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Vertice Ue Granada, bilaterale Meloni-Scholz. La premier: “Consenso unanime su Tunisia"

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A Granada la premier ricuce con Scholz: "È consapevole che la strategia italiana è l'unica che può essere efficace: a me ha detto che bisogna andare avanti con questo lavoro in Tunisia". Secondo la Bild, Berlino vuole bloccare i finanziamenti alle ong nel 2024. Il cancelliere tedesco: "Con Meloni ci siamo capiti, siamo entrambi pragmatici". Orban attacca Bruxelles: "Polonia e Ungheria stuprate dall'Ue sui migranti"

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Al vertice informale di Granada i leader Ue sono tornati a parlare di migranti. Lo hanno fatto anche in privato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in un bilaterale di 45 minuti che arriva dopo l’accordo definitivo sul Regolamento per la gestione delle crisi migratorie: "Siamo entrambi molto contenti di essere riusciti a trovare l'ultimo elemento fondamentale del diritto europeo in materia di asilo. La riforma è diventata possibile", ha detto Scholz parlando di "conversazioni molto intense" in cui con Meloni "abbiamo trovato una comprensione molto pragmatica". I lavori si erano arenati dopo che Berlino aveva proposto di inserire nel testo un riferimento alle Ong, poi eliminato anche per la titubanza dell’Italia: "Penso che saremo in grado di garantire in modo molto pratico che non lavoriamo gli uni contro gli altri, ma gli uni con gli altri", ha sottolineato Scholz parlando del suo rapporto con Meloni. Non è arrivata invece una dichiarazione congiunta per chiudere il vertice di Granada, ma soltanto "una dichiarazione della presidenza" spagnola. Se è vero che si è consolidato l'accordo sul testo "che permette di organizzare meglio l'accoglienza e le procedure per chi si trova sul nostro territorio" - ha detto il capo dell'Eliseo Macron - è anche vero che "la natura di questo testo ha creato un disaccordo di diversi Stati membri che bloccherà una dichiarazione formale a 27". Sono Polonia e Ungheria ad aver "espresso attorno al tavolo il disaccordo che avevano già espresso a livello dei ministri, ma che non è di natura tale da bloccare una decisione a maggioranza qualificata", ha aggiunto Macron.

Meloni: "Consenso unanime su Tunisia"

Al termine del vertice, Meloni ha sottolineato che il "primo obiettivo è combattere le reti di trafficanti di migranti, che sono reti criminali". La premier ha messo in luce come ci sia "consenso unanime" per il lavoro fatto con la Tunisia: "Tutti ci dicono che il lavoro con Tunisi deve essere replicato con altri Paesi del Nord Africa e non solo". Così anche il cancelliere Scholz, che "è consapevole che la strategia italiana è l'unica che può essere efficace: a me ha detto che bisogna andare avanti con questo lavoro in Tunisia". Meloni e Scholz si sono dati appuntamento al vertice intergovernativo italo-tedesco, che si terrà in Germania a fine novembre. La premier ha poi detto di essere "assolutamente d'accordo" con chi chiede di "dare nuove risorse" europee "non al capitolo migratorio ma all'Africa". L'Europa, ha aggiunto, con l'Africa deve "costruire una partnership completamente diversa dal passato". 

Meloni: "Comprendo posizione di Polonia e Ungheria"

Meloni ha brevemente parlato anche della posizione contraria di Polonia e Ungheria alle nuove regole Ue sui migranti, spiegando che la percezione tra Roma, Varsavia e Budapest è "diversa per una questione soprattutto geografica". Tuttavia, ha aggiunto, "loro capiscono la posizione italiana, la loro posizione la comprendo perfettamente e non pregiudica il nostro lavoro".

