
Russia, il piano di Putin per la guerra: Iskander, armi nucleari tattiche e aerei
Il presidente russo lo ha dichiarato apertamente: “Faremo in Bielorussia esattamente quello che hanno fatto gli Stati Uniti in Europa”. Il trasporto dei missili e la conversione degli aerei bielorussi Su-25 in vettori in grado di trasportare testate nucleari sono le prime azioni che il Cremlino intende compiere per rispondere all’invio di proiettili all’uranio impoverito da parte di Londra a Kiev. In merito a tale dispiegamento l'Ucraina ha chiesto una riunione di emergenza al Consiglio di Sicurezza ONU

Il progetto di Putin è chiaro: dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia in risposta ai proiettili all’uranio impoverito che la Gran Bretagna ha annunciato di consegnare all’Ucraina. L’intenzione, secondo quanto sostiene Mosca, non violerebbe il trattato di non proliferazione nucleare Start. “Le metteremo lì per addestrare i militari bielorussi a partire dal 3 aprile, come hanno fatto gli Stati Uniti in Europa”, ha dichiarato il presidente russo
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DI COSA SI TRATTA - La Russia trasferirà i sistemi missilistici Iskander-M a doppia capacità in Bielorussia e convertirà alcuni aerei bielorussi Su-25 per consentire loro di trasportare armi nucleari. A riportarlo è la testata “European Pravda”, con riferimento all'agenzia russa “RIA Novosti”, che cita Konstantin Vorontsov, vicecapo della delegazione russa intervenuto a una riunione del Primo Comitato dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite
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NIENTE SISTEMI DI CONVERSIONE – Come ha dichiarato il diplomatico russo, per il momento però “non verranno consegnate tecnologie per la conversione di aerei in vettori di armi nucleari in Bielorussia”
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LE PAROLE DI LUKASHENKO – Da ricordare come alla fine di agosto, l'autoproclamato presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, avesse già menzionato la possibilità di convertire aerei Su-24 per trasportare armi nucleari, sebbene tali velivoli fossero stati già dismessi già nel 2012. Più di recente pare aver cambiato idea: Lukashenko ha infatti sostenuto che la Bielorussia non avrebbe schierato armi nucleari e non aveva mai avuto in programma di farlo
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LA DISPONIBILITÀ DI PROIETTILI – Possibile anche l’utilizzo di altre armi, come per esempio i proiettili all’uranio impoverito che Londra vorrebbe trasferire a Kiev. "Abbiamo, senza esagerare, centinaia di migliaia di tali munizioni. Al momento non le stiamo usando. Sono armi molto pericolose per l'uomo e la natura a causa della polvere radioattiva", ha dichiarato Putin
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LE RAGIONI - Le azioni russe sono giustificate dal “possibile avanzamento delle infrastrutture nucleari della NATO verso est”, ha detto Vorontsov. In particolare, la Polonia da diversi anni afferma di voler essere pienamente coinvolta in missioni nucleari congiunte, un’attività che sembra essere aumentata di recente. Tra le contromisure che Russia e Bielorussia hanno intenzione di attuare non c’è però l’idea “di dotare fisicamente i sistemi bielorussi di testate nucleari o per spostare tali testate attraverso il territorio bielorusso”
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LO STUDIO - Secondo ISW, l’Istituto per lo studio della guerra, Putin probabilmente voleva schierare armi nucleari in Bielorussia anche prima dell'invasione dell’Ucraina. Tuttavia, dicono gli analisti del centro studi statunitense, ha poi deciso di far coincidere il dispiegamento di queste armi a Minsk con l'avvio di una nuova campagna d'informazione volta ad intimidire l'Ucraina ed i Paesi dell'Ue. Lukashenko aveva suggerito a Mosca di collocare armi nucleari sul territorio del Paese già dal 30 novembre 2021, prosegue il rapporto
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LA RICHIESTA DELL'UCRAINA - Sul tema del dispiegamento delle armi nucleari in Bielorussia si registra la posizione di Kiev, che ha richiesto al Consiglio di Sicurezza ONU una riunione di emergenza per discutere del tema. "L'Ucraina si aspetta azioni efficaci per contrastare il ricatto nucleare del Cremlino da parte di Regno Unito, Cina, Stati Uniti e Francia. Per questo chiediamo che venga immediatamente convocata una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a questo scopo", ha sottolineato il ministero degli Esteri ucraino in una nota

"RETORICA RUSSA PERICOLOSA" - Non usa giri di parole la Nato per definire la scelta russa di dislocare armi tattiche nucleari in Bielorussia. "È una scelta pericolosa e irresponsabile", ha sottolineato un portavoce dell'Alleanza, citato dal media britannico The Guardian. "La Nato vigila, stiamo monitorando la situazione e non ci sono passi che ci costringano a modificare la nostra strategia", aggiunge il portavoce dell'Alleanza

LA DIFESA CONGIUNTA DEI PAESI NORDICI – Anche in risposta a tale escalation da parte della Russia i Paesi nordici (Svezia, Finlandia, Danimarca e Norvegia) hanno deciso di fare quadrato, sottoscrivendo un memorandum per creare una difesa aerea nordica unificata, con l'obiettivo di contrastare la crescente minaccia di Mosca. Una scelta difensiva, quella di integrare le forze aeree, innescata dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, come sostiene il comandante delle forze aeree danesi, il maggiore generale Jan Dam
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IL FRONTE SU BAKHMUT – Sul fronte di Bakhmut la situazione sembra invece essere in fase di stallo. Per le forze di intelligence britanniche l'attacco russo è praticamente in fase di stallo, soprattutto a causa delle pesanti perdite subite finora da Mosca. Gli scontri a fuoco in quella direzione sono diminuiti, dice il rappresentante del gruppo orientale delle forze armate dell'Ucraina Sergei Cherevaty, ma la strada è ancora lunga e "richiede un'analisi più dettagliata"

NUOVE ARMI - Lo chiarisce lo stesso presidente Volodymyr Zelensky, tornato a insistere con l'Europa per avere nuove armi senza le quali questo scenario è impossibile. "Stiamo aspettando le munizioni dai nostri partner", ha detto il leader ucraino, osservando che i russi usano ogni giorno una quantità di munizioni tre volte superiore a quella delle forze di Kiev e che senza di queste "non può inviare i suoi coraggiosi difensori alla controffensiva"

IL FRONTE DIPLOMATICO - Dal campo alla diplomazia le cose non vanno meglio. Nei giorni scorsi l'ipotesi di una chiamata tra Kiev e Pechino era insistente, anche se i funzionari ucraini avevano più volte ribadito che diversi punti del piano cinese erano lontani dalla pace immaginata dalle loro parti. Oggi Zelensky ha frenato gli entusiasmi sostenendo che la Cina non si è proposta a Kiev come mediatore nel conflitto in Ucraina e che "non ho ricevuto la proposta di incontrarci", nonostante l'invio di messaggi diretti a Pechino per cercare di parlare con Xi Jinping
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