Erdogan ha approvato l'ingresso della Svezia nella Nato, cosa ha ottenuto in cambio?

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Il presidente turco, che fino a qualche giorno fa sembrava ancora restio all’idea di aprire a Stoccolma, ha cambiato idea lunedì sera, quando da Vilnius è arrivato l’annuncio dell’accordo. A mutare lo scenario, secondo gli esperti, sarebbero state le promesse di Svezia, Unione europea e Stati Uniti ad Ankara

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Promesse dalla Svezia, dall’Unione europea e dagli Stati Uniti. Sarebbero stati questi tre ingredienti a convincere Recep Tayyip Erdogan a dare il via libera all'adesione di Stoccolma alla Nato. Il presidente turco, che fino a qualche giorno fa sembrava ancora restio all’idea di aprire alla Svezia, ha cambiato idea lunedì sera, quando da Vilnius è arrivato l’annuncio dell’accordo. Cosa l’abbia spinto a invertire la rotta, però, non è ancora chiaro. Se i dettagli ufficiali dell’intesa con Stoccolma sono ancora pochi, molti esperti ritengono che il sì del presidente turco sia dovuto non solo al lavoro di mediazione durato diversi mesi e sfociato nel trilaterale di ieri, ma anche ad alcune concessioni di altri attori in campo. Ue e Usa, appunto (VERTICE NATO, GLI AGGIORNAMENTI LIVE).

L’accordo sulla Svezia

L’apertura della Turchia sull'adesione della Svezia alla Nato è arrivata dopo un incontro tra il presidente turco Tayyip Erdogan, il primo ministro svedese Ulf Kristersson e il segretario generale Nato Jens Stoltenberg. L'accordo, in base ai pochi dettagli emersi dopo l’annuncio, prevede che la Nato crei un Coordinatore per la lotta contro il terrorismo e che la Svezia implementi gli accordi sulla rimozione delle limitazioni per l'export di armi verso Ankara. Secondo Stoltenberg, Erdogan ha detto sì perché “il memorandum concluso un anno fa al vertice di Madrid ha dato i suoi risultati”. “Dal nostro accordo a Madrid, Svezia e Turchia hanno lavorato a stretto contatto per affrontare i temi relativi alla sicurezza posti” da Ankara, ha spiegato il segretario generale Nato. “Nell'ambito di tale processo – ha aggiunto –, la Svezia ha modificato la propria Costituzione, ha cambiato le sue leggi, ha notevolmente ampliato la sua cooperazione in materia di antiterrorismo in contrasto al Pkk e ha ripreso le esportazioni di armi in Turchia”. Sull’accordo tra Ankara e Stoccolma e sulle promesse di quest’ultima, comunque, rimangono molti punti da chiarire.

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Il dialogo con l’Ue

Secondo quanto emerso, l’accordo prevede anche che la Svezia si impegnerà a sostenere il processo d'ingresso della Turchia nell'Ue, in quanto Stato membro. Un punto un po’ controverso, visto che Ankara ha ottenuto lo status di Paese candidato all'Unione nel dicembre 1999, nell'ottobre 2005 sono partiti i negoziati di adesione ma dal 2018 sono fermi a causa, ha spiegato di recente il Consiglio Ue, “della continua regressione in materia di democrazia, Stato di diritto e diritti fondamentali". "Apriamo la strada per la Turchia nell'Unione Europea e noi daremo il via libera all'ingresso della Svezia nella Nato, come abbiamo fatto con la Finlandia", aveva detto Erdogan già prima di arrivare a Vilnius. Parole che avevano provocato diversi malumori. "L'Ue ha un processo molto strutturato di allargamento e i diversi passaggi devono essere soddisfatti da ogni candidato", aveva risposto la portavoce della Commissione Europea. Più tardi, però, c’era stata l’apertura del presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. "Sono state esplorate le opportunità per riportare la cooperazione Ue-Turchia in primo piano e rivitalizzare le nostre relazioni", ha scritto su Twitter dopo un faccia a faccia con Erdogan. Il presidente turco, quindi, potrebbe aver aperto alla Svezia dopo alcune rassicurazione dell’Ue. Secondo alcuni esperti, l’Unione si sarebbe impegnata a riaprire i negoziati e a riprendere in considerazione due richieste che Ankara avanza da tempo: la revisione dell'Unione doganale e la liberalizzazione dei visti.

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I caccia americani

Un’altra delle contropartite chieste da Erdogan riguarderebbe gli Stati Uniti. Già nei mesi scorsi, il presidente Usa Joe Biden aveva fatto capire di essere pronto a vendere alla Turchia i nuovi caccia F-16 in cambio del sì all’ingresso della Svezia nella Nato. "Accolgo con favore la dichiarazione rilasciata dalla Turchia, dalla Svezia e dal Segretario generale della Nato, sull'impegno del presidente Erdogan a dare il via libera all'adesione di Stoccolma. Sono pronto a collaborare con il presidente turco e il suo Paese per rafforzare la difesa nell'area euro-atlantica. Non vedo l'ora di dare il benvenuto al Primo Ministro Kristersson e alla Svezia come nostro 32° alleato nella Nato", ha dichiarato il leader della Casa Bianca in una nota dopo l’accordo di Vilnius. Parole che, secondo diversi osservatori, rafforzerebbero l’ipotesi che alla base del cambio di rotta di Erdogan ci sia anche la promessa che la vendita dei caccia, dopo anni di richieste, si concretizzi.

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