degli ostaggi di Hamas
Il piccolo emirato del Golfo Persico è un alleato importante degli Stati Uniti ma vanta un’influenza crescente nel mondo arabo grazie a decenni di finanziamenti. Il successo della trattativa per il rilascio delle due cittadine statunitensi Judith e Natalie Raanan e di due donne israeliane sembra preludere ad un ruolo centrale di Doha per risolvere la crisi degli altri ostaggi
- La liberazione venerdì scorso delle due cittadine statunitensi Judith e Natalie Raanan e quella di ieri di due donne israeliane ha riacceso le speranze per la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas dopo l'attacco del 7 ottobre scorso. Ecco perché dopo il successo nella trattativa con i terroristi la diplomazia internazionale guarda con sempre maggiore attenzione al Qatar nel ruolo di mediatore
- Poche ore dopo la liberazione delle due statunitensi rapite in Israele, il presidente americano Joe Biden aveva ringraziato pubblicamente l'emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani. Nelle ultime settimane poi il segretario di Stato Usa Antony Blinken è volato più volte a Doha e davanti al primo ministro Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani ha apprezzato "l’urgenza con cui il Qatar sta portando avanti questa questione"
- Tra Stati Uniti e Qatar i legami si sono rinsaldati dal 1996 quando fu costruita la base militare e aerea di Al Udeid. Concessa in uso alle forze armate americane, ospita il quartier generale del Comando centrale per le operazioni in Medio Oriente, Nord Africa e Asia Centrale. Il Centcom è stato fondamentale per le missioni Usa in Iraq, Afghanistan e Siria
- Nel 2016 gli Stati Uniti avevano "battezzato" la mediazione del Qatar per la liberazione del cittadino canadese Colin Rutherford, imprigionato in Afghanistan. Robert D'Amico, allora agente dell'Fbi impegnato nei negoziati, aveva riconosciuto come nella diffidenza tra Usa e talebani entrambe le parti avessero "fiducia nei qatarioti". (Nella foto l'emiro del Qatar)
- Nell'estate 2021 il Qatar ha poi rivestito i panni di Paese mediatore all'epoca delle operazioni di ritiro dell'esercito statunitense dall'Afghanistan e di una parte di civili minacciati dal ritorno al potere dei talebani. Nell'ultimo decennio a Doha i talebani afghani avevano aperto "uffici politici" e molti leader fuggiti da Kabul avevano trovato asilo nell'emirato
- Oltre ai talebani, nella capitale qatariota si sono rifugiati anche alcuni esponenti di primo piano di Hamas compreso uno dei capi di fatto, Ismail Haniyeh. L'influenza nei confronti del movimento radicale palestinese è cresciuta negli anni grazie agli ingenti finanziamenti erogati dal Qatar che nel frattempo si è affermato come potenza economica per via dei giacimenti di gas naturale
- Doha finanzia Hamas dal 2007 quando il gruppo terroristico prese il controllo della Striscia di Gaza. I fondi per centinaia di milioni di dollari sono serviti per mantenere il potere politico e l'apparato statale, oltre che militare. Scuole, ospedali e uffici pubblici sono stati costruiti e gestiti grazie ai soldi qatarioti
- Sul libro paga del Qatar figurano poi altri gruppi che a vario titolo promuovono l'applicazione fedele della dottrina dell'Islam. Tra questi i Fratelli Musulmani attivi in vari Paesi come Libia, Tunisia ed Egitto dove presero il potere politico per un periodo con Mohamed Morsi prima del colpo di Stato del luglio 2013
- Nel mondo arabo il Qatar esercita un'ascendente anche grazie a operazioni di "soft power", prive cioè dell'uso della forza. Nel 1996 ad esempio iniziarono le trasmissioni multilingua del canale all news Al Jazeera che in pochi anni si è affermato come network di riferimento della regione anche per l'Occidente
- Tra luci e ombre la visibilità internazionale del Qatar è cresciuta ulteriormente a fine 2022 in occasione dei mondiali di calcio per la prima volta ospitati in un Paese arabo. La sua posizione centrale le consente tuttavia di mantenere una vicinanza con i gruppi radicali. Nelle ore successive all'attacco di Hamas, il comunicato ufficiale di Doha è stato tra i più duri nei confronti di Israele