Naufragio Grecia, trovati altri tre corpi: i morti accertati sono 81, centinaia i dispersi

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Navi, elicotteri e motovedette continuano le operazioni a sud di Pylos. Secondo le stime della polizia pakistana, sulla nave affondata c'erano fino a 800 migranti e al momento un centinaio sono stati salvati. La Bbc e i media locali, intanto, riferiscono alcuni dettagli che mettono in dubbio il racconto della Guardia costiera ellenica, che però ribadisce la sua posizione. Domani in Procura saranno ascoltati i nove presunti scafisti fermati

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Non si ferma in Grecia la ricerca delle centinaia di persone che risultano disperse dopo il naufragio di un peschereccio avvenuto a sud di Pylos: in mare aperto operano una nave da pattugliamento, un elicottero e tre motovedette della Guardia costiera e una fregata della Marina. Nelle scorse ore sono stati ritrovati a largo di Pylos i corpi di altri tre uomini: il numero di morti accertati sale così a 81. Le persone tratte in salvo sono 104, mentre mancano all'appello centinaia di dispersi: secondo le stime della polizia pakistana, sulla nave affondata c'erano fino a 800 migranti. Da più parti, intanto, emergono dettagli e resoconti che mettono in dubbio la versione della Guardia costiera ellenica, che da parte sua però ribadisce che il peschereccio non era fermo ma "ha percorso una distanza di circa 30 miglia nautiche dal momento del rilevamento al momento dell'affondamento". La Commissione Europea "prende nota" che le autorità greche hanno dato il via a un'indagine sul naufragio e si raccomanda sia "approfondita", dichiara una portavoce notando che le agenzie europee come Frontex ed Europol "danno sostegno" alla Grecia.

Le ultime immagini dell'imbarcazione riprese da Frontex prima del naufragio sono state diffuse nelle scorse ore. Risalgono a martedì 13 giugno. Sono le 09:48, circa 16 ore prima del naufragio fatale. L'aereo dell'Organizzazione europea della Guardia di frontiera e costiera è il primo ad arrivare sul posto e ad individuare la nave, nella zona di mare a sud di Pylos.

I dubbi sulla versione della Guardia costiera greca

Continuano, quindi, a sorgere dubbi su quanto raccontato dalla Guardia costiera greca dopo il naufragio. Alcuni funzionari hanno riferito che la nave non aveva bisogno di soccorsi, si stava dirigendo verso l’Italia e le persone a bordo non erano in pericolo fino a poco prima che l’imbarcazione affondasse. Tuttavia secondo quanto riportato dalla Bbc, dall’analisi dei movimenti delle altre navi che si trovavano nella zona emergerebbe che il peschereccio non si è mosso per almeno sette ore prima di capovolgersi.

Media: "Esistono video dei soccorsi prima del naufragio"

Inoltre nei giorni scorsi il portavoce della Guardia costiera greca, Nikos Alexiou, aveva sostenuto che non ci fossero registrazioni dell'intervento perché durante le operazioni di soccirso le telecamere della motovedetta non erano state accese. Ma secondo la testata investigativa documentonews.gr "il 15 giugno Miltiadis Zouridakis, tenente della Guardia costiera e capitano della motovedetta 920 che si è avvicinata al peschereccio la notte del naufragio, ha debitamente presentato materiale audiovisivo e cinque fotocopie di un diario di bordo della barca" al tenente Nikolaos Tsoulos.

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Il rapporto della petroliera: "Abbiamo avvisato Atene che i migranti erano in pericolo"

E c'è anche il rapporto del capitano della petroliera Faithful Warrior, citato dalla testata greca Efimerida ton syntakton, che sostiene di aver avvisato alle 21.45 di mercoledì il centro di ricerca e salvataggio della Guardia costiera greca che il peschereccio "stava oscillando pericolosamente a causa del sovraffollamento su tutti i ponti". La petroliera era vicino al peschereccio, avendo ricevuto l'ordine di assistere alle operazioni di ricerca e salvataggio. Il capitano aveva informato le autorità greche del suo tentativo infruttuoso di avvicinarsi al peschereccio e di fornire cibo, acqua e benzina, poiché i migranti opponevano resistenza e alle 21.51, secondo il rapporto, i migranti "hanno iniziato a gettare in mare le provviste". Secondo il capitano della petroliera, la motovedetta 920 della Guardia Costiera si era poi avvicinata all'imbarcazione dei migranti e la Faithful Warrior aveva ricevuto l'ordine di "rimanere a 5 miglia nautiche a ovest del peschereccio". Da questa distanza, l'equipaggio non ha potuto vedere quanto accadeva tra la Guardia Costiera e l'imbarcazione dei migranti. Dal rapporto del comandante della petroliera si apprende poi che alle 00.18 "la motovedetta della Guardia Costiera era ancora affiancata al peschereccio, come appariva sul radar della petroliera". In quel momento, alle 00.18, "il centro di ricerca e soccorso [...] ha esentato la petroliera dall'operazione di salvataggio e alla nave è stato ordinato di continuare il suo viaggio", si legge nel rapporto.

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I presunti scafisti ascoltati domani in Procura

È slittato a domani intanto l'interrogatorio dei nove presunti scafisti, tutti di origine egiziana, accusati di ingresso illegale nel Paese, traffico di esseri umani, organizzazione criminale, omicidio colposo, e di aver provocato il naufragio. Secondo gli avvocati, che hanno chiesto altre 24 ore di tempo per essere informati sull'intero fascicolo, tutti e nove si dichiarano innocenti.

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"Gravi violazioni diritti umani dei migranti in Europa"

"Sono colpita dall'allarmante livello di tolleranza nei confronti delle gravi violazioni dei diritti umani dei rifugiati, richiedenti asilo e migranti che si è sviluppato in tutta Europa", ha detto oggi da Lampedusa la commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatovic, alla vigilia della giornata mondiale del rifugiato. "Le notizie di violazioni dei diritti umani di rifugiati, richiedenti asilo e migranti sono ormai così frequenti che difficilmente vengono registrate nella coscienza pubblica". "Da parte loro - ha sottolineato ancora Mijatovic in una nota - i governi degli Stati membri del Consiglio d'Europa, anziché considerarsi reciprocamente responsabili sulla base di standard condivisi, hanno troppo spesso tollerato o sostenuto apertamente l'adozione di leggi e politiche che hanno progressivamente tolto le tutele dei diritti umani alle persone in movimento". "La loro attenzione collettiva alla deterrenza e al trasferimento della responsabilità a Paesi terzi ha creato un terreno fertile per pratiche che violano abitualmente i diritti dei rifugiati e dei migranti", ha concluso la commissaria.

Islamabad: "300 cittadini pakistani annegati a Pylos"

Secondo il presidente del Senato di Islamabad, Muhammad Sadiq Sanjrani, citato dalla Cnn, più di 300 pakistani sono annegati nel naufragio. "I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con voi e preghiamo che le anime defunte trovino la pace eterna", ha detto Sanjrani. "Questo devastante incidente sottolinea l'urgenza di affrontare e condannare l'esecrabile traffico illegale di esseri umani".

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