Brasile, mandati d’arresto per presunti finanziatori assalto. Biden: sostegno incrollabile
MondoIl ministro della Giustizia ha detto che sono già state identificate in 10 Stati del Paese persone sospettate di avere legami economici con gli organizzatori del tentato colpo di Stato. A Brasilia sono circa 1.500 le persone arrestate dopo l’irruzione nei palazzi delle istituzioni dei sostenitori di Bolsonaro. L’ex presidente è in una clinica in Florida per una occlusione intestinale parziale. Lula ha assicurato che "tutti i responsabili saranno individuati e giudicati". Giudice Moraes: "Terroristi saranno puniti"
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Sono circa 1.500 le persone arrestate a Brasilia, in Brasile, dopo l'assalto ai palazzi delle istituzioni. Si cercano anche i responsabili del blitz che per alcune ore ha fatto vacillare la democrazia del gigante sudamericano. Il ministro della Giustizia brasiliano Flavio Dino ha reso noto che la Polizia federale ha già identificato in dieci Stati del Paese persone sospettate di avere legami economici con gli organizzatori del tentato colpo di Stato e ha aggiunto che sono già stati emessi mandati di arresto. I nomi non sono stati resi noti. I sospettati avrebbero anche finanziato il noleggio di autobus per portare gli estremisti nella capitale. Il ministro ha detto che la responsabilità riguarda anche coloro che non erano presenti agli assalti: finanziatori e organizzatori. Il giudice della Corte suprema del Brasile, Alexandre de Moraes, ha ordinato l'arresto dell'ex ministro della Giustizia di Jair Bolsonaro (PL) Anderson Torres, che aveva assunto il comando del ministero della Pubblica sicurezza del Distretto federale di Brasilia il 2 gennaio. Ma cinque giorni dopo era partito per gli Stati Uniti. Il presidente Luiz Inacio Lula da Silva, che è rientrato in fretta a Brasilia, ha ricevuto la solidarietà internazionale e ha fatto capire che per quelli che ha definito “terroristi” sarà adottata la linea dura. Lula ha parlato al telefono anche col presidente Usa Joe Biden, che ha promesso "sostegno incrollabile". Intanto, il medico di Jair Bolsonaro ha fatto sapere che l’ex leader si trova in un ospedale della Florida per una occlusione intestinale parziale. L'ex presidente si è detto "dispiaciuto" per gli atti di violenza e vandalismo avvenuti domenica a Brasilia da parte di suoi sostenitori. A un inviato di Cnn Brasil, Bolsonaro ha anche rivelato che potrebbe "anticipare" il suo rientro in Brasile per trattare suoi problemi di salute.
100 imprese sospettate di aver finanziato bolsonaristi
L'Avvocatura generale dell'unione brasiliana (Agu) ha annunciato oggi di aver identificato più di 100 aziende sospettate di aver finanziato "la manifestazione golpista" di domenica a Brasilia. Il denaro di questi enti privati, si sostiene, "è stato utilizzato per pagare gli autobus che trasportavano i golpisti e per aiutare i bolsonaristi radicali a rimanere accampati davanti al quartier generale dell'esercito a fare i preparativi per il tentativo di colpo di Stato".
L’assalto ai palazzi delle istituzioni
Il Brasile, comunque, è ancora sotto shock per quello che è successo domenica scorsa e decine di migliaia di persone sono scese in strada nelle principali città per manifestare a favore della democrazia. Domenica migliaia di seguaci di Bolsonaro hanno fatto irruzione nelle sedi dei tre poteri simbolo dello Stato: Parlamento, governo e Corte suprema. Un assalto che ha ricordato quello realizzato a Capitol Hill dai seguaci di Donald Trump. Per un paio d'ore il popolo bolsonarista ha vandalizzato e devastato gli edifici che si affacciano sulla piazza dei Tre Poteri: porte sfondate, vetrate infrante, sedie e tavoli sfasciati, armadi saccheggiati, quadri d'autore sfregiati. Paulo Pimenta, ministro della Comunicazione, ha rivelato che c'è stato anche chi "ha orinato e defecato nel Palazzo del Planalto", sede del governo.
