
Rischio guerra Cina-Taiwan, sale la tensione: i tre scenari possibili per Xi Jinping
L’opzione armata, un blocco navale che colpisca l’economia dell’isola e la creazione di una sorta di Commonwealth o mercato comune: queste sono le opzioni – ipotizzate da Il Corriere della Sera – a cui starebbe pensando il leader di Pechino

Dopo tre giorni di manovre militari e simulazioni di attacco su vasta scala tenute fino a lunedì intorno a Taiwan – e che sembrano al momento continuare in misura minore – il ministro degli Esteri taiwanese Joseph Wu è convinto che Pechino si stia preparando a “scatenare la guerra” e che l’isola debba perciò farsi trovare preparata
Taiwan, Cina simula attacchi e bombardamenti
Per capire cosa potrebbe succedere, è utile fare un passo indietro. Nel 1949, anno di fondazione della Repubblica Popolare, è stato affermato il principio “Esiste una sola Cina, Taiwan ne fa parte”: poco prima, i nazionalisti – sconfitti dai comunisti della Repubblica – si erano rifugiati sull’isola. Gli Stati Uniti hanno accettato questa regola, ma con una modifica: la riunificazione è accettabile solo se pacifica e consensuale. Più di recente, Joe Biden si è impegnato a difendere Taiwan in caso di invasione, come ricorda Il Corriere della Sera
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La possibilità che si generi un’azione di carattere bellico è sul tavolo. Come spiega il quotidiano di via Solferino, Xi Jinping ha reso la Cina sempre più nazionalista e intenzionata a espandersi come superpotenza in Asia. Quando Nancy Pelosi l’anno scorso andò in visita a Taipei, i cinesi risposero con undici missili. Nel corso delle ultime manovre, invece, i jet-15 sono penetrati nella “zona area di difesa” dell’isola
Cina, Xi Jinping: "Addestrarsi a combattimenti veri". Taiwan: Pechino pronta a guerra"
Secondo gli ultimi aggiornamenti del Ministero della Difesa taiwanese, le mosse di Pechino hanno portato all'invio di altri 35 aerei militari e otto navi da guerra intorno all'isola, con 14 jet che hanno superato la linea mediana dello Stretto di Taiwan
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Un’altra opzione di Xi Jinping prevede invece un blocco aero-navale che punti alla resa di Taiwan senza l’introduzione sull’isola di truppe. In questo modo si eviterebbe un’invasione che genererebbe, a sua volta, l’intervento americano
Cina-Taiwan: cosa sta succedendo
Infine, la terza opzione. L’ipotesi di istituire una sorta di Commonwealth o mercato comune che unisca l’isola alla Repubblica Popolare. In questo modo le due aree allaccerebbero rapporti più stretti partendo dall’economia. Taiwan però rischierebbe così di fare la stessa fine di Hong Kong

Nel frattempo, l'amministrazione Biden sta sollecitando alcuni Paesi europei a fornire armi all'isola: la Svezia è tra i candidati con i suoi sistemi di artiglieria di precisione Excalibur, sviluppati dal colosso Usa Raytheon Missiles & Defense e dal partner svedese BAE Systems Bofors. L'intelligence Usa ritiene che i tempi siano sempre più stretti e che il presidente Xi Jinping abbia ordinato ai militari di essere pronti all'invasione per il 2027, anno di scadenza del suo terzo mandato e del centenario dell'Esercito popolare di liberazione

Anche Xi ha chiesto alle sue forze armate di serrare i ranghi e di "rafforzare l'addestramento nella direzione di combattimenti veri" invitando, in un'ispezione ad una base navale del Guangdong, ad "approfondire la ricerca su questioni belliche e operative, ad innovare concetti e metodi di combattimento e di addestramento" collegati ai casi specifici

L’amministrazione dell'aviazione civile cinese ha notificato la creazione di una no-fly zone a nord di Taiwan per "attivita' aerospaziali": prevista inizialmente dal 16 al 18 aprile (dalle 9 alle 14), è stata limitata solo a domenica mattina (per soli 27 minuti dalle 9.30 locali) dopo le proteste di Taipei. L'area vietata al volo è a 85 miglia dalla costa a nord dell'isola e comprende parte della zona economica esclusiva nipponica vicino alle isole Senkaku, nel controllo di Tokyo ma rivendicate da Pechino
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