Il primo ministro indiano Modi ha dichiarato che tutti i partecipanti al centro convegni Bharat Mandapam sono d'accordo sulla dichiarazione finale. Nel documento i Paesi chiedono a Mosca "il pieno rispetto dell'accordo sulle consegne di grano ai Paesi in via di sviluppo, soprattutto africani". La premier Meloni: "Oltre il 70% del Fondo per il clima italiano andrà all'Africa: sono 3 miliardi di euro fino al 2028"
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"Tutti i Paesi del G20 sono d'accordo sulla dichiarazione finale". È l'annuncio del primo ministro indiano Narendra Modi, che questa mattina ha accolto i leader nel centro convegni Bharat Mandapam di Nuova Delhi e aperto i lavori del summit. Un annuncio che fa seguito alle indiscrezioni giunte su un accordo tra gli sherpa nella notte in merito a una definizione "annacquata" della guerra in Ucraina, finora sempre osteggiata da Mosca e da Pechino (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE – GLI AGGIORNAMENTI). A tale annuncio ha fatto seguito la dichiarazione congiunta del G20, che ha denunciato "l'uso della forza" in Ucraina per conquiste "territoriali", non menzionando però direttamente la Russia, sebbene la richiami: "Tutti gli Stati devono astenersi dalla minaccia o dall'uso della forza per perseguire l'acquisizione territoriale contro l'integrità territoriale e la sovranità o l'indipendenza politica di qualsiasi Stato", dichiarano gli Stati. "Non c'è niente di cui essere fieri": è stato il commento di Kiev al testo della dichiarazione finale proprio perché nel testo si denuncia l'uso della forza per conquistare territori ma non si fa accenno all'aggressione russa dell'Ucraina. La mattinata di oggi ha visto anche lo storico ingresso dell'Unione Africana, che è ufficialmente diventata membro permanente del G20. Presenti al vertice la premier italiana Giorgia Meloni, il presidente Usa Joe Biden e anche il presidente francese Emmanuel Macron. Assente, invece, il presidente cinese Xi Jinping, mentre era scontata l’assenza del capo del Cremlino Vladimir Putin. Tensione questa mattina tra il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov in merito all'accordo sul grano. Un riferimento sul grano è presente anche nella dichiarazione congiunta: il G20 richiede la "piena, tempestiva ed efficace attuazione" dell'accordo. In mattinata è stata raggiunta anche una storica intesa su un nuovo progetto di corridoio economico e infrastrutturale per collegare India, Medio Oriente e Europa, attraverso collegamenti ferroviari e marittimi.
Il clima
"Il nesso clima-energia è sempre più importante in una fase nella quale il mondo continua ad affrontare gli effetti a cascata della crisi innescata dalla guerra di aggressione russa all'Ucraina e dall'uso delle forniture energetiche come un'arma di ricatto da parte di Mosca", ha detto la premier Meloni durante la prima sessione del summit. "La risposta al cambiamento climatico deve riguardare davvero tutti, altrimenti pensare che possa portare risultati apprezzabili è pura utopia", ha aggiunto. Del tema ha parlato anche il presidente brasiliano Lula, che ha evidenziato come "il pianeta stia affrontando un'emergenza climatica senza precedenti" a causa della mancanza di impegno per l'ambiente. Siccità, inondazioni, tempeste e incendi stanno diventando sempre più frequenti". Su un maggiore impegno di tutti i Paesi ha insistito anche Meloni, che ha ribadito come "al di là degli impegni sul contenimento del riscaldamento in corso, dobbiamo considerare prioritaria l'adozione di tutte le misure utili alla mitigazione delle conseguenze dei cambiamenti climatici, che impattano soprattutto sui Paesi del sud globale". Per questo, ha sottolineato la premier italiana, "destineremo all'Africa oltre il 70% del Fondo Italiano per il clima. Significa 3 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, equamente destinati a iniziative di mitigazione e adattamento". Nella dichiarazione congiunta finale i leader si sono impegnati a sostenere gli sforzi per triplicare la capacità globale di energia rinnovabile entro il 2030, dichiarando di voler "accelerare urgentemente le nostre azioni per affrontare le crisi ambientali e le sfide come il cambiamento climatico". A questo proposito, ribadiscono i Paesi, è necessario aumentare gli investimenti. "Devono crescere per raggiungere i nostri obiettivi climatici dell'accordo di Parigi e allo stesso tempo devono aumentare rapidamente e sostanzialmente anche quelli nella finanza climatica, da miliardi a trilioni di dollari a livello globale da tutte le fonti", scrivono nel documento. I leader del G20 spingono appunto per la transizione energetica e la lotta ai cambiamenti climatici, ma a sorpresa non menzionano impegni temporali sull'eliminazione dei combustibili fossili. A dispetto dei molteplici segnali negativi sulla crisi climatica, i leader hanno affermato di riconoscere l'importanza di "accelerare gli sforzi verso l'eliminazione graduale dell'energia a carbone". L'assenza di impegni definiti stona anche considerando che il documento dei leader è maturato all'indomani del rapporto dell'Onu che ha rimarcato come l'eliminazione graduale dei combustibili fossili sia "indispensabile" per lo zero netto delle emissioni.
