Le autorità filorusse della regione occupata hanno chiesto aiuto a Mosca per l'evacuazione dei civili. Richiesta che è stata accolta, anche se il Cremlino precisa che "nessuno ha in programma di ritirare le truppe dalla regione”. Ma da agosto l’esercito di Putin è stato costretto a una progressiva ritirata e gli ucraini potrebbero presto lanciare l’offensiva per riconquistare la città, aprendo così allo scenario di riprendere anche la Crimea
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La battaglia per mantenere il controllo di Kherson, per i russi, si fa sempre più difficile. Per la prima volta le autorità filorusse della regione occupata dell'Ucraina meridionale hanno chiesto aiuto a Mosca per l'evacuazione dei civili. Richiesta che è stata accolta, forse nella consapevolezza che la resa dei conti sul principale fronte del conflitto sia vicina. Nel resto del Paese le truppe di Vladimir Putin hanno tenuto la pressione anche sugli altri fronti, come Kiev e Leopoli, sperando di rallentare la controffensiva del nemico nel sud (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI).
La situazione a Kherson
A Kherson, da agosto, i russi sono stati costretti ad una progressiva ritirata, quantificata in oltre 20 km. E questa situazione ha allarmato il governatore locale. "Ogni giorno, le città della regione sono soggette ad attacchi missilistici", e per questo motivo "abbiamo suggerito a tutti i residenti, se lo desiderano, di andare in altre regioni" della Russia al confine, come "Crimea, Rostov, Krasnodar e Stavropol", ha scritto su Telegram il governatore Vladimir Saldo, lanciando un appello a Mosca: "Mi rivolgo alla leadership del Paese, vorrei chiedere il vostro aiuto per organizzare questo lavoro". Subito dopo il suo vice Kirill Stremousov ha precisato che non si è trattato di un appello all'evacuazione e che non c'era motivo di panico. E "nessuno - ha assicurato - ha in programma di ritirare le truppe russe dalla regione di Kherson". Ma la richiesta di aiuto, a Mosca, è stata accolta con prontezza e senza esitazioni. "Il governo ha deciso di organizzare l'assistenza per la partenza degli abitanti della regione verso altre regioni del Paese", ha reso noto il vice primo ministro Khusnullin, che ha una responsabilità speciale per la Russia meridionale e la Crimea. Confermando, di fatto, che la situazione non è sotto controllo.
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Cosa significa quello che sta succedendo
Secondo l'intelligence britannica, i filorussi si starebbero preparando al combattere anche nel capoluogo. La ritirata completa da Kherson sarebbe un duro colpo per l'esercito di Putin, perché limiterebbe l'accesso alla Crimea, alimentando le speranze degli ucraini di riprendersi anche la penisola, che Vladimir Putin considera irrinunciabile. In questo quadro si può leggere l'intensificazione dell'offensiva su quasi tutto il resto del Paese. Ieri gli ucraini hanno denunciato attacchi in 40 città in appena 24 ore, anche della regione di Kiev, colpita da droni kamikaze, mentre diverse esplosioni sono state segnalate nelle regioni occidentali, come Leopoli e Ternopil. A sud la città di Mykolaiv è stata pesantemente bombardata per tutta la notte, riducendo in macerie anche un edificio residenziale di cinque piani. Gli ucraini hanno ribattuto colpo su colpo, continuando a sfidare i russi anche sul loro territorio. Nella regione di Belgorod è stato distrutto un deposito di munizioni ed è stato colpito un condominio nel capoluogo, hanno denunciato le autorità locali.
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Le mosse di Kiev e Mosca
Secondo lo Stato Maggiore di Kiev, le forze russe hanno iniziato a ricevere dai vertici militari l'ordine di sospendere le operazioni offensive su diversi fronti, in particolare nella regione di Donetsk. A causa del basso morale dei rinforzi recentemente arrivati, dei numerosi atti di diserzione da parte delle nuove reclute e del loro rifiuto di eseguire gli ordini. Quanto a Mosca, i segnali lanciati dal Cremlino sono ambigui, quasi a confermare che le cose si stanno complicando. Dmitry Peskov, parlando con i giornalisti, ha spiegato che "l'operazione militare speciale continua, ma - ha aggiunto - la Russia è aperta al dialogo per raggiungere i suoi scopi, che non sono cambiati".