Mentre proseguono le ricerche dei sopravvissuti al sisma del 6 febbraio lo sciame sismico non si arresta: quasi 3.500 le scosse di assestamento, 48 delle quali di magnitudo compresa tra il grado 5 e 6. Ritrovato senza vita il corpo di Angelo Zen: le vittime sono oltre 41mila. Una donna di 27 anni è stata estratta viva dopo 258 ore ore dalle macerie. Onu lancia appello umanitario da 1 miliardo
Potrebbe arrivare a toccare quota 50mila il bilancio delle vittime del terremoto che il 6 febbraio ha colpito Turchia e Siria: secondo le ultime notizie i morti al momento sono più di 41mila. Oltre 38mila persone sono morte in Turchia e più di 3.600 in Siria. E mentre si continua a scavare per trovare sopravvissuti fra le macerie - finora sono state salvate oltre 105mila persone - lo sciame sismico non si arresta: quasi 3.500 le scosse di assestamento, 48 delle quali di magnitudo compresa tra il grado 5 e 6. Oggi è stato ritrovato il corpo senza vita di Angelo Zen in Turchia. Invece nella provincia turca di Adiyaman una 17enne è stata estratta viva dopo 248 ore sotto le macerie, mentre una donna di 27 anni è stata estratta viva dopo 258 ore a Kahramanmaras. Domenica il Segretario di Stato Usa Antony Blinken visiterà la base aerea di Incirlik "per vedere in prima persona gli sforzi Usa per assistere le autorità turche", poi andrà ad Ankara, dove incontrerà il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu e alti funzionari per discutere non solo dell'aiuto dopo il sisma, ma anche per "rafforzare ulteriormente la partnership con il prezioso alleato Nato". Intanto il presidente Erdogan ha ricevuto proprio il segretario generale dell'Alleanza Atlantica Stoltenberg, al palazzo presidenziale di Ankara. Durante una conferenza stampa con il ministro degli Esteri Cavusoglu, Stoltenberg ha definito il sisma come "il disastro naturale più letale avvenuto sul territorio dell'Alleanza dalla fondazione della Nato".
Ritrovato il corpo di Angelo Zen in Turchia
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un tweet ha comunicato che "purtroppo è stato ritrovato senza vita il corpo di Angelo Zen. Abbiamo già provveduto ad informare la famiglia e attraverso la nostra Ambasciata in Turchia ad avviare le procedure di rientro della salma in Italia. Mi stringo al dolore dei suoi cari". Angelo Zen, consulente orafo veneto 60enne, era in Turchia per lavoro quando si è verificato il sisma che ha sconvolto il sud del Paese, al confine con la Siria. Secondo gli ultimi contatti avuti con i familiari era a Kahramanmaras, la città turca di un milione di abitanti, epicentro del sisma, rasa al suolo dalla scossa. Lì la mattina successiva all'ultimo contatto avrebbe dovuto incontrare un socio turco per discutere di lavoro.
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Allarme per tentato rapimento di un bambino
Allarme in Turchia dopo un tentativo di rapimento di un bambino ricoverato in ospedale dopo il terremoto. La polizia turca ha arrestato un uomo che cercava di portare via il piccolo dalla struttura sanitaria fingendo di essere un funzionario di polizia nel distretto di Samandag, nella provincia di Hatay. Il personale dell'ospedale si è accorto che il suo tesserino era falso e ha chiamato gli agenti. All'uomo sono state trovate carte d'identità militari e di polizia false, oro e denaro in lire turche, dollari ed euro per un valore di circa 6.500 dollari. Alcuni genitori della regione hanno espresso all'Afp il loro allarme per i presunti rapimenti di bambini. Lunedì il ministro della Famiglia turco Derya Yanik ha dichiarato che almeno 1.362 bambini sono stati separati dalle loro famiglie a causa del terremoto. Ieri si era saputo che in Siria ci sarebbe stato un altro tentato sequestro: si tratta di Aya, la bambina appena nata, trovata viva tra le macerie ancora attaccata al cordone ombelicale. La piccola è stata portata in un luogo sicuro.
I soccorsi
Ieri una madre e i suoi due bambini sono stati estratti vivi dopo essere rimasti sepolti per 228 ore sotto le macerie ad Antiochia, una delle città del sud est della Turchia più colpite dal sisma. Quasi contemporaneamente è stata tratta in salvo, dopo 227 ore sotto le macerie, una donna di 74 anni, Cemile Kekec, a Kahramanmaras, dove in mattinata era stata salvata anche una 45enne. Il governo turco ha dichiarato lo stato di emergenza in un’undicesima provincia, Elazig, area curda che nel recente passato aveva vissuto due terremoti che avevano fatto migliaia di vittime.
