La premier è a New York per la 78esima assemblea generale delle Nazioni Unite. "L’Italia - ha detto la presidente del Consiglio nel suo intervento all'Assemblea generale - ha scelto chiaramente da che parte stare. Lo ha fatto per senso di giustizia". Sui migranti: "Davvero una organizzazione come questa può voltarsi dall'altra parte di fronte a questo scempio?"
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie dal mondo
"E’ un onore, per me, rappresentare l’Italia di fronte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Un onore che, tuttavia, non è leggero come il privilegio, ma pesante come lo è la responsabilità. Perché noi viviamo un’epoca complessa, fatta di emergenze e mutazioni continue, e non possiamo permetterci il lusso delle frasi di circostanza, dei principi decantati ma non attuati, delle scelte facili in luogo di quelle giuste. Occorre tornare al senso profondo di ciò che ha dato vita a questo luogo, la Comunità delle Nazioni e dei popoli che si riconoscono nella Carta delle Nazioni Unite del 1945, nata per trovare soluzioni condivise che potessero garantire pace e prosperità". Con queste parole, la premier Giorgia Meloni inizia il suo intervento all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (L'INTERVENTO INTEGRALE: VIDEO).
La guerra in Ucraina
Per la premier "sono in fondo due gli elementi che hanno dato un senso a questo luogo. Da una parte le Nazioni, che esistono perché rispondono al bisogno naturale degli uomini di sentirsi parte di una comunità di destino, di appartenere ad un determinato popolo e di poter condividere con altre persone la stessa memoria storica, le stesse leggi, gli stessi usi e costumi. In una parola, la identità. E dall’altra parte l'ispirazione di quelle Nazioni, differenti tra loro, di trovare un luogo nel quale risolvere le controversie internazionali con uno strumento più difficile da utilizzare ma decisamente più efficace nei risultati della forza, cioè lo strumento della ragione".
"Se questi due elementi, la Nazione e la Ragione, sono ancora il fondamento di ciò che ci muove, allora dobbiamo respingere il racconto utopico e interessato di chi dice che un mondo senza Nazioni, senza confini e senza identità, sarebbe anche un mondo senza conflitti, e con altrettanta determinazione dobbiamo impedire il ritorno della forza come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. La guerra di invasione russa dell’Ucraina ci racconta esattamente questo. Che di fronte a chi vorrebbe riportarci al tempo delle guerre di dominio e di stampo neo-imperialista del quale pensavamo esserci liberati nel secolo scorso la Ragione può ancora avere la meglio, e che l’amore di Patria, il valore della Nazione, più ancora essere difeso oltre l’inimmaginabile".
"L’Italia - ha proseguito al presidente del Consiglio - ha scelto chiaramente da che parte stare. Lo ha fatto per senso di giustizia. Lo ha fatto perché è consapevole di quanto sarebbe difficile governare un mondo nel quale ha avuto la meglio chi bombarda le infrastrutture civili sperando di piegare un popolo con il freddo e il buio, chi utilizza come arma l'energia e ricatta le nazioni in via di sviluppo impedendo di esportare il grano, la materia prima indispensabile per sfamare milioni di persone".-
"Sui migranti non voltarsi dall'altra parte"
"Davvero una organizzazione come questa, che afferma nel suo atto fondativo 'la fede nella dignità e nel valore della persona umana' può voltarsi dall'altra parte di fronte a questo scempio?". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lanciando l'appello ad agire "tutti insieme" sui migranti per contrastare i "trafficanti di esseri umani".
"Sono convinta che sia dovere di questa organizzazione rifiutare ogni ipocrisia sul tema dei migranti e dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani", ha poi proseguito Meloni. "E per farlo dobbiamo lavorare insieme a ogni livello, e l'Italia - ha assicurato - intende essere in prima fila su questo fronte". Un "certo approccio ipocrita in tema di immigrazione ha fatto arricchire a dismisura questa gente. Noi vogliamo combattere la mafia in tutte le sue forme, e combatteremo anche questa. Deve essere un obiettivo che ci unisce tutti". Poi Meloni aggiunge: "L'Africa non è un continente povero" ma "è stato spesso ed è un continente sfruttato, troppo spesso gli interventi delle Nazioni straniere nel continente non sono stati rispettosi delle realtà locali. Spesso l'approccio è stato predatorio, e ciononostante perfino paternalistico. Occorre invertire la rotta".
L'intelligenza artificiale
"Perfino quello che a uno sguardo superficiale può sembrare uno strumento per migliorare il benessere dell’umanità, a un’analisi più attenta rivela i suoi rischi. Pensiamo all’intelligenza artificiale. Le applicazioni di questa nuova tecnologia rappresentano sicuramente una grande opportunità in molti campi - dice la premier italiana in un passaggio del suo intervento all'Assemblea generale delle Nazioni Unite - ma non possiamo fingere di non comprendere anche gli enormi rischi che porta con sé. Non sono certa che ci stiamo rendendo conto abbastanza delle implicazioni connesse a uno sviluppo tecnologico che corre molto più velocemente della nostra capacità di governarne gli effetti".