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L’Unione Africana è membro permanente
Dopo aver aperto i lavori, il primo ministro indiano Narendra Modi ha annunciato che l’Unione Africana è membro permanente del G20. Modi ha poi invitato il presidente dell'Unione Africana Azali Assoumani, presidente delle Comore, a prendere posto. Assoumani si è quindi seduto fra gli altri leader, mentre un addetto sistemava sul tavolo il cartellino dell'Ua e la bandiera verde dell'organizzazione internazionale. Un momento storico, salutato dall'applauso dei leader. Proprio in una giornata storica come questa è arrivata l'accusa sferzante del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nei riguardi del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. "Che cinismo, signor rappresentante russo, lei non ha accettato di preservare l'accordo sul grano del Mar Nero e, allo stesso tempo, sta attaccando le infrastrutture portuali. Oltre al danno la beffa, la Russia offre un milione di tonnellate di grano ai Paesi africani in una parodia di generosità. Che cinismo e disprezzo verso i Paesi africani, quando sappiamo che l'accordo ha finora consentito di esportare più di 30 milioni di tonnellate di grano, perlopiù verso i Paesi più vulnerabili", ha dichiarato. A margine dell'incontro, i leader hanno riportato nella loro dichiarazione congiunta la richiesta di "una piena, tempestiva ed efficace attuazione" dell'accordo sul grano, "efficace per garantire consegne immediate e senza ostacoli di grano, prodotti alimentari e fertilizzanti e input agricoli provenienti dalla Federazione Russa e dall'Ucraina. Questo è necessario per soddisfare la domanda nei Paesi in via di sviluppo e meno sviluppati, in particolare quelli africani".
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Intesa raggiunta su definizione guerra in Ucraina
“Crisi a cascata” hanno posto sfide alla crescita economica di lungo termine: servono politiche macroeconomiche coordinate per sostenere l'economia mondiale. È questo il messaggio che il G20 intende lanciare nel comunicato finale, dopo l'allarme della segretaria al Tesoro Usa Yellen sui danni dell'invasione russa, definita di gran lunga il fattore più destabilizzante per l'economia globale e anche quello di maggiore incertezza per gli assetti geopolitici mondiali. La guerra resta lo scoglio più dirimente del testo: nella notte, però, sembra che gli sherpa abbiano raggiunto l'accordo su come definire in conflitto in Ucraina. "Sul modello del G20 di Bali di novembre 2022, ma un po' più annacquato", hanno spiegato alcune fonti. "Il testo di compromesso redatto e proposto da Indonesia, India, Brasile e Sudafrica per superare lo stallo ha avuto il via libera da G7 e Cina, lasciando la Russia in posizione solitaria e nella situazione di dover accettare", hanno aggiunto. Nella dichiarazione finale del G20 di Bali fu usato il termine "guerra" contro il volere di Russia e Cina, con la "condanna" da parte della "maggioranza dei membri". Ora gli sherpa del G20 hanno elaborato un linguaggio di compromesso sull'invasione russa dell'Ucraina: la formulazione "è sostanzialmente simile a quella concordata al vertice dello scorso anno a Bali", hanno ribadito le fonti. Il G20 di Nuova Delhi è quindi salvo grazie a un escamotage sulla formulazione del paragrafo relativo all'Ucraina, che riprende il linguaggio del comunicato di Bali dello scorso anno. Secondo quanto spiegato all'Adnkronos da fonti vicine ai negoziati della dichiarazione del vertice, il compromesso redatto "faticosamente" nella notte e proposto da Indonesia, India, Brasile e Sud Africa, è stato poi accettato da tutti, Russia compresa. I leader, "richiamandosi alla discussione di Bali, hanno ribadito le posizioni nazionali e le risoluzioni adottate dal Consiglio di sicurezza e dall'Assemblea generale dell'Onu", ma senza citare, come avvenuto lo scorso anno, i voti con cui i testi di condanna della Russia sono stati approvati. Un compromesso che anche lo sherpa di Mosca è stato costretto ad accettare, per evitare di restare da solo, dopo che anche i cinesi avevano dato il loro via libera, fanno sapere le fonti. "Bisognava salvare il vertice", hanno detto, sottolineando tra l'altro che nella dichiarazione di Bali c'erano solo due paragrafi relativi all'Ucraina, mentre in quella di Nuova Delhi ce ne sono 7, tra cui quello "politicamente molto importante", nel quale si afferma, in un riferimento alla formula di pace del presidente Volodymyr Zelensky, che "si accolgono con favore tutte le iniziative costruttive che sostengono una pace duratura, giusta e complessiva in Ucraina". "È la prima volta che in un testo del G20 c'è un riferimento alla pace", hanno concluso le fonti.
