
Bombe a grappolo in Ucraina, cosa sono e perché una convenzione vieta l’uso in guerra
Usa, Russia e Ucraina sono tra i Paesi non firmatari della convenzione internazionale che proibisce l’impiego di queste armi, capaci di rilasciare submunizioni e di trasformare vaste aree in campi minati a cielo aperto. Ribadendo la “condanna” all’aggressione russa contro Kiev, la premier Meloni ha ricordato invece che Roma aderisce ai trattati che vietano “produzione, trasferimento e stoccaggio” delle bombe a grappolo

Si torna a parlare di bombe a grappolo: gli Usa le invieranno a Kiev, nell'ambito di un nuovo pacchetto di aiuti da 800 milioni di dollari. Ma sul punto è polemica. Il potenziale distruttivo di queste armi è così forte che nel 2008 molti Stati hanno firmato una convenzione per vietarne l’uso. Tra questi non ci sono gli Stati Uniti. Mentre c’è l’Italia: la premier Meloni - ribadendo la “condanna” all’aggressione russa contro Kiev – ha infatti ricordato che Roma aderisce ai trattati che vietano “produzione, trasferimento e stoccaggio” delle bombe a grappolo
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Meloni auspica quindi l'applicazione dei trattati, "nel quadro dei valori espressi dall'Alleanza Atlantica". E l’Italia non è il primo Paese Nato ad aver commentato la scelta di Washington: così ha già fatto anche Berlino. Le bombe a grappolo, sganciate da aerei, mezzi d'artiglieria o missili, si aprono in aria rilasciando submunizioni definite "bombette" che si disperdono su una vasta area e causano distruzione su più bersagli contemporaneamente
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Secondo il comitato internazionale della Croce Rossa le "bombette" hanno un alto tasso di mancata esplosione, fino al 40% in alcuni conflitti recenti trasformando i territori colpiti in campi minati a cielo aperto. Ad esempio, in Afghanistan non è ancora finita la bonifica delle 'cluster' russe e son passati più di 30 anni dalla fine dell'invasione sovietica. Altrettanto succede in Iraq, Kosovo, Nagorno-Karabakh e addirittura in Laos e Vietnam
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Impiegate per la prima volta durante la Seconda Guerra Mondiale le bombe a grappolo sono ufficialmente proibite dal 2010 quando è entrata in vigore la convenzione di Oslo sottoscritta il 3 dicembre 2008 da 108 Paesi. I sostenitori del divieto affermano che queste armi uccidono indiscriminatamente e mettono in pericolo i civili persino molto tempo dopo il loro uso

Al momento nel mondo sono 164 i Paesi firmatari del trattato del 2008, la Convenzione sulle munizioni a grappolo, che vieta l'uso, la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio di armi. Sono 36, fra i quali Usa, Ucraina, Russia, Cina, Israele, India, Pakistan, Arabia Saudita e Brasile- i Paesi aderenti all'Onu che non hanno aderito alla convenzione

Anche se gli Usa non aderiscono alle convenzioni (di Oslo e di Ottawa) che mettono al bando le bombe a grappolo, hanno una legge che ne vieta il commercio e la cessione ad altri Paesi. Legge che il presidente Joe Biden può superare fornendo bombe con la più bassa percentuale di materiale inesploso e quindi più "sicura" in futuro per i civili

Le 'cluster bomb' hanno vari tipi di impiego. In alcuni rari casi sono state usate per spargere mine anti-carro. Nella maggior parte dei casi, le submunizioni contengono esplosivo ad alto potenziale e vengono usate per colpire concentramenti di truppe. Ci sono quelle di tipo incendiario e quelle perforanti per l'uso contro i blindati (carri armati compresi). Infine, quelle che rilasciano una pioggia di filamenti di materiale conduttivo e sono usate per bombardare le linee elettriche e provocare una serie di corto circuiti che le rendono a lungo inutilizzabili

Kiev ritiene che le bombe a grappolo sarebbero utili nella controffensiva, perché consentirebbero di colpire trincee e posizioni fortificate della Russia, riducendo la distanza in termini di differenza di uomini schierati sul campo e di dotazioni d'artiglieria. Il 7 luglio il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan in un briefing alla Casa Bianca ha annunciato che gli Usa forniranno bombe a grappolo all'Ucraina, nonostante i rischi per i civili, che Kiev si è impegnata per iscritto a minimizzare

Tra le condizioni poste da Washington per l'invio delle bombe a Kiev c'è quella che vieterebbe di utilizzarle in territorio russo. "Abbiamo principi chiave di cui sono stati informati per iscritto i partner", ha chiarito il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov. La promessa è che queste armi "non saranno utilizzate sul territorio russo ufficialmente riconosciuto, ma solo nelle aree in cui si concentrano le forze armate russe, per sfondare le linee di difesa nemiche". Il Cremlino, però, non si fida

Tra i Paesi Alleati che si oppongono all'invio di bombe a grappolo da parte di Washington in Ucraina c'è la Germania che ricorda la validità dell'accordo di Oslo con il quale "si promette di non produrre, utilizzare, trasferire o accumulare questa tipologia di arma". Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è contrario all'uso di munizioni a grappolo
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Gli Usa hanno riconosciuto che "le munizioni a grappolo creano rischi per i civili e questo è il motivo per cui è stata posticipata la decisione il più possibile". Jake Sullivan ha osservato che la Russia le sta già usando per attaccare il territorio ucraino
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