"I partecipanti hanno preso atto del comune interesse di Armenia e Azerbaigian a sfruttare l'eventuale incontro di Granada per proseguire gli sforzi di normalizzazione", spiega il Consiglio Ue al termine della riunione tra i consiglieri per la sicurezza. Ci sarebbero vittime "a seguito di un'esplosione in un deposito di carburante vicino alla strada Stepanakert-Askeran", hanno affermato in un comunicato i separatisti armeni, nel territorio conteso tra Armenia e Azerbaigian
Si è concluso a Bruxelles l'incontro tra i consiglieri diplomatici di Azerbaigian e Armenia in seguito all'ultima crisi nel Nagorno-Karabakh. "L'incontro ha permesso intensi scambi tra i partecipanti sulla rilevanza di un possibile incontro dei leader nel quadro del terzo vertice Epc previsto per il 5 ottobre a Granada. I partecipanti hanno preso atto dell'interesse comune dell'Armenia e dell'Azerbaigian a utilizzare l'eventuale incontro a Granada per continuare i loro sforzi di normalizzazione", ha spiegato la portavoce del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, Caterina Ecasinge. Centina di persone sono rimaste ferite, ieri, in un'esplosione avvenuta in una stazione di servizio nella contesa regione del Nagorno-Karabakh, nel Caucaso meridionale. L'ufficio del commissario per i diritti umani della non riconosciuta Repubblica dell'Artsakh ha parlato lunedì sera di almeno 200 persone ferite e di un numero imprecisato di persone uccise nell'esplosione vicino alla città principale della regione, Stepanakert. La causa dell'esplosione non è ancora chiara. Il politico Metakse Akopjan ha detto che al momento dell'incidente molte persone erano in fila per fare benzina sul posto perché volevano andare in Armenia per fuggire dagli azeri.
Il comunicato
"Ci sono morti e feriti a seguito di un'esplosione in un deposito di carburante vicino alla strada Stepanakert-Askeran", hanno affermato in un comunicato i separatisti di questa regione senza sbocco sul mare, aggiungendo che "sul posto sono presenti soccorritori e medici".
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L'esodo degli armeni
Una marea umana è in queste ore in fuga verso l'Armenia. Migliaia di armeni hanno infatti abbandonato il Nagorno Karabakh, enclave in territorio azero, dopo la violenta offensiva militare della scorsa settimana che ha provocato, in questa regione contesa del Caucaso meridionale, centinaia di morti, feriti o dispersi. Un esodo di massa a pochi giorni dalla fulminea vittoria dei soldati azeri contro le truppe dell'autoproclamata 'repubblica' ribelle, malgrado le rassicurazioni del presidente azero Ilham Aliev, che i diritti degli armeni che rimarranno saranno "garantiti".
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La mediazione Ue
Secondo quanto si apprende da fonti europee i consiglieri nazionali della sicurezza di Armenia, Azerbaigian, Francia, Germania si incontreranno insieme al rappresentante speciale Ue per il Caucaso Meridionale, Toivo Klaar. Ad ospitare il vertice a Bruxelles il consigliere nazionale per la sicurezza del Consiglio Ue, Simon Mordue. Scopo dell'incontro sarà fare il punto della situazione attuale e preparare un possibile incontro dei leader a Granada, dove il 5 ottobre si terrà il vertice della Comunità Politica Europea. In campo anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan giunto nell'enclave azera di Nakhichevan, situata tra Armenia e Iran e al confine con la Turchia, per incontrare il suo omologo Aliev.