Armenia, la resa dei separatisti chiude la guerra: il Nagorno Karabakh è azero

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Partiti i negoziati tra le due delegazioni: l'obiettivo è ottenere garanzie per la popolazione armena locale, che teme di subire discriminazioni e violenze ora che sarà dominata dall’Azerbaigian

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All’esercito azero sono sono state sufficienti 24 ore per ottenere la resa dell’enclave armena del Nagorno Karabakh. I combattimenti, che hanno provocato un centinaio di morti, si sono conclusi il 20 settembre, quando i leader dell’enclave hanno accettato le condizioni di Baku. È, di fatto, la fine della repubblica autoproclamata d’Artsakh, nome con cui gli indipendentisti chiamano il Nagorno Karabakh.

Primi negoziati nella città di Yervlakh

Dopo la resa, nella città di Yervlakh, hanno preso il via i negoziati tra le autorità del Nagorno Karabakh e quelle azere. Colloqui che non hanno tanto il compito di decidere i termini della completa integrazione del Karabakh nell’Azerbaigian: il Karabakh è già stato quasi tutto occupato militarmente dall’Azerbaigian e l’esercito locale non ha alcuna possibilità di opporsi, anche se non è da escludere che ci saranno alcuni tentativi di ribellione.

Garanzia per la popolazione armena locale

I rappresentanti del governo locale del Karabakh, dunque, hanno più che altro il compito di cercare di ottenere alcune garanzie per la popolazione armena locale, che teme di subire discriminazioni e violenze ora che sarà dominata dall’Azerbaigian. I negoziati si sono comunque conclusi senza un accordo, e ci saranno nuovi incontri nei prossimi giorni.

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