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Scholz è intervenuto in conferenza stampa sulla discussa decisione di Berlino di finanziare con fondi pubblici il salvataggio in mare dei migranti nel Mediterraneo da parte delle Ong: ha sottolineato che il denaro è stato approvato dal Bundestag e non dal Governo federale. "Non ho presentato la domanda", ha detto spiegando quindi di non aver avuto nessun ruolo diretto. Ma sul futuro dei finanziamenti non c'è certezza: in serata la Bild scrive che - dopo le critiche mosse da Roma - il governo tedesco starebbe pensando di bloccare i fondi per il prossimo anno. La testata riporta che, nel bilancio 2023, il Ministero degli Esteri tedesco aveva stanziato circa due milioni di euro per le Ong. "Ora il dietrofront: nella stesura del bilancio per il 2024 il Ministero non ha nuovamente inserito la nota sui due milioni", e fonti della commissione Bilancio avrebbero detto che "non è una svista". Anzi: "la Cancelleria è contraria al pagamento ulteriore, e il Ministero degli Esteri la pensa allo stesso modo". Tuttavia, sottolinea la Bild, sarà in ogni caso il Parlamento ad avere l'ultima parola. E secondo quanto è emerso ci sarebbero già pressioni da parte dei Verdi affinché il finanziamento prosegua. Lo si saprà tra qualche settimana: a metà novembre si svolgerà la riunione della commissione Bilancio, in cui verrà finalizzato il piano finanziario 2024. Sarà l'occasione per chiarire se le organizzazioni di soccorso in mare continueranno a ricevere i fondi oppure no.

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Quello di Granada è stato "un consiglio informale: sui migranti l'accordo importante è quello che abbiamo raggiunto due giorni fa a Bruxelles", ha detto il premier spagnolo, Pedro Sanchez, nel corso della conferenza stampa conclusiva del vertice. A chiedere di parlare di migranti è stata Meloni e la richiesta è stata accolta dalla presidenza spagnola e da Charles Michel, che l'ha indicata nella sua tradizionale lettera di invito ai leader europei come la questione più pressante con cui si confronta l'Ue in questo momento. Tra i temi toccati ci sono stati il lavoro fatto a Bruxelles, a partire dalla pandemia da Covid e dalla guerra in Ucraina, e la nuova Agenda strategica europea, con particolare riferimento a due grandi macro tematiche. Primo, il nesso fra allargamento e riforme legato alla questione della capacità di "assorbimento" delle nuove entrate con diversi Paesi "anziani" che potrebbero passare da maggiori beneficiari dei fondi di coesione a contribuenti netti. Secondo, l'autonomia strategica dell'Unione europea mirata a ottenere una sempre più crescente indipendenza economica e industriale.

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Intanto arriva la provocazione del premier ungherese, Viktor Orban, in merito al Patto Ue sulla migrazione. Secondo lui, Polonia e Ungheria sono state "stuprate legalmente" dall'Ue. Budapest e Varsavia, secondo il primo ministro magiaro, sarebbero state costrette a digerire. "Se sei legalmente stuprato, costretto ad accettare qualcosa che non ti piace, come pensi di raggiungere un compromesso? È impossibile", ha detto Orban escludendo ogni possibilità di accordo "non solo ora ma anche negli anni a venire". Il premier polacco Mateusz Morawiecki, sul suo profilo X, ha scritto che - in quanto "responsabile della sicurezza della Polonia e dei suoi cittadini" e in qualità "di politico responsabile" - ha respinto "ufficialmente l'intero paragrafo delle conclusioni del vertice sulla migrazione": la Polonia "è e rimarrà sicura sotto il governo del PiS".

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Ieri la cena dei leader al palazzo dell'Alhambra ha chiuso il terzo summit della Comunità politica europea che ha raccolto 45 capi di Stato o di governo, tra cui il presente ucraino Volodymyr Zelensky. Nel corso dell'intervento davanti ai leader il sovrano spagnolo Felipe VI ha fatto appello a "ad una pace vera" in Ucraina ed esaltato la storia di Granada, "esempio di fusione culturale" in Europa.

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