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La linea dura di Lula
Lula, che la momento dell’assalto non era a Brasilia, nelle scorse ore ha fatto ritorno in città, ha visitato i palazzi saccheggiati e ha promesso una linea dura contro i responsabili. Dallo Stato di San Paolo, dov’era in visita nelle zone alluvionate di Araquara, ha subito firmato il decreto per sancire l'immediato intervento federale del governo di Brasilia e la nomina di Rodrigo Garcia Cappelli come responsabile dell'operazione. Il presidente ha condannato l'attacco "vandalico e fascista" subito dagli edifici pubblici e assicurato che "tutti i responsabili saranno individuati e giudicati". Il capo dello Stato ha anche parlato di "atti terroristici", evocando la possibilità che "siano stati finanziati da uomini d'affari anche all'estero”.
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La solidarietà internazionale e la telefonata Lula-Biden
Al presidente Lula è subito arrivata la solidarietà da tutto il mondo, dagli Usa all'Italia, dalla Cina alla Russia, dall'Ue a Messico e Argentina. Ha anche parlato al telefono con Biden, che - ha fatto sapere la Casa Bianca - gli ha promesso "sostegno incrollabile" e lo ha invitato a Washington per l'inizio di febbraio. "Il presidente Biden condanna la violenza e gli attacchi alle istituzioni democratiche e al trasferimento pacifico del potere. I due leader hanno deciso di lavorare insieme a stretto contatto per i problemi che devono affrontare gli Stati Uniti e il Brasile, tra cui cambiamento climatico, sviluppo economico, pace e sicurezza", si legge in una nota.
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Bolsonaro è in Florida
Intanto, sentendosi chiamato in causa, dagli Stati Uniti è intervenuto anche Bolsonaro: ha cercato di prendere le distanze dagli atti di violenza definendoli "illegali", ma ha aggiunto che a suo avviso non sarebbero diversi da quelli commessi da militanti di sinistra nel 2013 e 2017. L’ex presidente si trova in Florida e nelle scorse ore è stato ricoverato in una clinica di Orlando per "forti dolori addominali". Il suo chirurgo, Antonio Luiz Macedo, ha spiegato all'agenzia Reuters che presenta una occlusione intestinale parziale che non dovrebbe essere oggetto di intervento chirurgico. "Un trattamento clinico dovrebbe risolverlo, come quando è stato ricoverato a San Paolo. Per cui non è una situazione grave", ha spiegato il medico. La permanenza di Bolsonaro negli Usa, però, potrebbe presto interrompersi: alcuni parlamentari hanno ipotizzato una sua estradizione. Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan, comunque, ha fatto sapere che per ora nessuna richiesta è arrivata dal Brasile.
Media: bloccati i conti bancari di Bolsonaro
Secondo Cnn Brasil, il vice procuratore generale della Corte dei conti brasiliana (Tcu), Lucas Rocha Furtado, ha disposto il blocco dei conti bancari intestati all'ex presidente Bolsonaro. Il blocco riguarderà anche il governatore del Distretto Federale, Ibaneis Rocha (nel frattempo sospeso dall'incarico su ordine della Corte suprema, ndr), l'ex responsabile per la Pubblica sicurezza di Brasilia, Anderson Torres, e tutti i finanziatori degli atti di vandalismo avvenuti domenica contro i palazzi del potere della capitale brasiliana.
Giudice Moraes: tutti i terroristi saranno puniti
"Non esiste dialogo con i terroristi, tutti saranno puniti", ha detto il giudice della Corte suprema (Stf), Alexandre de Moraes. "Non si può parlare in forma civilizzata con queste persone, che non sono civili", ha aggiunto il togato. "Saranno puniti tutti i responsabili, tutti coloro che hanno praticato, pianificato, finanziato e incentivato gli atti, per azione o per omissione, perché la democrazia prevarrà", ha concluso Moraes.