Clima, sei giovani portoghesi fanno causa a 32 Stati alla Corte europea dei diritti

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L'accusa è di non aver rispettato gli impegni assunti nel quadro dell'accordo di Parigi sul clima del 2015 volti a limitare l'aumento delle temperature

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È cominciata davanti alla Corte europea dei diritti umani a Strasburgo la maxi-causa intentata da sei giovani portoghesi nei confronti di 32 governi per "l'inazione" sul clima. Tra i Paesi coinvolti ci sono anche l'Italia e la Russia, con quest'ultima che non si è presentata in aula per l'udienza. Si tratta del primo caso sul clima a essere depositato presso la Corte europea dei diritti umani e il più grande su un totale di tre cause sul tema che la Corte sta esaminando. L'idea dei sei ragazzi è partita sei anni fa, nel 2017, a seguito dei devastanti incendi che bruciarono migliaia di ettari del Portogallo, provocando centinaia di morti.

La causa

I ricorrenti, di età compresa tra gli 11 e i 24 anni, accusano i 27 Stati europei, la Russia, la Turchia, la Svizzera, la Norvegia e il Regno Unito di non rispettare gli impegni assunti nel quadro dell'accordo di Parigi sul clima del 2015 volti a limitare l'aumento delle temperature. A seguire il dibattimento c'erano anche alcune delle anziane donne svizzere che lo scorso 29 marzo hanno presentato un ricorso contro il loro Paese per non aver fatto abbastanza per l'ambiente. Presente anche un gruppo di studenti dell'Università Federico II di Napoli. In occasione dell'udienza, fuori dalla Corte sono apparsi dei cartelloni di sostegno ai giovani portoghesi in diverse lingue. Quello in italiano recitava 'cosa c'è di più bello della speranza dei giovani che lottano per il loro futuro'. Prima di pronunciarsi nel merito, la Corte esaminerà innanzitutto l'ammissibilità del ricorso, giunto davanti ai giudici di Strasburgo nel 2020 e beneficiario di un trattamento prioritario. Se il dossier sarà ritenuto ammissibile, la decisione potrebbe arrivare nella migliore delle ipotesi nel 2024.

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L'udienza

Per Alison Macdonald, l'avvocato britannico dei sei giovani portoghesi, la Corte dei diritti umani è il solo rimedio contro la catastrofe climatica che si profila se gli Stati non adottano le misure necessarie per combattere il cambiamento climatico. Macdonald è intervenuta nel corso dell'udienza presso la Grande Camera della Corte affermando che "quello che cerchiamo con questo ricorso è di definire i doveri che gli Stati hanno nell'ambito del cambiamento climatico". Secondo i rappresentanti dei governi, intervenuti per difendersi dalle accuse, i giovani portoghesi non hanno rispettato le regole che la Corte di Strasburgo ha fissato per accettare i ricorsi e vogliono estendere oltre misura il concetto di responsabilità extra territoriale degli Stati.

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