Nagorno Karabakh, 65mila rifugiati in Armenia. Separatisti annunciano fine Repubblica

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Non si arresta l'esodo della popolazione armena in fuga dall'enclave dopo che l'Azerbaigian ha sferrato la sua offensiva lampo per stroncare le spinte separatiste dei ribelli. Samvel Shahramanyan, presidente separatista eletto lo scorso 10 settembre, ha firmato un decreto per lo scioglimento delle istituzioni a partire dal primo gennaio 2024

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Non si arresta l'esodo della popolazione armena dal Nagorno-Karabakh, in fuga dall'enclave dopo che l'Azerbaigian ha sferrato la sua offensiva lampo per stroncare le spinte separatiste dei ribelli. Secondo il governo a Erevan sono giunti 65.036 rifugiati, più della metà della popolazione della regione separatista. Dopo l’offensiva Baku ha aperto domenica l'unica strada che collega l'enclave all'Armenia, quattro giorni dopo la capitolazione dei separatisti e un accordo di cessate il fuoco che ha spinto migliaia di civili armeni a fuggire dall'arrivo delle forze azere.

I separatisti rinunciano al progetto

Samvel Shahramanyan, il presidente del Nagorno Karabakh eletto lo scorso 10 settembre, ha firmato un decreto per lo scioglimento della Repubblica separatista non riconosciuta a partire dal prossimo primo gennaio 2024. Da quella data saranno sciolte tutte le istituzioni e organizzazioni statali, si legge nel documento, spiegando che si tratta di una decisione presa ''sulla base della priorità di garantire la sicurezza fisica e gli interessi vitali del popolo del Karabakh'' e ''tenendo conto dell'accordo raggiunto con la mediazione del comando del contingente russo di mantenimento della pace con i rappresentanti della Repubblica dell'Azerbaigian''.

 

Familiarizzare con condizioni di reitegrazione

In base agli accordi il passaggio “libero, volontario e senza ostacoli dei residenti del Nagorno-Karabakh, compreso il personale militare che ha deposto le armi, è garantita lungo il corridoio Lachin''. Il decreto, entrato in vigore subito dopo la sua pubblicazione, afferma inoltre che ''la popolazione del Nagorno-Karabakh, compresa quella al di fuori dei suoi confini, dopo l'entrata in vigore del decreto dovrebbe familiarizzare con le condizioni di reintegrazione fornite dalla Repubblica dell'Azerbaigian, al fine di costituire una comunità indipendente e di decidere in autonomia se rimanere nella regione''.

 

Ruben Vardanyan, l'ex capo del governo della autoproclamata Repubblica di Atsakh, nell'enclave armena del Nagorno-Karabakh, è stato fermato dalle forze dell'Azerbaigian mentre cercava di lasciare l'enclave diretto in Armenia, 27 settembre 2023.
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Il primo ministro armeno ha accusato l'Azerbaigian di "pulizia etnica" nel Nagorno Karabakh, assicurando che "nei prossimi giorni" se ne saranno andati tutti gli armeni dall'enclave, appena una settimana dopo la vittoria militare dell'Azerbaigian. "L'esodo degli armeni dal Nagorno Karabakh continua. La nostra analisi mostra che nei prossimi giorni non ci saranno più armeni nel Nagorno Karabakh. Questo e' un atto di pulizia etnica contro il quale avevamo messo in guardia la comunità internazionale", ha dichiarato Nikol Pashinian dinanzi al suo governo. Secondo Erevan dall'enclave sono andate via già 65mila persone, ovvero la metà degli abitanti.

epa10882065 Vehicles leave Nagorno-Karabakh through a checkpoint on the entrance of the Lachinsky corridor, which connects the Nagorno-Karabakh region with Armenia, in Lachin, Azerbaijan, 25 September 2023. Azerbaijan on 19 September 2023 launched a brief military offensive on the contested region of Nagorno-Karabakh, a breakaway enclave that is home to some 120,000 ethnic Armenians. The Armenian government announced the evacuation of about 3,000 local residents from the region following the ceasefire agreed on 20 September 2023, as Azerbaijan opened all checkpoints with Armenia for the unimpeded exit of civilians from the territory of Nagorno-Karabakh. Russian peacekeepers escorted convoys of civilians from Nagorno-Karabakh leaving for Armenia, the Russian Ministry of Defense reported.  EPA/ROMAN ISMAYILOV

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