Scontri in Kosovo, feriti 14 militari italiani: 3 sono gravi ma non in pericolo di vita

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I nostri connazionali avrebbero riportato ustioni e fratture. Sono in totale 34 i soldati della Kfor, la forza di pace della Nato presente nel territorio, a essere rimasti contusi durante i tafferugli con dimostranti serbi a Zvecan, a pochi Km da Pristina. Meloni parla di "attacco inaccettabile e irresponsabile". Tajani e Crosetto esprimono solidarietà e vicinanza

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Si fa sempre più alta la tensione nel Nord del Kosovo. Decine di serbi si sono scontrati con i militari di Kfor, la forza di pace della Nato, mentre cercavano di prendere il controllo degli uffici di uno dei Comuni in cui i sindaci di etnia albanese si sono insediati la scorsa settimana, con l'aiuto delle autorità. Sono 34 (e non 41 come inizialmente indicato, ndr) i militari della Kfor, tra cui 14 italiani, rimasti feriti. Tre dei nostri connazionali sono gravi ma non in pericolo di vita: avrebbero riportato ustioni e fratture. Altri militari italiani feriti, tutti appartenti al nono Reggimento alpini L'Aquila, sono stati colpiti da molotov o altri dispositivi incendiari. Altri tre avrebbero "fratture esposte". Anche un inviato dell'agenzia serba Tanjug è stato colpito alle gambe da una bomba assordante, ha riferito la stessa agenzia (LEGGI ANCHE: Kosovo, Sky TG24 a Mitrovica: città divisa tra serbi e albanesi).

Gli scontri sono avvenuti a Zvecan

Gli incidenti sono avvenuti a Zvecan, 45 chilometri a Nord di Pristina, con i serbi che si sono prima scontrati con la polizia kosovara. Poi i soldati della Kfor hanno chiesto ai manifestanti di liberare la strada a due veicoli delle forze speciali di polizia kosovare. Dinanzi al loro rifiuto, i militari hanno usato gas lacrimogeni e granate stordenti per proteggere gli ufficiali kosovari nei veicoli e disperdere i manifestanti, secondo i media locali. I serbi, che erano circa 300, hanno risposto lanciando pietre e dando alle fiamme un'auto. I militari della Kfor hanno quindi fatto largo uso di manganelli, lacrimogeni e bombe assordanti. I manifestanti hanno risposto ancora con un fitto lancio di sassi, bottiglie e altri oggetti.  Un'auto privata è stata data alle fiamme.

I militari feriti sono assistiti dal personale sanitario della Kfor

Lo Stato Maggiore della Difesa, dopo aver confermato che i militari del contingente italiano hanno riportato ferite da trauma e ustioni dovute all'esplosione di dispositivi incendiari, hanno spiegato che sono attualmente sotto osservazione del personale sanitario Kfor che ne sta accertando le condizioni. Il capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, segue l'evoluzione della situazione per il tramite del Comando operativo di vertice interforze ed esprime vicinanza ai militari feriti e ai loro famigliari. 

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Le forze della Kfor erano state incrementate in mattinata

Secondo alcune fonti qualificate, la situazione sarebbe ancora di tensione e sarebbe in atto un contenimento delle frange più violente di dimostranti. A Pristina, intanto, gli ambasciatori dei Paesi del Quint (Usa, Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia) hanno nuovamente incontrato oggi il premier kosovaro Albin Kurti, con la richiesta di evitare l'ingresso dei nuovi sindaci di etnia albanese nelle sedi municipali di Zvecan, Zubin Potok e Leposavic.  Questa mattina la missione Nato Kfor aveva già incrementato la propria presenza nei quattro Comuni del Kosovo settentrionale, e aveva invitato tutte le parti ad astenersi da azioni che potrebbero infiammare le tensioni o causare un'escalation.

