Guerra Ucraina, William Burns della Cia a giugno a Kiev per conoscere condizioni di pace

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Come ha rivelato il Washington Post, il direttore dell’intelligence americana è stato a Kiev lo scorso mese dove ha incontrato in gran segreto i vertici militari e il presidente Zelensky, per conoscere il loro parere sull’andamento della guerra e sulle condizioni che intenderebbero porre per un eventuale cessate il fuoco entro l’anno. “La Russia negozierà solo se si sente minacciata”, ha dichiarato un alto funzionario ucraino

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Prima ancora che Prigozhin cercasse di marciare su Mosca, l’intelligence Usa è stata a Kiev per conoscere il piano ucraino per la fine della guerra. A rivelarlo è il Washington Post, che ha svelato il viaggio segreto a Kiev del direttore della Cia, William Burns, compiuto a inizio giugno per conoscere lo stato della controffensiva ucraina e le intenzioni del governo di Zelensky sulle condizioni di un eventuale cessate il fuoco entro la fine dell’anno. "Il direttore Burns si è recentemente recato in Ucraina, come ha fatto regolarmente dall'inizio della recente aggressione della Russia più di un anno fa", ha dichiarato un funzionario statunitense rimasto anonimo, che ha inoltre ribadito come lo scopo del viaggio fosse quello di riaffermare l'impegno dell'amministrazione Biden ad aiutare l’Ucraina a difendersi (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).

Le speranze di Kiev

Nonostante la frustrazione per la lentezza della controffensiva, gli strateghi militari di Kiev hanno espresso una discreta fiducia nella possibilità di poter riconquistare un territorio consistente prima della resa definitiva dell'esercito di Mosca; di spostare artiglieria e sistemi missilistici vicino alla linea di confine della Crimea; di spingersi ulteriormente nell'Ucraina orientale e, infine, riaprire i negoziati con il Cremlino dopo la brusca interruzione di marzo 2022. "La Russia negozierà solo se si sente minacciata", ha detto un alto funzionario ucraino.

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La controffensiva

Durante gli incontri a Kiev lo stesso presidente Zelensky ha riconosciuto come la controffensiva stia procedendo più lentamente del previsto e i funzionari hanno confermato la distruzione di alcuni carri armati Leopard 2 e veicoli da combattimento Bradley forniti dall'Occidente. Eppure, permane la fiducia di una possibile svolta nel corso della guerra. "È possibile che possano tagliare il ponte di terra verso la Crimea, impadronendosi del terreno o mettendolo nel raggio di HIMARS e di altra artiglieria, ma molto dipende dal livello di logoramento", ha evidenziato sulle colonne del quotidiano statunitense Rob Lee, analista militare presso il Foreign Policy Istituto di ricerca. “Se l'Ucraina subisce troppe perdite, la sua offensiva potrebbe culminare presto. Ma se Kiev riesce ad infliggere perdite sufficienti alle forze e alle attrezzature russe e impedire il movimento dei rinforzi, potrebbe indebolire a tal punto le difese di Mosca da ottenere una svolta", ha aggiunto. Per questo nella cerchia ristretta del presidente si comincia a pensare a come Kiev possa giungere alla fine dei combattimenti a condizioni accettabili per la Russia e il popolo ucraino, sottoposto ad un anno e mezzo di violenze, sfollamento, atrocità e carenze di cibo ed elettricità. Nello scenario immaginato da Kiev, l'esercito ucraino potrebbe guadagnare influenza sulla Russia facendo avanzare truppe e potenti armi fino al confine dell'Ucraina con la Crimea, tenendo in ostaggio la penisola che ospita la preziosa flotta russa del Mar Nero. "Se l'Ucraina ha la capacità di prendere di mira altri importanti aeroporti, ponti, linee ferroviarie e hub logistici, può rendere più difficile per la Russia sostenere la guerra", ha affermato Lee.

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Nessun legame con Prigozhin

In ogni caso, come sottolinea il Washington Post, gli Stati Uniti ci hanno tenuto a sottolineare come né loro né Kiev abbiano avuto niente a che fare con la rivolta di Prigozhin. Sebbene l’intelligence statunitense avesse rilevato a metà giugno come Prigozhin stesse tramando un attacco armato, tali risultati non sono stati discussi durante gli incontri con Zelensky e altri, ha affermato il funzionario statunitense. L'amministrazione Biden ha ripetutamente sottolineato come Washington e Kiev non c’entrino nulla con la fallita marcia su Mosca, definita da Biden "una questione interna alla Russia". Nel tentativo di rafforzare questa linea, Burns ha anche telefonato al suo omologo russo, Sergei Naryshkin, dopo l'evento, evidenziando la totale estraneità degli Stati Uniti.

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