Elezioni Spagna, accordo Psoe-Sumar per un governo di coalizione

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Per potersi confermare come premier, Sánchez ha bisogno del sostegno di diversi altri partiti, tra cui gli indipendentisti catalani di Esquerra Republicana e di Junts per Catalunya

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"Accordo programmatico". Questo è quanto annunciato dal Partito Socialista spagnolo e dal movimento politico Sumar. Un accordo per un nuovo "governo di coalizione progressista". Le due formazioni hanno così ufficializzato la formula che il leader socialista e premier uscente, Pedro Sánchez, aveva prospettato agli elettori come progetto politico per la nuova legislatura già nella campagna precedente alle politiche dello scorso luglio. Si tratta di una linea di continuità con la legislatura appena conclusasi. Però, per potersi confermare come premier, Sánchez ha bisogno del sostegno di diversi altri partiti, tra cui gli indipendentisti catalani di Esquerra Repubblicana e di Junts per Catalunya, formazioni con cui continuano negoziati politici sottotraccia.

La situazione

In base a quanto previsto dalla Costituzione, se non riuscisse a ottenere la fiducia del Parlamento entro il 27 novembre, il re dovrà sciogliere le Camere e indire nuove elezioni. "Questo accordo di governo sarà valido per una legislatura di quattro anni", si legge in un comunicato congiunto, e "consentirà al Paese di continuare a crescere in modo sostenibile e con un mercato del lavoro di qualità, attraverso politiche basate sulla giustizia sociale e climatica e volte all'estensione dei diritti". La riduzione della settimana lavorativa "senza diminuzioni salariali", permessi di paternità e maternità più ampli, una riforma fiscale "equa", che "faccia sì che banche e grandi compagnie energetiche contribuiscano alla spesa pubblica", e un nuovo aumento del salario minimo sono alcuni dei principali impegni di governo assunti insieme da socialisti e Sumar.

In una foto del 29 gennaio 2022 il premier spagnolo Pedro Sanchez a un incontro elettorale a  Zamora, 3 febbraio 2022. Tardo pomeriggio da brividi in Spagna per il governo di Pedro Sánchez. La riforma del mercato del lavoro promossa da Madrid   una misura chiave per l'esecutivo, anche perché richiesta con decisione da Bruxelles   è stata infatti a un passo dalla bocciatura in Parlamento: solo il possibile errore di un deputato dell'opposizione ha evitato uno scenario da incubo per il premier, presente nell'aulta del Congresso dei Deputati, con il decreto approvato con 175 voti a favore e 174 contro. Un finale rocambolesco dopo una giornata parlamentare in cui non sono mancati colpi di scena. ANSA/MARIAM A. MONTESINOS

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