
Guerra Ucraina, armi dell’Occidente non si sono sempre rivelate all’altezza: il rapporto
Il Rapporto DODIG-2023-076, dell’Ispettore Generale del Dipartimento della Difesa Usa, parla di materiali “not-combat-ready”, cioè non sempre adatti a essere impiegati sul campo di battaglia. La testata specializzata in questioni militari "Analisi Difesa" segnala anche casi di mancata manutenzione su qualche lotto di materiale bellico, oltre che ordini mai partiti

Senza le armi occidentali, l’Ucraina non ha speranza di resistere contro la Russia. Né tantomeno di vincere la guerra che ormai va avanti dal 24 febbraio 2022. I vertici di Kiev, a partire dal presidente Zelensky, lo hanno ribadito infinite volte. Non tutti i rifornimenti che sono però arrivati su suolo ucraino si sarebbero rivelati efficienti
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La segnalazione era già arrivata alla fine dello scorso maggio, per mezzo del Rapporto DODIG-2023-076 dell’Ispettore Generale del Dipartimento della Difesa Usa, come scrive Analisi Difesa. Si parla di materiali “not-combat-ready”, cioè non adatti a essere impiegati sul campo di battaglia, ma anche di mancata manutenzione su qualche lotto di materiale bellico e ordini mai partiti
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Il report Usa fa riferimento ad esempio ad alcuni pezzi di artiglieria, custoditi in un magazzino pre-posizionato in Kuwait, che la società Amentum Services, Inc. ha presentato al personale militare statunitense nel marzo 2022. Dovevano essere inviati a Kiev. Ma secondo i tecnici del Tank Automotive-Armament Command, erano in condizioni tali da poter “uccidere” chi le avesse usate per sparare. Simili considerazioni sarebbero emerse in riferimento a una partita di cannoni e ad altre armi
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Su altri sei obici, armi da fuoco di artiglieria, si è dovuti intervenire mentre erano già in Europa, per la precisione in Polonia: si erano rilevati malfunzionamenti nel meccanismo di sparo. Con ritardi nelle tempistiche di consegna e un aumento dei costi non preventivato per la necessaria manutenzione. E ancora: su un lotto di 29 Hummer M1167, presentati come funzionanti, 26 sono poi risultati non adatti, tra batterie scariche e altre problematiche
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Come spiega sempre Analisi Difesa, nel report della Difesa Usa si legge che Amentum, la società contractor con la gestione del magazzino in Kuwait, aveva lamentato un taglio dei fondi a sua disposizione, prima di sottolineare che comunque i contractor non sarebbero tenuti per contratto a “mantenere l’equipaggiamento”

Ma anche lo stato di alcuni rifornimenti spediti in Ucraina da altri Paesi non è stato sempre dei migliori. Nel gennaio 2023, il Regno Unito aveva annunciato l’invio di 30 obici semoventi AS-90. Di questi, però, 12 avevano bisogno di seri interventi di manutenzione

Sempre parlando di obici, su 20 modelli M109L consegnati da Roma nei primi mesi del 2023, tra avarie e altri difetti, nemmeno uno sarebbe stato pronto all’uso. E si ricorda come anche il Financial Times avesse scritto di alcuni malumori ucraini relativi allo stato dei rifornimenti italiani

Roma aveva poi risposto precisando che, nonostante si trattasse di obici “dismessi”, era stata la stessa Kiev a chiederne l’invio, “vista la urgente necessità di mezzi per fronteggiare l’aggressione” delle truppe del Cremlino

Il problema è comune ad altri Paesi. Episodi simili hanno toccato obici semoventi in arrivo dalla Germania. Dal Canada sarebbero invece stati spediti veicoli da trasporto fragili, a Washington non avrebbero pensato a un sistema di supporto tecnico per eventuali malfunzionanti dei suoi rifornimenti (tra cui i Javelin di cui si è tanto parlato dall’inizio della guerra)

E ancora, Analisi Difesa scrive di come in diversi casi siano state inviate armi modificate o solamente nella versione pensata per l'esportazione, forse per evitare una preoccupante escalation del conflitto. Dagli Usa, ad esempio, sono arrivati a Kiev lanciarazzi HIMARS solamente nel modello a corto raggio, che non potrebbero arrivare fino al territorio russo. Oppure i carri armati M1 Abrams, da cui si stanno togliendo le parti di corazzatura reattiva. A tutto ciò si aggiungo ordini inevasi
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