Presidenza Ue, chiuso semestre Repubblica Ceca: dal 1° gennaio è il turno della Svezia

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Dopo sei mesi segnati dalla guerra in Ucraina, la crisi energetica e quella economia, la guida dell’organo dell’Unione passa domani da Praga a Stoccolma: ecco tutto quello che c’è da sapere sul passaggio di consegne

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Si conclude oggi, 31 dicembre, il semestre di presidenza della Repubblica Ceca in seno al Consiglio dell’Unione europea. Dopo l’inizio del mandato il 1° luglio, si concludono sei mesi delicati in cui sono state gestite varie crisi, dalla guerra in Ucraina fino alla crisi energetica ed economica. Da domani, 1° gennaio, la presidenza passa alla Svezia, sul cui tavolo sono già presenti dossier delicatissimi: ecco tutto quello che c’è da sapere su questo passaggio di consegne.

Le sfide affrontate della presidenza ceca

La Repubblica Ceca si è trovata a detenere la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea in una fase estremamente delicata della vita dell’Ue stessa: durante il suo mandato Praga ha guidato il Consiglio nella gestione della crisi energetica, con le annesse discussioni che hanno infine portato a un accordo sul price cap al gas russo. Senza dimenticare ovviamente la guerra in Ucraina, gli aiuti al Paese aggredito e la gestione dei rifugiati, oltre alla spirale recessiva in atto e l’incombente recessione economica. “L'Europa si trova attualmente ad affrontare molti problemi e molte sfide ma, agendo con unità e determinazione, usciremo da queste crisi più forti e più resilienti”, aveva dichiarato il primo ministro ceco Petr Fiala presentando le priorità della presidenza della Repubblica Ceca.

Le sfide che attendono la Svezia

Adesso - e fino a giugno 2023 - è il momento della Svezia, alla sua terza presidenza. Si trova a gestire ancora il conflitto in Ucraina e le conseguenze che la guerra comporta anche per l’Unione europea: “Per la presidenza svedese sarà prioritario mantenere l'unità e continuare a sostenere l'Ucraina con ogni tipo di misure. Concretamente, si tratta di aiuti economici, militari, umanitari e anche politici per gestire questo momento difficile. Inoltre, naturalmente, dobbiamo continuare a imporre sanzioni contro la Russia e così via”, ha dichiarato Jessika Roswall, ministra svedese per gli Affari europei, secondo quanto riportato da Euronews. E mentre la crisi, anche energetica, continua, il Qatargate potrebbe rappresentare un altro delicato tema di cui il Consiglio guidato dalla Svezia potrebbe occuparsi.

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Che cos’è il Consiglio dell’Unione Europea

Il Consiglio dell’Unione Europea è uno degli organi decisionali dell’Ue e detiene insieme al Parlamento europeo il potere legislativo. Come riporta il sito stesso del Consiglio, esso negozia e adotta gli atti legislativi, nella maggior parte dei casi insieme al Parlamento europeo, mediante la procedura legislativa ordinaria, nota anche come procedura di codecisione. È composto da un rappresentante a livello ministeriale per ciascuno Stato membro, attualmente 27, che viene scelto di volta in volta a seconda del tema da trattare.

Di cosa si occupa il Consiglio dell’Unione Europea

Il Consiglio dell’Unione Europea ha competenze specifiche: è responsabile del coordinamento delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri e controlla le politiche di bilancio dell’Ue. Inoltre adotta i piani di lavoro nei settori dell’istruzione, cultura, gioventù e sport. Il Consiglio poi, insieme all’Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, definisce e attua la politica estera e di sicurezza dell'Ue. Infine fornisce il mandato alla Commissione europea per negoziare i trattati tra l’Unione stessa e i Paesi terzi e adotta il bilancio dell’Ue insieme al Parlamento europeo.

Come funziona la presidenza del Consiglio

La presidenza del Consiglio dell’Unione europea è esercitata a turno dagli Stati membri ogni sei mesi. Durante ciascun semestre la presidenza presiede le riunioni a tutti i livelli nell'ambito del Consiglio, contribuendo a garantire la continuità dei lavori dell'Ue. Nel tentativo di collegare i lavori tra un semestre e l’altro, il Trattato di Lisbona nel 2009 ha introdotto il sistema del “trio”: gli Stati membri che esercitano la presidenza collaborano strettamente a gruppi di tre, fissando obiettivi a lungo termine e preparando un programma comune che stabilisca i temi e le questioni principali che saranno trattati dal Consiglio in un periodo di 18 mesi. Nel quadro di questo programma, poi, ogni singola presidenza dettaglia un proprio piano d’azione semestrale. Dopo la Svezia, toccherà a Spagna, Belgio e Ungheria.

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