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Bolsonaro è tornato in Brasile, fra tensione e misure di sicurezza

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L’ex presidente è rientrato in patria dopo tre mesi negli Stati Uniti ed è stato accolto all'aeroporto di Brasilia da centinaia di sostenitori. Assumerà la carica di presidente onorario del Partito liberale. A Brasilia stabilito il divieto di transito nel corso principale che porta alla zona dei palazzi delle istituzioni, assaltati l’8 gennaio dai suoi sostenitori. Intanto si intensifica lo scontro tra maggioranza e opposizione su quanto accaduto durante la “Capitol Hill” verdeoro

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Dopo tre mesi negli Stati Uniti, l'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro è tornato in Brasile in un clima di tensione, e si temono nuovi disordini dopo l'assalto ai palazzi istituzionali avvenuto l’8 gennaio. L'ex capo di Stato è arrivato a Brasilia intorno alle 12 (ora italiana) con un volo della compagnia Gol partito da Orlando, in Florida. Ad attenderlo centinaia di sostenitori. Recatosi negli Usa vigilia dell'insediamento al potere di Luiz Inacio Lula da Silva, Bolsonaro ha ripetutamente assicurato di volersi reintegrare nella vita politica brasiliana. Intervistato nei giorni scorsi da Record tv ha assicurato: “Lavorerò nel Partito liberale, girerò il Brasile facendo politica” e “terrò bene in vista la bandiera dei valori conservatori”.

Bolsonaro sarà presidente onorario del Partito liberale

Bolsonaro dovrebbe ricoprire la carica di presidente onorario del Pl e riceverà uno stipendio simile a quello dei membri della Corte suprema federale di 40.000 real (circa 7.000 euro). Dagli Usa è arrivato accompagnato dai suoi più stretti collaboratori, fra cui Max Guilherme, sergente della Polizia militare di Rio de Janeiro, che faceva parte del Battaglione delle operazioni speciali della polizia (Bope) e che è partito con lui a dicembre per Orlando.

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Le misure di sicurezza

Le autorità dello Stato di Brasilia hanno predisposto diverse misure di sicurezza in previsione di possibili disordini da parte di simpatizzanti dell'ex presidente. Tra queste il divieto di transito nel corso principale di Brasilia che porta alla zona dei palazzi delle istituzioni.

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Opposizione chiede Commissione d'inchiesta sull’8 gennaio

Intanto si intensifica lo scontro tra maggioranza e opposizione sull'assalto ai palazzi del potere avvenuto l'8 gennaio a Brasilia: i sostenitori di Bolsonaro (nel frattempo finito nel registro degli indagati per il suo presunto coinvolgimento nella vicenda) invocano la creazione di una Commissione parlamentare mista d'inchiesta con lo scopo di indagare sui fatti, mentre l'alleanza di partiti che fa capo al presidente Luiz Inacio Lula da Silva non la vede di buon occhio e starebbe facendo di tutto per ostacolarne la nascita. La giustificazione addotta dal governo è che le autorità competenti, in primis la polizia federale, starebbero già svolgendo gli accertamenti necessari al caso. Lula inoltre teme che la Cpmi provochi instabilità politica nel Congresso interrompendo i suoi piani per far approvare le proposte dell'esecutivo. Le opposizioni, tuttavia, sostengono che il tentativo di ostacolare la Commissione sia mosso dal timore che riveli qualcosa tenuta nascosta finora: i “bolsonaristi” sono convinti, per esempio, che nella “Capitol Hill” verdeoro ci siano stati infiltrati di sinistra, tra cui black-bloc mascherati, che avrebbero agito per far ricadere le colpe dei saccheggi e degli atti di vandalismo unicamente sui manifestanti di destra. Dal suo ritiro americano, lo stesso Bolsonaro ha nel frattempo chiesto alla sua base di “concentrarsi sulla Cpmi” degli atti dell'8 gennaio “per far emergere la verità”.

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