Sabato 15 aprile stop agli stabilimenti Isar 2, Emsland e Neckarwestheim 2. La fine di un percorso intrapreso nel 2011 dopo la catastrofe di Fukushima e che ha subìto qualche ritardo a causa delle conseguenze della guerra in Ucraina. Ma cosa significa per il Paese a livello energetico? E dove sono le altre centrali europee? Di questo si è parlato nella puntata di Numeri, approfondimento di Sky TG24, andata in onda il 12 aprile
Dopo il rinvio dello scorso dicembre a causa della crisi energetica scoppiata dopo la guerra in Ucraina, sabato 15 aprile la Germania chiude le ultime tre centrali nucleari ancora attive nel Paese: Isar 2, Emsland e Neckarwestheim 2. Si compirà così la scelta fatta nel 2011, quando dopo la catastrofe di Fukushima in Giappone fu Angela Merkel a decidere di chiudere definitivamente con l'atomo. Se ne è parlato nell’ultima puntata di Numeri, andata in onda su Sky TG24 il 12 aprile (TUTTE LE PUNTATE).
Il nucleare in Germania
Una decisione annunciata, ma che sorprende dato che la Germania, come molti altri Paesi fra cui l’Italia, è alla ricerca di fonti di energia alternative al gas russo. È anche vero che il nucleare, nei primi tre mesi del 2023, ha contribuito al 4% del fabbisogno di elettricità del Paese contro il 51% delle rinnovabili - che sono in crescita - e il 28% del carbone.
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Le rinnovabili in crescita
E quella delle rinnovabili in crescita è una tendenza: nel 2021 l’elettricità fornita dal nucleare era il 42,3%, nel 2022 il 46,3% e nei primi mesi del 2023 appunto il 51%.
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Le centrali nucleari in Europa
Per quanto riguarda le altre centrali nucleari in Europa, il Paese che ne ha di più è la Francia: 56. La Russia ne ha 37, l’Ucraina 15, il Regno Unito 9 e la Spagna 7. Seguono Svezia e Repubblica ceca (6), Finlandia, Belgio, e Slovacchia (5), Svizzera e Ungheria (4), Romania e Bulgaria (2) e Bielorussia, Olanda e Slovenia (1).