Usa, il 15 Trump annuncia sua candidatura. Midterm: parità in Senato, 2 seggi da assegnare

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Jason Miller, consigliere del tycoon, ha confermato che martedì prossimo “il presidente annuncerà la sua candidatura” per le elezioni del 2024. Ma nel partito cresce il malumore verso Trump e salgono le quotazioni di DeSantis. Intanto, proseguono i conteggi dopo le elezioni di metà mandato. In Senato è testa a testa fra i repubblicani e i democratici: quando mancano ancora due seggi da assegnare, i conservatori e i liberal possono contare su 49 seggi ciascuno sui 51 necessari per il controllo

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Donald Trump ufficializzerà la sua candidatura per le elezioni presidenziali del 2024 martedì 15 novembre. A dirlo è stato il suo consigliere Jason Miller, che è intervenuto su “War Room”, il podcast di Steve Bannon. Intanto, dopo le elezioni di Midterm, è testa a testa in Senato fra i repubblicani e i democratici, quando mancano ancora due seggi da assegnare (LO SPECIALE).

Il 15 novembre Trump annuncia la sua candidatura

Le voci sull’imminente candidatura di Trump per il 2024 erano diventate insistenti da settimane, ma manca ancora l’annuncio ufficiale. Annuncio che, secondo quando svelato da Miller, avverrà martedì 15 novembre. Già nei giorni scorsi, prima delle elezioni di metà mandato, il tycoon aveva parlato di un "grande annuncio" per il 15 a Mar-a-Lago, lasciando intendere che avrebbe annunciato la sua discesa in campo. "Il presidente Trump annuncerà martedì la sua candidatura. Sarà un annuncio molto professionale", ha confermato Miller. Ha aggiunto che l’ex presidente gli ha detto che "naturalmente si candiderà". Sulla terza discesa in campo di Trump, comunque, pesa anche l'incognita della Commissione sul 6 gennaio: ha convocato il tycoon a testimoniare il 14 novembre anche se, secondo i media americani, Trump si è rivolto a un tribunale della Florida per cercare di ottenere un ordine che dichiari la citazione della commissione non valida e inapplicabile.

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Midterm, testa a testa in Senato

Intanto, proseguono i conteggi dopo le elezioni di Midterm. In Senato è testa a testa fra i repubblicani e i democratici. Quando mancano ancora due seggi da assegnare - uno sarà assegnato dal ballottaggio del 6 dicembre in Georgia - i conservatori e i liberal possono contare su 49 seggi ciascuno sui 51 necessari per il controllo. Nelle scorse ore i media americani hanno confermato che, secondo le proiezioni, il repubblicano Joe Lombardo è stato eletto governatore del Nevada, mentre il democratico Mark Kelly ha vinto in Arizona. Proprio con la vittoria di Kelly in Arizona i democratici compiono un passo in avanti per mantenere il controllo del Senato. Per Joe Biden si tratterebbe di un importante successo, in quanto con un Senato democratico la sua agenda avrebbe maggiori chance di andare avanti.

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Trump contro DeSantis

Le elezioni di metà mandato non sono state caratterizzate dalla vittoria schiacciante dei repubblicani, come si aspettava Trump. Ma tra i vincitori c’è Ron DeSantis, riconfermato governatore della Florida e possibile rivale di Trump nella corsa repubblicana alla Casa Bianca. Il tycoon non sta perdendo occasione per attaccare  DeSantis. “È un repubblicano mediocre con buone pubbliche relazioni", ha tuonato in un post, sostenendo che alle primarie dei repubblicani nel 2018 il governatore della Florida "era una politico morto, venuto a chiedermi aiuto, disperato". Trump è sicuro che il suo endorsement abbia assicurato la vittoria a DeSantis e ha rivelato di aver inviato agenti dell'Fbi in una contea dove si stavano compiendo frodi elettorali e di aver "fermato quel furto". L'ex presidente ha poi ricordato che lui nel 2020 ha avuto "un milione di voti in più" di quelli conquistati dal governatore l'8 novembre. Nel partito repubblicano, però, aumenta l'insofferenza verso il tycoon, che rischia di rimanere sempre più isolato, e salgono le quotazioni di DeSantis.

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