Elezioni Austria, Alexander Van der Bellen rieletto presidente al primo turno

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Il professore 78enne, esponente dei Verdi, rimarrà per altri sei anni alla Hofburg: ha ottenuto il 56,2% dei consensi. Il candidato dell'ultradestra Fpoe Walter Rosenkranz si è fermato al 17,9%. Dominik Wlazny della Bierpartei, il partito della birra, si è piazzato a sorpresa al terzo posto

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In Austria Alexander Van der Bellen è stato rieletto presidente al primo turno, con il 56,2% dei consensi. Il professore 78enne, esponente dei Verdi, rimarrà quindi per altri sei anni alla Hofburg, l'ex residenza degli Asburgo. Come previsto dai sondaggi, ha avuto la meglio sugli altri sei sfidanti. Il candidato dell'ultradestra Fpoe Walter Rosenkranz si è fermato al 17,9%. Dominik Wlazny della Bierpartei, il partito della birra, si è piazzato a sorpresa al terzo posto.

Van der Bellen: “Elezioni giorno di festa per la democrazia”

"Le elezioni sono un giorno di festa per la democrazia", ha commentato un Van der Bellen visibilmente soddisfatto dopo il voto. Il presidente ha poi confessato di aver temuto che tanti non sarebbero andati al voto, "perché tanto Van der Bellen sarà rieletto. Ma ogni tornata elettorale va presa sul serio, ancora di più questa in un clima di grandi preoccupazioni", ha aggiunto. Nelle precedenti elezioni, quelle di sei anni fa, Norbert Hofer - il collega di partito di Rosenkranz - era in testa dopo il primo turno con il 35%, ma le presidenziali del 2016 furono molto diverse. I popolari Oevp e i socialdemocratici Spoe presentarono infatti propri candidati, mentre questa volta hanno spianato la strada a Van der Bellen rinunciando a farlo. Quella appena conclusa è stata per certi versi una “non campagna elettorale”. Il presidente in carica ha infatti declinato gli inviti per i duelli televisivi, limitandosi a qualche apparizione elettorale in piazza: gli austriaci - è stato il suo messaggio - hanno avuto sei anni di tempo (segnati dalla pandemia e da una serie di crisi di governo) per farsi un'idea di Van der Bellen.

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Gli altri candidati

Il risultato di Van der Bellen è solido, visto che non ha rischiato neanche lontanamente il ballottaggio, ma è lontano da quelli dei suoi predecessori che si sono presentati per un secondo turno: Rudolf Krichschlaeger nel 1980 e Heinz Fischer nel 2010, ad esempio, toccarono l'80% dei voti. È anche vero che nessun altro presidente uscente ha avuto tanti sfidanti. Le presidenziali erano considerate come una sorta di prova generale per le prossime tornate elettorali in Austria. Cinque dei sei candidati appartengono all'area della destra, come ha fatto presente anche Rosenkranz. "Il mio risultato - ha detto - è rispettabile e oltre ogni previsione dei sondaggisti. Si tratta del secondo risultato nella storia di un candidato Fpoe, nonostante altri candidati abbiano pescato nel nostro bacino elettorale". La vera sorpresa è stata quella di Dominik Wlazny della Bierpartei, il partito della birra. Il viennese 35enne, in arte Dr. Marco Pogo, è un noto musicista, cabarettista, medico e consigliere di circoscrizione a Vienna. Con l'8,4% dei consensi è finito sul gradino più basso del podio (nel comune di Vienna Dr. Marco Pogo è addirittura secondo). Nata come una formazione provocatoria, la Bierpartei potrebbe essere destinata a raccogliere l'elettorato di protesta giovane e non di destra. Potrebbe poi avere un futuro politico, anche se non alla Hofburg, Tassilo Wallentin. L'avvocato viennese, candidato indipendente, ha potuto contare sul sostegno del potente tabloid Kronen Zeitung. Con l'8,3% alle prossime tornate elettorali potrebbe intercettare un elettorato conservatore che per un motivo o l'altro non vuole mettere la crocetta sui popolari dell'Oevp oppure sull'ultradestra Fpoe. Lo stesso vale per il partito no vax Mfg: anche se il loro candidato Michael Brunner si è fermato al 2,2%, il movimento ormai è una presenza fissa sulle schede elettorali.

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