Modi chiude il G20, Lula invita Putin a Rio nel 2024: "Non sarà arrestato"

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Terminato a New Delhi l’ultimo giorno di lavori. Il premier indiano ha passato il martelletto al presidente brasiliano, che guiderà il prossimo vertice. Accordo sulla dichiarazione finale, ma Kiev è delusa: si condanna l’uso della forza senza citare Mosca. Chiesta "una piena attuazione dell'accordo sul grano". Lavrov: "Un successo, siamo riusciti a sventare il tentativo dell'Occidente di 'ucrainizzare' l'agenda del vertice". Meloni: "Non è stata un'edizione facile"

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Si è chiuso il G20 a New Delhi.  "Abbiamo lavorato per una dichiarazione che avesse un riferimento specifico all'Ucraina, non era un risultato scontato se si tiene in conto che le ministeriali sono tutte finite senza una dichiarazione finale. È una dichiarazione di compromesso ma la considero comunque Importante in questo contesto", ha detto la premier Giorgia Meloni. Intanto, il premier indiano Narendra Modi ha passato il testimone, anzi il martelletto di legno delle riunioni, al presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva: nel 2024, infatti, la presidenza del gruppo dei principali Paesi industrializzzati e in via di sviluppo spetterà al Brasile. Lula ha già detto che inviterà Vladimir Putin e che non lo arresterà se dovesse presentarsi. I leader hanno salvato l'unità al prezzo di un accordo al ribasso sull'Ucraina (che ha deluso Kiev): il comunicato finale, infatti, condanna l'uso della forza ma non cita Mosca (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE – GLI AGGIORNAMENTI). "Siamo riusciti a sventare il tentativo dell'Occidente di 'ucrainizzare' l'agenda del vertice", ha detto il ministro degli Esteri della Russia Sergej Lavrov, che ha definito il vertice "un successo".

Gli altri temi sul tavolo

I leader hanno però sottolineato che le "crisi a cascata" sono una minaccia per la crescita globale a lungo termine e hanno chiesto "una piena attuazione dell'accordo sul grano", sottolineando la necessità di interrompere gli attacchi alle infrastrutture alimentari e dell'energia. Anche gli sforzi sulla transizione energetica e la lotta ai cambiamenti climatici non soddisfano appieno le attese. Il premier indiano Modi, comunque, è riuscito a evitare - con l'appoggio del presidente americano Joe Biden - che il suo summit in India si concludesse senza una dichiarazione finale (sarebbe stata la prima volta). Inoltre, ha incassato l'ingresso a pieno titolo dell'Unione africana nel gruppo dei principali Paesi più industrializzati ed emergenti e ha fatto approvare varie iniziative, tra cui la Global Biofuel Alliance per favorire la diffusione dei biocarburanti e la transizione energetica a livello globale.

L’ultimo giorno di lavori

La terza e ultima sessione di lavori del G20 era intitolata One Future: tra i temi, transizione digitale, riforma delle istituzioni multilaterali e intelligenza artificiale. "Una cosa è chiara: il futuro sarà digitale", ha detto nel suo intervento la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. "Il tema cruciale oggi è come regolamentare una tecnologia in rapidissima trasformazione. L'Europa ha il compito, assieme ai suoi partner, di proporre un'infrastruttura globale per contenere i rischi dell'Ia", ha aggiunto.

Lula vuole invitare Putin al prossimo G20

La seduta si era aperta con il primo ministro indiano Narendra Modi che ha ricevuto un alberello in dono da Luiz Inacio Lula da Silva, il presidente del Brasile, che avrà la presidenza del prossimo G20. Lula ha detto ai media indiani che ha intenzione di spedire l’invito per il summit anche a Putin e che il presidente russo non sarà arrestato qualora decidesse di partecipare al vertice (su di lui pende un mandato di cattura della Corte penale internazionale per la guerra contro l'Ucraina). Secondo Lula, le questioni geopolitiche non dovrebbero colpire i lavori del G20. "Non possiamo lasciare che sequestrino l'agenda delle sue discussioni. Non abbiamo interessi a un G20 diviso. Abbiamo bisogno di pace e cooperazione, non di conflitto", ha detto. Ha aggiunto che anche il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha bisogno di nuovi Paesi in via di sviluppo tra i suoi membri permanenti e non permanenti, per riconquistare la sua forza politica.

