Terremoto in Turchia e Siria, il suolo dell'Anatolia si è spostato di 3 metri

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È la conseguenza di uno dei sismi più violenti mai registrati nell'area. Con una magnitudo di 7.9, è stato mille volte più forte di quello di Amatrice del 2016 e 30 volte più forte di quello dell'Irpinia del 1980

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Dopo il terremoto del 6 febbraio, il suolo dell'Anatolia si è spostato di almeno tre metri: è la conseguenza di uno dei sismi più violenti mai registrati in Turchia. Con una magnitudo di 7.9, il terremoto che si è verificato nel Sud-Est della Turchia e nel Nord della Siria è stato mille volte più forte di quello di Amatrice del 2016 e 30 volte più forte di quello dell'Irpinia del 1980 (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI LIVE).

L’esperto: “Spostamento di almeno 3 metri”

La scossa, seguita da centinaia di repliche, è stata registrata dai sismografi di tutto il mondo, fino alla Groenlandia, come ha rilevato l'Istituto geologico danese. Il terremoto è avvenuto in una zona altamente sismica, punto d'incontro della placca Est anatolica, di quella Arabica e dell'Africana, con la prima che viene schiacciata dalla placca Arabica e spinta a Ovest, verso l'Egeo. Ad attivarsi è stata una delle due grandi faglie che attraversano la Turchia, quella Sud-Est anatolica, che "è una delle più attive nel Medio Oriente, insieme a quella del Mar Morto che attraversa Siria, Libano Israele e Giordania e che separa la placca Araba da quella Africana", osserva il presidente dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni. Ed è proprio lungo questa faglia che i due lembi del suolo si sono spostati: “Nella zona di massimo movimento è avvenuto uno spostamento di almeno tre metri", aggiunge Doglioni.

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Le cause dello spostamento

A causare lo slittamento è stato un movimento "di tipo transpressivo", vale a dire che lungo la faglia il suolo si è spostato in senso orizzontale, durante il quale è avvenuta anche una compressione fra la placca Anatolica e quella Araba. "Lo spostamento di tre metri è una prima stima", osserva il presidente dell'Ingv e misure più precise, "saranno disponibili non appena avremo i dati satellitari. Al momento abbiamo a disposizione solo modelli numerici". I dati sono attesi dalle Sentinelle del programma Copernicus, di Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa) e dalla costellazione Cosmo Sky-Med, dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

IDLIB, SYRIA - FEBRUARY 06: An aerial view of a collapsed buildings as personnel and civilians conduct search and rescue operations in Idlib, Syria after 7.7 and 7.6 magnitude earthquakes hits Turkiye's Kahramanmaras, on February 06, 2023. As a result of the earthquake, at least 968 people lost their lives in different parts of Syria, and more than 2,403 were injured. Early Monday morning, a strong 7.7 earthquake, centered in the Pazarcik district, jolted Kahramanmaras and strongly shook several provinces, including Gaziantep, Sanliurfa, Diyarbakir, Adana, Adiyaman, Malatya, Osmaniye, Hatay, and Kilis. Later, at 13.24 p.m. (1024GMT), a 7.6 magnitude quake centered in Kahramanmaras' Elbistan district struck the region. Earthquakes had affected several provinces in Syria's Idlib, Aleppo, Hama, Latakia, Tartus and Raqqa. (Photo by Izzeddin Kasim/Anadolu Agency via Getty Images)

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Le anomalie nel livello del mare

Lunga circa 200 chilometri, la faglia Sud-Est anatolica lambisce la Siria e "corre dal Mediterraneo verso Nord-Est, quasi fino al Mar Nero, ricongiungendosi con la faglia Nord Anatolica che arriva fino a Istanbul", dice Alessandro Amato, sismologo e direttore del Centro Tsunami dell'Ingv. La faglia "è probabilmente arrivata a deformare la costa. Si sono infatti osservate anomalie nel livello del mare in tre punti, in Turchia e a Cipro, che hanno fatto scattare l'allerta Tsunami", dice ancora Amato. "In Italia - aggiunge - l'arrivo di un'onda di tsunami era previsto intorno alle 6:30 nelle zone a Sud-Est, ma poi l'allerta è stata chiusa".

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