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Francia, in migliaia al funerale di Nahel. Riprendono tensioni nel Paese

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©Ansa

Decine di arresti a Parigi, Lione, Marsiglia. A Nanterre è stato dato l'ultimo saluto al 17enne ucciso da un poliziotto. Macron rinvia la sua visita di Stato in Germania

 

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Continuano le proteste in Francia per la morte del 17enne Nahel, ucciso martedì scorso da un poliziotto. Questo pomeriggio si è tenuto il funerale del giovane. E anche stasera sono ripartite le tensioni, in particolare a Marsiglia, la città insieme a Lione che la notte scorsa è stata teatro dei disordini più violenti. Qui sono arrivate due unità di agenti specializzate in guerriglia urbana. I video che circolano sui social network mostrano poliziotti, in tenuta antisommossa nel centro cittadino, che caricano e usano lacrimogeni per cercare di disperdere la folla. Fermate diverse persone che stavano tentando di saccheggiare dei negozi. Alcuni individui hanno anche tentato di irrompere nella caserma dei vigili del fuoco sulla Canebière, ma la polizia ha sventato l'assalto. A Parigi la tensione cresce attorno agli Champs-Elysées, dove gruppi di manifestanti cercano di entrare ma l'imponente schieramento di forze dell'ordine impedisce ogni accesso. Molte boutique si sono attrezzate blindandosi con serrande antiscasso e guardie private. Già nella prima serata, sono numerose le persone fermate. Ieri sera, invece, diverse città sono state teatro di violente manifestazioni: da Marsiglia a Lione, da Grenoble e Saint-Etienne, passando per la capitale. Nella quarta notte di proteste erano state fermate oltre 1.300 persone, sono state 1.350 le auto e i veicoli bruciati, incendiati o danneggiati 234 edifici e si sono registrati 2.560 incendi sulle strade. Le notizie parlano anche di 31 commissariati, 16 uffici di polizia municipale e 11 caserme della gendarmeria presi di mira. Un giovane manifestante ieri è morto cadendo da un tetto di un edificio nel Nord della Francia. E Macron ha lanciato un appello ai genitori dei manifestanti: "Teneteli in casa". Il presidente ha deciso di rinviare la sua visita di Stato in Germania, vista la situazione in Francia. 

A Nanterre l'addio a Nahel

Nel pomeriggio, nella moschea Ibn Badis di Nanterre, piena di persone e con molti rimasti fuori, si sono svolti i funerali del diciassettenne Nahel, ucciso martedì scorso da un poliziotto durante un controllo stradale. Un servizio d'ordine della moschea ha assicurato il regolare svolgimento della cerimonia, alla quale non sono stati ammessi i giornalisti. Dopo essere stato esposto nella camera ardente in mattinata, il corpo di Nahel in una cassa bianca è stato portato a spalla da 8 persone fino alla moschea. Dopo la preghiera, la bara è stata caricata su un carro funebre, che ha avuto difficoltà a procedere tra la folla. Il corteo si è diretto verso il cimitero del Mont-Valérien, fra grida di "Allah Akbar" e "Giustizia per Nahel". Il carro era scortato da ragazzi in motorino e da diverse migliaia di persone che seguiva a piedi. 

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Le misure di sicurezza

Il sindaco di Marsiglia ha chiesto "l'immediato invio di ulteriori forze dell'ordine" di fronte alle violenze e ai saccheggi nella seconda città di Francia, nella notte tra venerdì e sabato. Ieri si era deciso di rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza. E sono stati 45mila gli agenti schierati (saranno lo stesso numero anche nella notte tra sabato e domenica). Nell'Ile-de-France, autobus e tram si fermeranno completamente anche stasera, per la seconda serata consecutiva, dalle 21, in modo da prevenire l'afflusso dei giovani nei centri urbani ed evitare nuove violenze per la morte del giovane Nahel. Un'ora prima, la frequenza delle corse comincerà a diminuire, fino al completo stop. Per quanto riguarda la metro, come venerdì sera, stasera si fermerà negli stessi orari dei giorni feriali, cioè ultima partenza a mezzanotte e mezza, sempre su richiesta della questura. Il servizio non verrà quindi prolungato di un'ora come di solito accade nei fine settimana.

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L'appello di Mbappè

Intanto arriva un appello dal capitano della squadra francese Kylian Mbappè, che è stata una delle prime voci illustri a condannare la morte del giovane Nahel per mano della polizia a Nanterre: "Dopo questo tragico evento, abbiamo assistito all'espressione della rabbia popolare di cui comprendiamo il background, ma la cui forma non possiamo acconsentire", ha detto la stella del Paris Saint Germain (PSG) e della squadra francese, in una dichiarazione rilasciata il social networks. "Poiché molti di noi provengono da quartieri poveri, condividiamo questa sensazione di dolore e tristezza. Ma questa sofferenza si aggiunge al dolore di assistere impotenti a un vero processo di autodistruzione. La violenza non risolve nulla, soprattutto quando si trasforma inesorabilmente e instancabilmente contro chi lo esprime", ha aggiunto il 24enne. Mentre in un'intervista a Le Monde, Patrick Jarry, dal 2004 sindaco di Nanterre, commenta: "Ci troviamo di fronte a un episodio particolarmente drammatico, un momento molto difficile, che ci costringerà a riflettere sulle condizioni di intervento delle forze dell'ordine e in particolare di alcune forze dell'ordine, come quelle che martedì mattina sono intervenute facendo uso delle loro armi contro un adolescente, in totale violazione di tutte le disposizioni di legge".

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