La visita al memoriale di Gandhi

Prima dell'ultima sessione c’è stata una visita dei leader al Rajghat, il memoriale di Gandhi. "Nell'iconico Rajghat, la famiglia del G20 ha reso omaggio al Mahatma Gandhi, il faro della pace, del servizio, della compassione e della non violenza. Mentre diverse nazioni trovano un punto di convergenza, gli ideali senza tempo di Gandhi guidano la nostra visione collettiva per un futuro globale armonioso, inclusivo e prospero", ha scritto in un tweet il primo ministro indiano Modi.

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L’accordo sull’Ucraina

Alla fine, quindi, i leader hanno trovato l’accorso sulla dichiarazione finale. Lo scoglio principale è stato il linguaggio da usare sulla guerra in Ucraina, amplificato dalle assenze dei presidenti cinese Xi Jinping e russo Vladimir Putin: è stato risolto con la denuncia "dell'uso della forza" in Ucraina per le conquiste "territoriali" e con l'omissione dell'aggressione della Russia. "Una formula annacquata rispetto a quella del G20 di Bali di novembre 2022, necessaria per la riuscita del summit e della presidenza indiana", ha detto all’Ansa una fonte. "La parte più complessa dell'intero G20 è stata quella di arrivare al consenso sul paragrafo geopolitico (Russia-Ucraina). Questo è stato fatto in 200 ore di negoziati non-stop, 300 incontri bilaterali, 15 bozze. In questo sono stato molto aiutato da due brillanti ufficiali", ha scritto in un tweet Amitabh Kant, lo sherpa del governo indiano, ringraziando la diplomatica Eenam Gambhir e il suo collega Nagaraj Naidu Kakanur.

epa10306829 India's Prime Minister Narendra Modi walks to attend a welcoming dinner of the G20 Leaders' Summit at the Garuda Wisnu Kencana Cultural Park in Bali, Indonesia, 15 November 2022. The 17th Group of Twenty (G20) Heads of State and Government Summit runs from 15 to 16 November 2022.  EPA/WILLY KURNIAWAN / POOL

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Gli impegni di Meloni

Meloni, dal canto suo, oggi ha incontrato il presidente della Repubblica di Corea, Yoon Suk-yeol. "Il colloquio ha consentito uno scambio di vedute sui temi centrali del G20 e sulle principali tematiche internazionali, a partire dal comune impegno a sostegno dell'Ucraina e della stabilità nell'Indo-Pacifico. I due leader hanno espresso soddisfazione per l'articolata collaborazione in atto in tutti gli ambiti", ha spiegato una nota di Palazzo Chigi. Meloni ha visto anche il presidente della Repubblica d'Indonesia Joko Widodo. "Al centro dei colloqui, l'interesse reciproco a un ulteriore rilancio dei rapporti bilaterali e la cooperazione in settori quali la transizione energetica, le infrastrutture e la sicurezza", ha detto Palazzo Chigi.

Biden: “G20 può ancora trovare soluzioni ai problemi più urgenti”

In un momento in cui l'economia globale soffre a causa della sovrapposizione degli shock legati alla crisi climatica, alla fragilità e ai conflitti, "il summit di quest'anno ha dimostrato che il G20 può ancora trovare soluzioni ai nostri problemi più urgenti", ha scritto su X il presidente americano Joe Biden nell'ultimo giorno del summit. Ha aggiunto di essere "orgoglioso di annunciare che Stati Uniti, India, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Italia e Ue hanno finalizzato un accordo storico per un nuovo corridoio economico India-Medio Oriente-Europa". Un progetto, presentato ieri come una delle risposte infrastrutturali e di connessione economica alla Belt and Road Initiative (la nuova Via della Seta) sponsorizzata dalla Cina, che "va ben oltre la semplice posa di binari. Si tratta di un investimento regionale rivoluzionario", ha detto Biden.

Incontro Erdogan-al Sisi dopo decennio di tensioni 

E sempre nella cornice del G20, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avuto colloqui diretti con il suo omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi, dopo oltre un decennio di gelo delle relazioni bilaterali. Emerge dalle immagini trasmesse in diretta dalla televisione turca - e dalle foto di rito postate sui siti ufficiali - che mostrano i due leader a colloquio e che si stringono la mano, accompagnati da diversi membri delle rispettive delegazioni. 

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