
Migranti, l’Ue lavora a una missione anti-trafficanti in Tunisia. Le ipotesi
La situazione del Paese viene giudicata “preoccupante”, tanto che è diventata una delle priorità sul tavolo della riunione del prossimo Consiglio Affari esteri, previsto a Bruxelles domani. In un report del Servizio di Azione Esterna dell'Ue (Eeas) si legge che crisi economica e deterioramento della democrazia hanno avuto un impatto diretto sul dossier migratorio: ora non partono solo i migranti giunti dalle regioni sub-sahariane ma gli stessi tunisini. Se il Paese dovesse crollare, i flussi potrebbero impazzire

Combattere l'immigrazione illegale in Tunisia. È questa una delle questioni principali che verranno discusse al prossimo Consiglio Affari esteri, previsto a Bruxelles domani. La situazione del Paese viene giudicata “preoccupante” in Europa, tanto che è diventata una delle priorità sul tavolo della riunione. L'instabilità sarebbe deleteria anche sul fronte della migrazione
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Sul tavolo ci sarà una relazione del Servizio di Azione Esterna dell'Ue (Eeas) in cui si tratteggiano vari scenari. Tra le azioni si propone una missione, definita "partnership operativa", contro i trafficanti. L'immigrazione illegale in Tunisia, si legge nel report, è esplosa nel corso dei primi mesi del 2023: lo Stato ha infatti rimpiazzato la Libia come Paese di prima partenza (il 60% degli arrivi in Italia proviene da qui), contribuendo al 164% di aumento del traffico nella rotta Mediterranea centrale nel 2023
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Questo flusso, è stato ribadito in una riunione nei giorni scorsi al Viminale, rischia di diventare una bomba ad orologeria. A Roma, infatti, si è riunito il comitato tecnico del ministero dell’Interno. A presiederlo c’era il ministro Matteo Piantedosi, che ha sentito al telefono il suo collega di Tunisi e ha condiviso con lui la necessità di rafforzare la collaborazione contro i trafficanti di esseri umani
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L’Italia potrebbe presto avere una sponda in Europa. L’Eeas, infatti, propone una cosa simile: un'iniziativa europea - definita "partnership operativa" - per combattere "i trafficanti" di esseri umani. Suggerisce anche di aumentare la cooperazione nella gestione delle frontiere, i rimpatri volontari, nuova assistenza per migliorare le capacità nelle operazioni di ricerca e salvataggio (Sar), ampliare per i tunisini le vie d'ingresso legali in Europa attraverso il lancio di una "Talent Partnership" entro l'estate, come concordato con le autorità a livello tecnico
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Il deterioramento delle condizioni economico-sociali in Tunisia, si legge nel report, ha contribuito a far aumentare le partenze degli stessi tunisini a livelli "senza precedenti", con oltre 21mila richieste di asilo presentate in Europa nel 2022 (rispetto alle 9.600 del 2021). Peraltro con un livello bassissimo di accettazione (2%). Il report menziona con “preoccupazione” la retorica mostrata dal presidente Saied contro i migranti di origine sub-sahariana presenti nel Paese, che ha portato la Banca Mondiale a sospendere i negoziati per il partenariato 2023-2027
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Il report del Servizio di Azione Esterna dell'Ue affronta le ipotesi sia di "peggioramento" delle condizioni economiche della Tunisia, dovute al mancato accordo con l'Fmi o la Banca Mondiale, che potrebbe portare "al collasso del Paese"; sia di possibili infiltrazioni di attori "regionali e internazionali", che hanno tutto l'interesse a scalzare l'Europa dalla scena e a soffiare sulla narrazione di un'Ue che si disinteressa e forse tradisce la Tunisia
GUARDA IL VIDEO: Ue lavora a missione anti trafficanti in Tunisia
Trovare la quadra non sarà facile. Con Tunisi "si deve cooperare", ma non si può far passare il messaggio che tutto sia accettabile. Il ruolo del presidente Kais Saied, come riporta Ansa, viene giudicato in modo negativo, soprattutto per aver impresso una piega "nazional-populista", con una "distintiva deriva autoritaria". "Abbiamo registrato nelle ultime settimane restrizioni nei diritti e nelle libertà delle persone, arresti fra attivisti e società civile: è chiaro che ci stiamo allontanando della spirito della rivoluzione del 2011", nota un alto funzionario Ue

Crisi economica e deterioramento della democrazia, come detto, per l'Eeas hanno avuto un impatto diretto sul dossier migratorio, dato che dalla Tunisia ora non partono solo i migranti giunti dalle regioni sub-sahariane ma gli stessi tunisini (ha rimpiazzato la Libia come hub di partenze). Se il Paese dovesse crollare, i flussi potrebbero impazzire. I ministri degli Esteri Ue si confronteranno, cercheranno di concordare "una strategia comune", discuteranno anche della possibilità di adottare "misure pratiche". Come la missione ipotizzata dall'Eeas e i suoi dettagli
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