Migranti, contatti Italia-Germania per cercare soluzione. Tunisia: “Non accettiamo carità”

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Dopo giorni di tensioni sul ruolo delle Ong nel Mediterraneo, Roma e Berlino hanno ripreso i contatti per cercare un’intesa, dopo il nulla di fatto della scorsa settimana a Bruxelles sul Patto su migrazione e asilo. Intanto, il presidente Saied rifiuta i fondi Ue e alza la voce: “Non vogliamo pietà, esigiamo rispetto”. In Italia si discute ancora del caso Catania, con Meloni che si è detta "basita" per una sentenza dalle motivazioni "incredibili". L'Anm e 10 togati del Csm si sono schierati a difesa della giudice

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La questione migranti continua a essere al centro del dibattito in Italia e in Europa. Nel nostro Paese si discute ancora della sentenza di Catania, con cui la giudice Iolanda Apostolico non ha convalidato il trattenimento di tre tunisini. La premier Giorgia Meloni si è detta "basita" per una sentenza dalle motivazioni "incredibili". Ma prima l'Anm e poi 10 togati del Csm si sono schierati a difesa della collega. Guardando all’Europa, sono in corso contatti tra Italia e Germania per cercare di trovare una soluzione all'impasse sui migranti. Intanto, la Tunisia rifiuta i fondi Ue e alza la voce: “Non accettiamo la carità né l'elemosina” (MIGRANTI, LO SPECIALE).

Tunisia: “Non vogliamo pietà, esigiamo rispetto”

Secondo un comunicato della presidenza tunisina, il presidente Kais Saied ha espresso il rifiuto della Tunisia ai fondi, annunciati nei giorni scorsi dall'Unione Europea, "non a causa della piccola somma offerta, poiché i tesori del mondo non equivalgono a un solo granello della nostra sovranità agli occhi del nostro popolo, ma perché questa proposta contraddice il protocollo d'intesa firmato in Tunisia e lo spirito che ha prevalso durante la Conferenza di Roma del luglio 2022, avviata da Tunisia e Italia". "La Tunisia, che accetta la cooperazione, non accetta la carità né l'elemosina. Il nostro Paese e la nostra gente non vogliono pietà, ma esigono rispetto", si legge nella nota. Saied ha poi sottolineato che la Tunisia sta facendo ogni sforzo per smantellare le reti criminali coinvolte nel traffico di esseri umani.

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Contatti tra Italia e Germania

Intanto, Italia e Germania - dopo giorni di tensioni sul ruolo delle Ong nel Mediterraneo e i finanziamenti tedeschi - hanno ripreso i contatti per cercare una soluzione all'impasse sulla questione migranti, dopo il nulla di fatto della scorsa settimana a Bruxelles sul Patto su migrazione e asilo. Fonti diplomatiche hanno spiegato che sono in corso contatti a livello tecnico per lavorare a "diverse idee" e "trovare un punto di incontro" da sottoporre al vertice informale di Granada il 5 e 6 ottobre. A confermare la volontà di raggiungere un compromesso accettabile sia per l'Italia che per la Germania sono arrivate le parole del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, secondo cui esistono "margini per ritrovarci tutti assieme in un punto di mediazione che possa proporci una soluzione possibile". Le posizioni, comunque, al momento restano distanti. Per ora non è previsto un bilaterale tra la premier Giorgia Meloni e il cancelliere Olaf Scholz a margine del Consiglio informale nella città spagnola: dipenderà dall'esito dei contatti tecnici.

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Il caso Catania

Guardando all’Italia, è scontro aperto fra Palazzo Chigi e i magistrati. Nelle scorse ore la premier Meloni ha riversato sui social la sua irritazione per la sentenza di Catania con cui la giudice Iolanda Apostolico non ha convalidato il trattenimento di tre migranti tunisini, ritenendo le nuove regole - appena varate dal governo - in contrasto con la normativa europea. Meloni si è detta "basita" per la sentenza dalle motivazioni "incredibili". Ma prima l'Anm e poi 10 togati del Csm si sono schierati a difesa della collega, finita nel mirino anche di tutto il centrodestra. Le opposizioni, poi, hanno condannato l'ennesimo "scontro istituzionale". La giudice si è chiamata fuori dalle "polemiche": la questione è giuridica e "impugnabile" e non deve essere trasformata in una "questione personale", ha spiegato. E infatti al ministero dell'Interno stanno studiando gli estremi per il ricorso in Cassazione. Meloni, comunque, ha puntato il dito anche contro quel "pezzo di Italia", non meglio identificato, che "fa tutto il possibile per favorire l'immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell'accoglienza".

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