Il capo del Cremlino ha ringraziato le forze militari per aver bloccato l'ammutinamento della Wagner dei giorni scorsi. Lo Zar ha precisato che i ribelli non hanno ottenuto il supporto né della popolazione né dei membri delle forze militari ufficiali durante il loro ammutinamento. Presente al discorso anche il ministro della Difesa, Shoigu
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È solo grazie all'esercito e alle forze di sicurezza che in Russia non è scoppiata una guerra civile. Putin è tornato a parlare di quanto successo tra il 23 e il 24 giugno, quando i miliziani del Gruppo Wagner sono arrivati a 200 km da Mosca in quello che molti hanno definito un tentato golpe. In un discorso rivolto proprio ai reparti dell'esercito e delle forze di sicurezza, lo Zar - scrive la BBC - ha poi voluto sottolineare che i ribelli non avrebbero avuto né il supporto della popolazione né di quello dell’esercito ufficiale, contrariamente a quanto era emerso negli scorsi giorni: si era diffusa la notizia secondo cui, quando le truppe della Wagner avevano lasciato la città di Rostov sul Don, di cui avevano preso il controllo, fossero state applaudite proprio dai militari statali. Al discorso era presente anche il ministro della Difesa, Shoigu (GUERRA IN UCRAINA, GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE).
Un minuto di silenzio per le vittime
Putin, durante il suo discorso sulla Piazza delle Cattedrali al Cremlino, ha poi chiesto di ricordare le vittime dell'ammutinamento della Wagner celebrandole con un minuto di silenzio. Poi ha detto che Mosca "non ha dovuto rimuovere unità militari" dalle zone di combattimento in Ucraina per far fronte alla ribellione della Wagner. Il sistema di sicurezza interna, ha aggiunto, è stato garantito da un'insieme di unità del ministero della Difesa, della Guardia Nazionale e personale del Ministero dell'Interno.
Nessun riferimento al futuro della Wagner
Nessun riferimento è stato fatto al futuro della Wagner. Putin vuole che i suoi uomini entrino a far parte dell’esercito di Mosca: proprio per protestare contro questa scelta – e non per un tentato golpe – era stata organizzata la marcia su Mosca, aveva precisato il leader del Gruppo, Yevgeny Prigozhin. Oggi, il numero uno dei mercenari è intanto arrivato in Bielorussia, come ha confermato il presidente di Minsk e fedelissimo di Putin Alexandr Lukashenko, dove dovrebbe restare in “esilio” dopo quanto successo. Da Mosca fanno sapere invece che le armi pesanti nella disponibilità della Wagner verranno trasferite alle truppe russe.