Lo ha annunciato con un Tweet la presidenza svedese dell'Unione Europea. "Abbiamo raggiunto un compromesso ambizioso. La nuova direttiva rinnovabili è un passo importante nella realizzazione del Green Deal e del RePower Eu", ha commentato la Commissaria europea all'energia Kadri Simson
Dopo 15 ore di negoziato, le istituzioni Ue hanno raggiunto un accordo sulla nuova direttiva per promuovere e regolamentare le energie rinnovabili. Lo annuncia con un Tweet la presidenza svedese dell'Ue.
I contenuti dell'accordo
"Accolgo con favore l'accordo provvisorio con il Parlamento e il Consiglio su una serie rafforzata di norme sulle energie rinnovabili. Abbiamo raggiunto un compromesso ambizioso. La nuova direttiva rinnovabili è un passo importante nella realizzazione del Green Deal e del RePower Eu", ha fatto eco sempre in un tweet alla presidenza svedese la Commissaria europea all'energia Kadri Simson. L'accordo sulla nuova direttiva aumenta al 42,5% l'obiettivo Ue al 2030 per la quota di consumi finali di energia elettrica che dovranno essere coperti da fonti rinnovabili. A renderlo noto è stato Markus Pieper (Ppe, Germania) relatore del provvedimento per l'Europarlamento. Il contributo obbligatorio delle rinnovabili sale non solo rispetto all'attuale 32%, ma anche a quanto proposto dalla Commissione nel pacchetto clima del 2021 (40%). Con il RePower EU l'Esecutivo Ue aveva proposto il 45%. Tra gli altri elementi dell'accordo secondo Pieper, c'è l'accelerazione dei permessi. La produzione di energia da biomassa resterà rinnovabile al 100%. "Un buon giorno per la transizione energetica dell'Europa", commenta l'eurodeputato tedesco.
Incluso il nucleare nell'accordo sulle rinnovabili
L'idrogeno prodotto da energia nucleare fa parte dell'accordo Ue sulle rinnovabili raggiunto nella notte tra il Parlamento europeo e gli Stati membri. Parigi ha ottenuto che l'energia atomica sia conteggiata per la decarbonizzazione dell'industria, tuttavia - ha precisato Pieper a guida dei negoziati - vi sono "forti limiti". Il compromesso prevede che il 42% dell'idrogeno provenga da combustibili rinnovabili di origine non biologica entro il 2030 e il 60% entro il 2035. I Paesi potranno comunque coprire il 20% di queste quote usando la produzione nucleare a determinate condizioni. Lo 'sconto' del 20% sull'idrogeno rinnovabile tramite la produzione da nucleare può essere ottenuto se si verificano due condizioni: se lo Stato membro che vuole usare l'atomo è in linea con l'obiettivo generale sulle energie rinnovabili vincolante dell'Ue; e se la quota di idrogeno da combustibili fossili consumata nel Paese non è superiore al 23% nel 2030 e al 20% nel 2035.