Dopo l’arrivo all’Aeroporto Internazionale di Nur-Sultan e la cerimonia ufficiale di benvenuto, il Pontefice ha tenuto di fronte alle autorità e alla società civile kazake il primo discorso del suo viaggio di tre giorni per partecipare al Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali. “Imploro la pace in Ucraina, folle e tragica guerra”, ha detto il Santo Padre
Dopo l’arrivo all’Aeroporto Internazionale di Nur-Sultan e la cerimonia ufficiale di benvenuto, Papa Francesco ha tenuto il primo discorso del suo viaggio diplomatico in Kazakistan di tre giorni per partecipare al Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali. All’auditorium Qazaq Concert Hall, il Pontefice ha parlato di fronte alle massime autorità del Paese, al corpo diplomatico e alla società civile definendosi un “pellegrino di pace”. “Imploro la fine della folle guerra in Ucraina”, ha detto il Santo Padre, che ha ribadito la necessità di “intensificare gli sforzi diplomatici”. Poi ha lodato il percorso di riforma intrapreso del governo locale sottolineando il valore della democrazia. Infine, non si è risparmiato una frecciata alla politica: “Ascolti i popoli per evitare la minaccia del populismo”.
“In Ucraina allargare l’impegno diplomatico”
"Qui Giovanni Paolo II venne a seminare speranza subito dopo i tragici attentati del 2001. Io vi giungo nel corso della folle e tragica guerra originata dall'invasione dell'Ucraina. Vengo per amplificare il grido di tanti che implorano la pace, via di sviluppo essenziale per il nostro mondo globalizzato”. Così Francesco sul conflitto in quello che è di fatto il secondo viaggio di un Pontefice nel Paese asiatico. “È sempre più pressante la necessità di allargare l'impegno diplomatico a favore del dialogo e dell'incontro perché chi al mondo detiene più potere ha più responsabilità nei riguardi degli altri", ha aggiunto il Papa. Che ha precisato: "Abbiamo bisogno di leader che, a livello internazionale, permettano ai popoli di comprendersi e dialogare e generino un nuovo 'spirito di Helsinki', la volontà di rafforzare il multilateralismo, di costruire un mondo più stabile e pacifico".
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“La libertà religiosa via per convivenza civile”
"La libertà religiosa costituisce l'alveo migliore per la convivenza civile". Così Papa Francesco ha proseguito il suo discorso. "Opportunamente la Costituzione del Kazakistan, nel definirlo laico, prevede la libertà di religione e di credo. Una laicità sana, che riconosca il ruolo prezioso e insostituibile della religione e contrasti l'estremismo che la corrode, rappresenta - ha sottolineato il Pontefice - condizione essenziale per il trattamento equo di ogni cittadino, oltre che per favorire il senso di appartenenza al Paese da parte di tutte le sue componenti etniche, linguistiche, culturali e religiose”. “Le religioni, infatti, mentre svolgono il ruolo insostituibile di ricercare e testimoniare l'Assoluto, necessitano della libertà di esprimersi", ha precisato Francesco.
“Democrazia forma più alta”
"Custodire il genio e la vivacità di un popolo spetta anzitutto alle autorità civili, prime responsabili nella promozione del bene comune, e si attua attraverso il sostegno alla democrazia, che costituisce la forma più adatta perché il potere si traduca in servizio a favore dell'intero popolo". Queste le dichiarazioni di Francesco, che poi si è focalizzato sulle riforme in Kazakistan: "So che è stato avviato, soprattutto negli ultimi mesi, un processo di democratizzazione volto a rafforzare le competenze del Parlamento e delle Autorità locali e, più in generale, una maggiore distribuzione del potere: si tratta di un tragitto meritorio e impegnativo, certamente non breve, che richiede di proseguire verso la meta senza volgersi indietro”. Il Pontefice si è poi soffermato in particolare sulla recente abolizione della pena di morte nel Paese. "Vorrei esprimere apprezzamento per l'affermazione del valore della vita umana e del diritto alla speranza per ciascun individuo. Accanto a ciò, è importante garantire le libertà di pensiero, di coscienza e di espressione, per dare spazio al ruolo unico e paritario che ognuno riveste per l'insieme", ha aggiunto il Papa. Un plauso dal Santo Padre è andato anche la scelta di rinunciare ad armamenti nucleari: "Proprio pensando all'impegno globale per la pace, esprimo vivo apprezzamento per questa decisione così come per lo sviluppo di politiche energetiche e ambientali incentrate sulla decarbonizzazione e sull'investimento in fonti pulite".
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“Politica ascolti i popoli”
Non è mancato un commento sulla situazione politica internazionale. “Uno stile politico realmente democratico è la risposta più efficace a possibili estremismi, personalismi e populismi che minacciano la stabilità e il benessere dei popoli", ha detto Papa Francesco. Che ha aggiunto: "Ovunque occorre che la democrazia e la modernizzazione non siano relegati a proclami ma confluiscano in un concreto servizio ai cittadini”. "Una buona politica è fatta di ascolto della gente e di risposte ai suoi legittimi bisogni, di costante coinvolgimento della società civile e delle organizzazioni non governative e umanitarie, di particolare attenzione nei riguardi dei lavoratori, dei giovani e delle fasce più deboli", ha concluso il Pontefice.