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Basta attacchi a infrastrutture alimentari ed energia
Nella dichiarazione congiunta, senza citare i recenti attacchi contro l'Ucraina, si legge che "enfatizzando l'importanza di sostenere la sicurezza alimentare ed energetica, noi abbiamo chiesto la cessazione della distruzione militare o di altri attacchi a infrastrutture rilevanti. Abbiamo anche espresso profonda preoccupazione per l'impatto negativo che i conflitti hanno sulla sicurezza dei civili, esacerbando così le fragilità e le vulnerabilità socioeconomiche esistenti e ostacolando una risposta umanitaria efficace".
Stretta di mano tra Biden e Mohammed bin Salman
A margine del G20 di New Delhi c'è stata una stretta di mano e scambio di battute tra il presidente Usa Joe Biden e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Nel pomeriggio, i leader dei Paesi coinvolti hanno letto dichiarazioni sull'iniziativa: alla fine, seduti a sinistra e a destra del premier Narendra Modi, Biden e Mbs si sono incrociati e salutati davanti alle telecamere. Biden nel corso della sua ultima visita a Gedda non aveva stretto la mano a bin Salman dopo averlo attaccato duramente durante la campagna del 2020 per l'uccisione del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi.
Li a Meloni: "Relazione sana e stabile"
Nell'incontro con Giorgia Meloni a margine del G20 di New Delhi, secondo quanto riportato dall'ambasciatore cinese a Roma, Jia Guide, il premier Li Qiang ha detto che una relazione sana e stabile tra Cina e Italia "è in linea con gli interessi comuni di entrambi i Paesi ed è necessaria per un migliore sviluppo di entrambi". La speranza del Paese orientale è che l'Italia "fornisca un ambiente imprenditoriale equo, giusto e non discriminatorio affinché le aziende cinesi possano investire e svilupparsi in Italia. La Cina continuerà ad espandere l'accesso al mercato per creare maggiori opportunità per i prodotti di qualità di entrare nel mercato". Sembra intanto delinearsi la strada per un'uscita soft dell'Italia dall'accordo infrastrutturale-commerciale della Via della Seta, soluzione di cui anche il partner avrebbe ormai preso atto, nel comune impegno a rilanciare il rapporto a 360 gradi e a mantenerlo nei canali della solida amicizia. Il premier cinese avrebbe provato a evidenziare alla Meloni i vantaggi portati dalla Via della Seta all'Italia, unico Paese G7 ad aver aderito, nel 2018 con il governo Conte, ma l'esecutivo di centrodestra è intenzionato a non rinnovare l'accordo.
Gli incontri di Meloni
Intanto, ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato il premier britannico Rishi Sunak: al centro la cooperazione sul dossier migrazioni, ma anche le sfide dell'intelligenza artificiale, fra i punti cruciali di uno dei due interventi della premier previsti al G20. Invece nell'incontro della Meloni con il premier cinese Li Qiang, insieme hanno ribadito il valore del "Partenariato Strategico Globale di cui il prossimo anno ricorrerà il ventesimo anniversario e che costituirà il faro per l'avanzamento dell'amicizia e della collaborazione tra le due Nazioni in ogni settore di comune interesse". Infine la premier italiana ha visto il padrone di casa, il primo ministro indiano Narendra Modi, e ha avuto un altro bilaterale con il presidente della Corea del Sud Yoon Suk-yeol.