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Sanzioni, l’economia russa barcolla. Anche Putin si dice preoccupato
Il taglio alle importazioni di gas e petrolio dell'Occidente non è ancora stato compensato dai mercati asiatici, anche a causa dell'inadeguatezza delle infrastrutture esistenti. Il capo del Cremlino per la prima volta dice apertamente che le misure contro Mosca possono 'produrre effetti a medio termine'. I numeri parlano chiaro: il bilancio statale nel 2022 si è chiuso con un deficit del 2,3% sul Pil. Per Bloomberg Economics la cifra salirà al 3-4% nel 2023
Più di un anno dopo il primo pacchetto di sanzioni, Putin ammette che le misure prese dall’Occidente contro Mosca in risposta all’invasione dell’Ucraina potranno avere "effetti negativi a medio termine". Le parole pronunciate in una recente riunione del governo ribaltano quanto sostenuto finora dal capo del Cremlino, che solo due settimane fa aveva detto che le misure restrittive di Europa e Stati Uniti avevano fatto "solo del bene" a Mosca
Il deficit del bilancio statale non lascia spazio a molti dubbi. Nei primi due mesi del 2023 ha raggiunto quota 34 miliardi di dollari, tanto da far scrivere al Wall Street Journal che "l'economia russa sta per crollare". Il calo dell’export di gas verso gli Stati occidentali – l’Europa ha ridotto dell’80% le importazioni nel 2022 – per ora non è stato compensato del tutto verso gli altri mercati a cui Mosca sta guardando, quelli di Cina e India
Così, da gennaio 2022 a gennaio 2023, scrive il Corriere della Sera citando i numeri che circolano tra funzionari americani ed europei, l’esportazione totale di gas russo è scesa del 46%. Il ministro dell’Energia russo, Nikolai Shulginov, ha ammesso che le mire espansionistiche russe verso l’Asia si scontrano ancora con "l'incapacità di riorientare immediatamente i flussi di gas”, a causa della carenza di infrastrutture adeguate