"Eravamo abituati a un progresso che aveva come obiettivo ottimizzare le capacità umane, e oggi ci confrontiamo con un progresso che rischia di sostituire le capacità umane - aggiunge -. E se in passato questa sostituzione si concentrava sul lavoro fisico, così che gli uomini potessero concentrarsi sui lavori di concetto e di organizzazione, oggi è l’intelletto che rischia di essere soppiantato, con conseguenze che potrebbero essere devastanti, particolarmente nel mercato del lavoro. Sempre più persone non saranno necessarie, in un mondo sempre più dominato dall’ineguaglianza, dalla concentrazione di potere e di ricchezza nelle mani di pochi. Non è il mondo che vogliamo. E dunque non possiamo commettere l’errore di considerare questo dominio una “zona franca” senza regole", mette in guardia la premier.
Meloni non è andata alla cena di Biden
Nella prima serata a New York la premier si è concessa un momento informale, una cena in un noto ristorante italiano - specialità la pizza napoletana "old style" - con il suo staff e con la figlia Ginevra, che la accompagna anche in questo viaggio a New York. Niente ricevimento di Joe Biden per lei, il tradizionale appuntamento che il presidente americano offre ai leader mondiali in occasione dell'Assemblea generale dell'Onu. La premier non ha partecipato alla serata al Metropolitan Musem of Art (che non compariva nell'agenda ufficiale). Come altri leader, fanno notare da Palazzo Chigi, ricordando che Meloni ha continue occasioni di scambio con il presidente americano, da ultimo giusto pochi giorni fa in occasione del G20 in India.
La premier non ha parlato al Consiglio di sicurezza
Meloni ha saltato anche - questa volta la sua partecipazione era stata annunciata - l'intervento alla sessione speciale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dedicata all'Ucraina. L'assenza viene giustificata dallo staff della premier per gli impegni in incontri bilaterali con i Paesi africani che cambiano di continuo (l'Algeria ad esempio era già in agenda e poi è slittata). Palazzo Chigi precisa che la premier "ha partecipato questa mattina al dibattito in Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite, dove ha ascoltato gli interventi principali, tra cui quello di Volodymyr Zelensky", con cui ha avuto poi un incontro a margine, oltre a vedere i leader di Algeria, Ruanda e Malawi ed il primo ministro canadese Trudeau. Al posto della premier ha parlato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, per ribadire che la posizione dell'Italia resta fermamente a fianco a Kiev fin quando ce ne sarà bisogno, che bisogna perseguire una pace "giusta" e che Roma è e sarà in prima fila anche per la ricostruzione.
Il bilaterale con Guterres e poi il discorso
L’agenda della presidente del Consiglio a New York è molto fitta. Dopo aver partecipato all’apertura del dibattito generale al Palazzo di Vetro, ha incontrato il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, quello della Guinea Bissau Umaro Sissoco Embalò, della Repubblica del Senegal Macky Sall e della Repubblica del Kenya William Samoei Ruto. Nel pomeriggio ha deposto una corona di fiori a Columbus Circle.
vedi anche
Onu, Zelensky illustra piano di pace: “Via potere di veto alla Russia”
I bilaterali
Palazzo Chigi, nelle scorse ore, ha sottolineato come l'attenzione verso l'Africa da parte del governo italiano sia dimostrata anche dagli incontri avuti dalla premier con i presidenti di Guinea Bissau, Senegal e Kenya. Al centro dei colloqui, ha spiegato ancora Palazzo Chigi, la volontà di rafforzare il contrasto al traffico di esseri umani, anche attraverso la promozione dello sviluppo economico di questi territori, la pianificazione e la realizzazione congiunta di iniziative in settori strategici. Meloni ha incontrato anche Erdogan: un colloquio "lungo e cordiale", hanno detto fonti del governo italiano. Tra i temi, la guerra in Ucraina, l'impegno a rafforzare la collaborazione con le nazioni africane sul tema della sicurezza alimentare, l'importanza di affrontare il tema delle migrazioni nel Mediterraneo combattendo i trafficanti di esseri umani, i rapporti economico commerciali tra i due Paesi. "Con Erdogan ho parlato anche di migranti, del ruolo che i Paesi mediterranei giocano. Nel caso della Turchia è un ruolo doppiamente importante perché riguarda sia la tratta mediterranea che la rotta balcanica", ha detto Meloni. "La Turchia ha dato dei segnali di attenzione con i visti, ma credo che si possa fare di più", ha aggiunto. E ancora: la Turchia è "in prima fila" per riattivare l'accordo sul grano ucraino, "sta portando avanti un lavoro utile e tutti noi dobbiamo collaborare per sbloccare la questione del grano, che impatta soprattutto l'Africa".