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Kfor esorta Begrado e Pristina a impegnarsi nel dialogo

Il comandante della missione Kfor, il generale di divisione Angelo Michele Ristuccia, è in stretto contatto con i suoi principali interlocutori, tra cui i rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni di sicurezza in Kosovo, lo Stato Maggiore delle Forze armate serbe, nonché la Missione Eulex e altri rappresentanti della comunità internazionale. Kfor ha anche esortato Belgrado e Pristina a impegnarsi nel dialogo guidato dall'Unione Europea per ridurre le tensioni, unica via per la pace e la normalizzazione. "Gli attacchi ingiustificati alle unità della Nato sono inaccettabili e la Kfor continuerà ad adempiere al suo mandato in modo imparziale", ha affermato Ristuccia, il quale sta seguendo in prima persona l'evolversi della situazione in Kosovo, esprimendo la propria solidarietà agli uomini e alle donne della missione. La Premier serba Ana Brnabic ha invece accusato le forze Kfor di proteggere "gli usurpatori", vale a dire i nuovi sindaci eletti nei tre centi del nord del Kosovo nel voto di aprile boicottato dalla comunità serba. "Ma dobbiamo proteggere la pace. La pace è tutto quello che abbiamo", ha aggiunto. 

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Meloni: "Attacco inaccettabile". Tajani e Crosetto: "Solidarietà"

Sugli scontri è intervenuta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha espresso "la più ferma condanna dell'attacco avvenuto a danno della missione KFOR che ha coinvolto anche militari di altre Nazioni. Quanto sta accadendo è assolutamente inaccettabile e irresponsabile". La premier ha specificato: "Non tollereremo ulteriori attacchi".  Poi ha aggiunto:  "È fondamentale evitare ulteriori azioni unilaterali da parte delle Autorità kosovare e che tutte le parti in causa facciano immediatamente un passo indietro contribuendo all'allentamento delle tensioni. L'impegno del Governo italiano per la pace e per la stabilità dei Balcani occidentali è massimo e continueremo a lavorare con i nostri alleati". Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha scritto su Twitter: "Voglio esprimere solidarietà ai militari della missione Kfor rimasti feriti in Kosovo durante gli scontri tra manifestanti serbi e polizia kosovara. Tra di loro 11 italiani, di cui tre in condizioni serie ma non in pericolo di vita. I militari italiani continuano ad impegnarsi per la pace". Anche il ministero della Difesa  e il ministro Crosetto hanno espresso sui social la loro vicinanza, augurando £una pronta guarigione ai militari Nato Kfor italiani, ungheresi e moldavi rimasti feriti negli scontri in Kosovo".

PRISTINA, KOSOVO - MAY 02: The unfinished Serbian Orthodox church of Christ the Savior is seen behind the national library of Kosovo on May 2, 2019 in Pristina, Kosovo. A recent EU-backed summit failed to restart negotiations between leaders from Kosovo and Serbia over a final resolution of Kosovo’s sovereignty. In previous talks, the countries’ presidents have signaled an openness to land swaps, which could see the majority-Serb areas north of the Ibar River annexed into Serbia. In the northern city of Mitrovica, the Ibar River divides the city, with Serbs dominating the north and ethnic Albanians to the south. In exchange for ceding areas above the Ibar, Kosovo would take the predominantly ethnic Albanian area of the Presevo Valley in southern Serbia. Many political leaders in Kosovo and across Europe are vehemently opposed to ethnic partition and land swaps, fearing that a change in borders could reignite a conflict that resulted in thousands of deaths from 1998 to 1999. During the conflict, Serbian forces started an ethnic cleansing campaign which pushed approximately one million predominantly muslim Kosovar Albanians from their homes. After diplomatic solutions failed, NATO intervened with a 78-day, United-States led bombing campaign to force Serbian troops to withdraw. After nine years under United Nations control, Kosovo declared independence from Serbia in 2008. Since the declaration, Kosovo has been recognized by 111 of the United Nation’s 193 member states. Serbia, Russia, China and five EU countries still do not recognize it, keeping the country into a state of limbo. (Photo by Chris McGrath/Getty Images)

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Nato: "Attacchi a truppe Kfor assolutamente inaccettabili"

Anche la Nato ha condannato fermamente "gli attacchi non provocati contro le truppe della Kfor nel nord del Kosovo, che hanno provocato diversi feriti. Tali attacchi sono assolutamente inaccettabili. La violenza deve cessare immediatamente. Chiediamo a tutte le parti di astenersi da azioni che infiammano ulteriormente le tensioni e di impegnarsi nel dialogo". Nella nota diffusa dall'Alleanza Atlantica, "la Kfor intraprenderà tutte le azioni necessarie per mantenere un ambiente sicuro e protetto e continuerà ad agire in modo imparziale, in conformità con il mandato conferitole dalla Risoluzione 1244 del 1999 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite". 

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