
Russia, cosa succede se cade il regime di Putin e quali sono gli scenari politici futuri
Le crescenti difficoltà di Mosca nella guerra in Ucraina cominciano a porre dubbi sulla tenuta dell'attuale amministrazione, che ha investito molto su questa “operazione speciale” e rischia di non sopravvivere ad un'eventuale riconquista ucraina. Il primo che rischia è lo zar del Cremlino che, però, lascerebbe il Paese nel caos politico e nell’instabilità se l'Occidente decidesse di non intervenire

L’ordine sociale traballa in Russia dopo la decisione di Putin di portare a termine la sua “operazione militare speciale”, oggi praticamente ferma, mobilitando altri 300mila uomini. Come evidenzia “Il Messaggero”, a mettere in pericolo la leadership dello Zar è soprattutto il richiamo alle armi dei riservisti: da giorni si moltiplicano i tentativi di fuga all'estero per evitare il fronte di guerra e crescono le manifestazioni di protesta, represse con mano dura dal Cremlino
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PROTESTE E ARRESTI - Oltre duemila persone sono state arrestate in diverse città russe. Nelle carceri di Putin sono detenuti quasi 800 dimostranti, ormai finiti negli archivi della polizia con impronte digitali e foto segnaletiche. E la galera arriva per molto meno. Lo sa bene, ad esempio, il vicesindaco di Kotlas, città nell'Oblast' di Arcangelo, fermato per aver filmato i disordini
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LE PAROLE DEI FEDELISSIMI - A Mosca cominciano a sentirsi anche i dubbi di coloro che fino a ieri erano vicini al Cremlino. “Stanno arrivando reclami da uomini che non dovrebbero essere richiamati: se viene commesso un errore, è necessario correggerlo", ha detto Vyacheslav Volodin, numero uno della Duma. La sua collega al Senato, Valentina Matviyenko, ha invece parlato di “eccessi inaccettabili da parte dello Stato: giusta la forte reazione nella società”
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L’INCUBO DELL’ATOMICA - L'incubo dell'atomica, poi, rischia di far piombare il mondo nell'epoca più buia della Storia. “La Russia ha il diritto di usare armi nucleari se necessario. In casi predeterminati”, ha detto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ed ex presidente della Federazione, Dmitry Medvedev, citato dalla Tass. Medvedev ha precisato che la Mosca farà di tutto per impedire la comparsa di armi nucleari nei suoi vicini ostili, come “nell’Ucraina nazista”
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I NEGOZIATI E IL FALLIMENTO DI MOSCA – Nonostante le minacce però, la guerra procede a rilento e questo sfibra il morale dei soldati. Anche per questo Putin sembra voler aprire, ancora una volta, il tavolo dei negoziati. Le ragioni per cui Mosca potrebbe volere un cessate il fuoco sono diverse: il piano originale del Cremlino di conquistare Kiev e trasformare l'Ucraina in uno Stato satellite pare al momento fallito
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I RISCHI PER LO ZAR – Anche il piano di ripiego, quello cioè di impossessarsi delle aree di lingua russa dell'est e del sud, pare essere ad un punto morto e ora corre il serio rischio di essere frustrato dalla controffensiva ucraina, nonostante i referendum nelle province ucraine. Le manovre militari di Mosca sono state poi scosse dalla sconfitta nella provincia di Kharkiv. Se Kiev dovesse cacciare la Russia da Kherson o da gran parte del Donbass, la sopravvivenza di Putin al potere sarebbe messa in discussione
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IL COLPO DI STATO – Non va esclusa a quel punto una manovra contro Putin. Non sarebbe necessariamente violenta e potrebbe avvenire in sordina. Una delegazione di esponenti dell'establishment russa andrebbe da Putin e gli direbbe che, per preservare il regime stesso, è necessario che lui e alcune altre figure di spicco, come il ministro della Difesa Sergei Shoigu, facciano un passo indietro in cambio di garanzie di immunità dall'azione penale e di tutela della proprietà, come fu per Eltsin nel 1999

RISCHI PER TUTTI - Va detto che qualora queste personalità dovessero compiere un simile passo, correrebbero gravi rischi in primis per loro stessi, se la mossa fallisse, ma anche per la tenuta dello Stato, nel caso in cui un cambio di leadership dovesse portare ad una spaccatura nell'élite, con conseguente caos politico e un indebolimento radicale del potere centrale. Servirebbe una certa assicurazione. E, in questo senso, l'Occidente potrebbe essere importante e offrire al successore dello zar qualche tipo di concessione politica

LA SINDROME DI WEIMAR – Il rischio è quello di replicare la Repubblica di Weimar tedesca: con uno Stato e un esercito indeboliti, e di fronte a quelle che i russi considererebbero richieste occidentali di “resa incondizionata”, il nuovo governo si assumerebbe il fardello catastrofico della resa e dell'umiliazione nazionale, come fu per Berlino dopo il primo conflitto mondiale

IL PERICOLO PER CHI VIENE DOPO - In questa prospettiva, il successore di Putin sarebbe incolpato dall'opinione pubblica del fallimento della campagna in Ucraina e si troverebbe a rispondere alle crescenti richieste degli estremisti russi di dichiarare la completa mobilitazione e intensificare la guerra. Questo estenderebbe il conflitto sicuramente oltre i confini di Kiev, con conseguenze difficili da prevedere sia per l'area che per il mondo intero
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