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Gli aiuti dell’Oms
Ieri nelle zone terremotate sono arrivati camion carichi di materiale medico inviato dall'Organizzazione mondiale della Sanità. "Molto più sostegno è necessario per soddisfare i bisogni sanitari essenziali di tutte le persone", ha fatto sapere il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Onu lancia appello umanitario da 1 miliardo
Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha annunciato che "le Nazioni Unite lanciano un appello umanitario per 1 miliardo di dollari di aiuti per la popolazione della Turchia dopo uno dei più devastanti terremoti che hanno colpito il Paese in un secolo". "Il finanziamento, che copre un periodo di tre mesi, assisterà 5,2 milioni di persone - ha spiegato Guterres - e consentirà alle organizzazioni umanitarie di aumentare rapidamente il sostegno vitale per gli sforzi di soccorso guidati dal governo in una serie di aree tra cui sicurezza alimentare, protezione, istruzione, acqua e ripari". Guterres ha ricordato che la Turchia "ospita il maggior numero di rifugiati al mondo e da anni mostra un'enorme generosità nei confronti dei suoi vicini siriani, e ora è il momento per il mondo di sostenere il popolo turco". "I bisogni sono enormi, le persone soffrono e non c'è tempo da perdere - ha concluso - Esorto la comunità internazionale a intensificare e finanziare completamente questo sforzo critico in risposta a uno dei più grandi disastri naturali dei nostri tempi".
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Gli edifici crollati
In Turchia gli edifici in parte crollati o rimasti fortemente danneggiati a causa del violento terremoto sono 50.576 e devono essere demoliti con urgenza, ha affermato il ministro dell'Ambiente turco Murat Kurum facendo sapere che le autorità hanno ispezionato finora più di 387.000 palazzi nelle dieci province del sud est anatolico colpite dal terremoto. La città di Gaziantep ha il maggior numero di edifici che necessitano di essere demoliti subito, quasi 12.000, seguita da Hatay (10.991) e Kahramanmaras (10.777).
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Solidarietà mondiale
Turchia e Siria continuano a ricevere solidarietà a livello internazionale dopo che oltre 100 Paesi hanno inviato aiuti fin dal primo giorno. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha riferito di avere in programma una telefonata il collega turco Mevlut Cavusoglu per fare il punto sugli aiuti dopo il terremoto. Tajani ha ricordato gli sforzi fatti dall'Italia per aiutare le popolazioni colpite dal sisma e come Roma sia stata la prima ad arrivare in Siria con gli aiuti. Il Regno Unito si è impegnato a fornire un nuovo pacchetto di aiuti da 25 milioni di sterline (28 milioni di euro) per le popolazioni della Turchia e della Siria colpite dal sisma, portando il totale stanziato da Londra a 42,8 milioni di sterline (48 milioni di euro). Ieri il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan ha visitato Ankara per mostrare vicinanza dopo il sisma. La Turchia ha ringraziato l'Armenia definendo la visita "significativa". Yerevan ha mandato 100 tonnellate di aiuti umanitari per la popolazione turca colpita dal sisma mentre una squadra di 28 soccorritori armeni è al lavoro nelle zone terremotate. Già la scorsa settimana, per permettere l'arrivo di aiuti alle regioni turche colpite, era stato aperto un valico sul confine turco-armeno, chiuso da 30 anni a causa delle relazioni problematiche tra Ankara e Yerevan per varie questioni, tra cui la negazione del genocidio armeno da parte della Turchia.
Media: migliaia di profughi siriani rientrano in patria dalla Turchia
Intanto, migliaia di siriani da anni profughi in Turchia, secondo quanto riferiscono media panarabi, stanno rientrando nelle regioni della Siria colpite dal terremoto, tramite il valico di Bab al Hawa. Le fonti parlano di come le autorità turche abbiano concesso un permesso ai siriani residenti in Turchia per tornare in patria per un periodo temporaneo di massimo sei mesi. Questa informazione, precisano i media, non è però stata confermata dalle istituzioni turche. E sono molti i profughi che temono di non poter più tornare in Turchia, una volta rientrati in Siria. Questo controesodo, secondo gli osservatori locali, sarebbe dovuto alle difficoltà quotidiane incontrate dagli sfollati siriani nelle zone turche impattate dal sisma.