Da Noa alla nonna di 85 anni: le storie delle persone rapite dai miliziani di Hamas

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Si parla di 100 persone ma secondo alcune fonti sarebbero 750 i dispersi, persone catturate dai combattenti di Hamas dopo l'attacco lanciato sabato contro Israele. Tra loro c'è Noa Argamani, 25enne apparsa in un filmato in cui viene portata via dai miliziani di Hamas durante un rave party e una donna di 85 anni la cui nipote chiede disperatamente notizie sui social. O ancora, tra i tanti, un bimbo israeliano portato a Gaza mentre viene deriso da altri coetanei palestinesi. Ecco le loro storie

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Sono oltre 100, stando alle cifre riportate dalle autorità ebraiche, gli ostaggi catturati dai combattenti di Hamas dopo l'attacco lanciato sabato contro Israele. Ma altre fonti parlano anche di "750 dispersi". Tra loro c’è Noa, giovane ragazza strappata dall'abbraccio del fidanzato e portata via in motocicletta da un rave dove, secondo i testimoni, i morti sarebbero 260. E c’è un’anziana donna, 85enne, la cui nipote ha lanciato un disperato appello per la liberazione. Tanti dei volti coinvolti sono apparsi sui social network, dove sono già stati pubblicate foto e video dei vari rapimenti condotti da Hamas, con violenze su uomini, donne e bambini, tutti portati via dalle loro case e trasferiti forzatamente nella Striscia di Gaza. "Questa è mia nonna ed è stata catturata e portata a Gaza", ha scritto Adva Adar sul web, pubblicandone l'immagine. "Il suo nome è Yaffa Adar ed ha 85 anni". (GUERRA ISRAELE-HAMAS, LE NEWS IN DIRETTA)

Il bambino israeliano rapito e bullizzato dai coetanei palestinesi

Poi c’è la storia di un’intera famiglia, le cui sorti sono apparse in un video condiviso dalla giornalista di Ynetnews Emily Schrader, composta da marito, moglie e due bambini che si vede seduta a terra in casa, tenuta in ostaggio dai miliziani palestinesi. La figlia più grande è stata uccisa nell'irruzione di Hamas. "Volevo che vivesse, c'è la possibilità che torni?", ha domandato il fratellino piccolo alla mamma. "No", è la risposta glaciale. In un altro video, sempre apparso su Internet, si nota un bambino israeliano portato a Gaza mentre viene deriso da altri coetanei palestinesi. Viene preso in giro, gli viene agitato un bastone vicino al viso. "Dì ima, ima, ima' (“mamma” in ebraico)", dicono in coro gli altri bambini. "Per mantenere vivo il conflitto, vogliono diffondere l'odio alle prossime generazioni", si legge tra i commenti social.

Noa e gli altri

Le storie sono tante, tutte dolorose. C’è quella di Yoni Asher che ha denunciato l’irruzione di Hamas sabato sera mentre sua moglie, insieme alle due figlie Aviv e Raz, di 3 e 5 anni, erano in casa della suocera, nel Kibbutz Nir Oz. Grazie al servizio di geolocalizzazione del telefono della donna, Yoni è riuscito a rintracciare lo smartphone a Khan Younis, città situata a sud di Gaza. Avendo così conferma della condizione della donna. Tra le denunce relative ai tanti rapiti da un rave durato tenutosi al Kibbutz Reim, vicino al confine con Gaza, c’è quella relativa a Noa Argamani, 25enne apparsa in un filmato in cui viene portata via dai miliziani di Hamas durante l’evento. La si vede mentre implora per la sua vita, seduta sul retro di una motocicletta. "Non uccidermi! No, no, no", grida spaventata. Anche il fidanzato subisce la stessa sorte. Dalla medesima festa risulta disperso pure un cittadino britannico di 26 anni, Jake Marlowe, oltre ad una giovane tedesca, Shani Louk la cui madre ha chiesto la liberazione in un disperato video apparso sempre sui social. "Mandateci qualunque notizia", implora, tenendo in mano lo smartphone che mostra una foto della figlia. Ecco, ancora, alcuni parenti degli ostaggi del rave che denunciano di essere stati "abbandonati" dalle autorità. Tra loro Ora Kuperstein che vorrebbe avere notizie del nipote Bar di 21 anni. "Nessuno ci ha detto nulla. Nessuno ci sta aiutando. E' il caos", ha denunciato. Tra gli ostaggi, anche 11 thailandesi, due messicani e anche diversi americani e tedeschi.

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