Stretto di Taiwan, Pechino: "Usa provocano deliberatamente rischi con atti di egemonia"

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Dopo la collisione sfiorata tra due navi - una di Pechino e l'altra di Washington - nello stretto di Taiwan, il Pentagono ha espresso preoccupazione per le mosse aggressive delle forze armate cinesi in Asia mentre Pechino ha difeso le azioni della nave, sostenendo che i cosiddetti pattugliamenti in nome della "libertà di navigazione" da parte degli Usa sono una provocazione. "La situazione si sta aggravando” e "il rischio è che si verifichi un incidente", ha commentato il sinologo Francesco Sisci

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Rimane alta la tensione tra Cina e Stati Uniti, dopo la collisione sfiorata ieri tra due navi - una di Pechino e l'altra di Washington - nello stretto di Taiwan. Mentre il Pentagono ha espresso preoccupazione per le mosse aggressive delle forze armate cinesi in Asia, Pechino ha difeso le azioni della nave, sostenendo che i cosiddetti pattugliamenti in nome della "libertà di navigazione" da parte degli Usa sono una provocazione. Nel suo primo intervento pubblico da quanto è diventato ministro della Difesa lo scorso marzo, Li Shangfu ha detto che la Cina deve "prevenire i tentativi di usare quella libertà di navigazione, quel passaggio innocente, per esercitare l'egemonia della navigazione". Anche Shi Yi, portavoce del Comando del teatro orientale dell'Esercito popolare di liberazione, ha dichiarato che "i Paesi interessati stanno intenzionalmente creando problemi nello Stretto di Taiwan, provocando deliberatamente rischi e minando maliziosamente la pace e la stabilità regionali".

Il sinologo Sisci: “Situazione preoccupante”

"La situazione si sta aggravando, diventa molto pericolosa" e "il rischio è che si verifichi un incidente" con conseguenze imprevedibili, ha commentato il sinologo Francesco Sisci. L'esperto ha spiegato di aver notato una serie di "elementi preoccupanti che potrebbero esplodere in qualsiasi momento se non si stabiliscono regole d'ingaggio, secondo gli americani", ma è difficile parlare se i cinesi chiudono al dialogo tra ministri della Difesa delle due superpotenze. "Stiamo facendo esercizi sul filo senza una rete", ha spiegato il sinologo, e "i cinesi pensano che cercare di mettere questa rete possa essere un segnale di debolezza, o incoraggiamento agli Usa", così sembrano "aspettare che la situazione evolva", un fatto "oggettivamente molto preoccupante".

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La collisione sfiorata e le nuove tensioni

La tensione tra Cina e Stati Uniti, dunque, è tornata ad acuirsi mentre a Singapore è in corso lo Shangri-La Dialogue, la conferenza sulla sicurezza in Asia. L’ultima scintilla, come detto, è stata la collisione sfiorata nello Stretto di Taiwan tra una nave da guerra cinese e il cacciatorpediniere Uss Chong-Hoon, in transito nell'area con un'unità canadese. Tutto dopo la "manovra aggressiva" di un jet cinese - denunciata la scorsa settimana dagli Usa - nei cieli sopra il Mar cinese meridionale, dove era in volo un aereo da ricognizione americano. Sembrano lontane le parole pronunciate al termine del G7 di Hiroshima dal presidente americano Joe Biden, convinto che "molto presto" vi potrà essere un disgelo con la Cina.

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Ministro Difesa cinese: “Prevenire tentativi di usare libertà di navigazione per esercitare egemonia”

Taiwan "è il fulcro degli interessi fondamentali della Cina" e le sue attività separatiste "stimoleranno ulteriormente le nostre contromisure", ha detto il ministro della Difesa cinese Li Shangfu. Ha avvertito che Pechino "non promette di rinunciare all'uso della forza" quando si tratta di Taipei, considerata parte “inalienabile” del suo territorio. La Cina, ha detto ancora nel suo discorso allo Shangri-La Dialogue, "non esiterà" a prendere le relative contromisure "se verrà perseguita l'indipendenza di Taiwan e salvaguarderà la sua sovranità ad ogni costo", assicurando che la "riunificazione ci sarà". In quello che è stato il suo primo intervento pubblico da ministro, Li Shangfu ha difeso le azioni della sua nave da guerra, sostenendo che i cosiddetti pattugliamenti in nome della "libertà di navigazione" sono una provocazione. La Cina non ha problemi sul "passaggio innocente", ma deve "prevenire i tentativi di usare quella libertà di navigazione, quel passaggio innocente, per esercitare l'egemonia della navigazione", ha ribadito.

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Pentagono: “Restiamo preoccupati per attività sempre più rischiose” della Cina

Da parte sua, il Pentagono ha espresso preoccupazione per le mosse aggressive delle forze armate cinesi in Asia. "Restiamo preoccupati per le attività sempre più rischiose e coercitive dell'esercito popolare di liberazione nella regione, anche negli ultimi giorni", ha detto il portavoce Pat Ryder, che ha partecipato con il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin allo Shangri-Dialogue.

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