Addio alla Regina Elisabetta II, una vita al servizio del suo popolo

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Liliana Faccioli Pintozzi

Protagonista del regno più lungo della storia britannica, dal suo trono ha influenzato e testimoniato la storia del suo Paese e del mondo intero. Con lei il Novecento perde la sua ultima protagonista

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Lo aveva promesso in un discorso alla nazione nel giorno del suo 21mo compleanno: "Dichiaro di fronte a voi che l'intera mia vita, per lunga o corta che sia, sarà dedicata al vostro servizio”. Lo aveva promesso, e così è stato: anche nei momenti più duri, come la pandemia di Covid-19: "Ci incontreremo di nuovo". O quando, dopo aver detto addio al compagno di una vita, il principe Filippo, ha chiesto comunque al Paese di gioire del presente.

Ha influenzato al storia della Gran Bretagna e del mondo intero

Nata Elizabeth Alexandra Mary il 21 aprile del 1926, nipote del dimissionario Re Edoardo VIII e figlia di Re Giorgio VI, è diventata la Regina Elisabetta II il 6 febbraio 1952. Aveva appena 26 anni. Ausiliaria durante la Seconda guerra mondiale, protagonista del regno più lungo della storia britannica, dal suo trono ha influenzato e testimoniato la storia del suo Paese e del mondo intero. Con lei il Novecento delle guerre mondiali e della Guerra fredda, del rock'n roll e di internet, dei telefoni cellulari e della tv a colori, del '68 studentesco e del '89 del socialismo reale, del Papa polacco e dell'Europa Unita, perde la sua ultima protagonista. Con lei, muore il Novecento.

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Il difficile rapporto con la principessa Diana

Come da tradizione, ha ricevuto i suoi premier ogni settimana; se Winston Churchill è stato il primo e il più amato, è con Tony Blair che ha attraversato e superato il momento più difficile per la Famiglia Reale. L'addio a Lady D. Ingiustamente accusata di freddezza, lei che non pianse neanche in occasione della morte del padre che adorava. Giustamente accusata di non capire la reazione collettiva alla morte della Principessa del Popolo, si fece perdonare chinando il capo al passaggio del suo feretro, ricordandola "eccezionale, e piena di doti” in un discorso alla Nazione.

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Una sovrana che ascoltava il suo popolo

Ascoltare la sua gente. Una lezione imparata e mai dimenticata. Lo dimostrò commossa incontrando le vittime dell’incendio della Grenfell Tower, collante di un Paese sfibrato. Lo elaborò quando, con grazia e dispiacere, affrontò la scissione dei duchi del Sussex: a Harry e Meghan concesse la sua benedizione ma tutelò l’istituzione, soprattutto dalle accuse di razzismo che pure la ferirono. Lo affermò quando tolse titolo e gradi militari al figlio prediletto, lasciandolo senza la protezione della Corona nella sua battaglia legale contro Virginia Giuffre e il fantasma di Jeffrey Epstein. Bastone e carota, simbolo di stabilità per il Regno e di guida per la Famiglia. Così supera gli scandali degli anni 90, con il 1992 delle separazioni e dell'incendio al Castello di Windsor definito "anno orribile" per arrivare poi ai matrimoni e alle nascite, gli scandali e gli addii del terzo millennio – gioie e dolori. 

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La monarchia come dovere e servizio

Se ne va amatissima, bond girl d'eccezione, nonna affettuosa e bisnonna spiritosa. Le corse di Ascot perdono la tifosa più appassionata; amante di cavalli e cani, i tanti corgi che le hanno fatto compagnia per decenni. Moglie amata e innamorata, protagonista di un matrimonio non privo di difficoltà, ma che comunque le faceva definire Filippo "la mia roccia". I quattro figli sono quelli che hanno sofferto di più la sua idea di monarchia che è dovere e sacrificio, rigidità e protocollo: in una parola, servizio. Carlo, Anna, Andrea ed Edoardo oggi la piangono, e con loro il Regno intero.

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Una regina silenziosa ma non per questo assente

Un regno che Elisabetta ha accompagnato sulla strada della decolonizzazione più o meno pacifica, che ha visto attraversare crisi politiche, silenziosa ma non per questo assente, e che lascia più piccolo, tra spinte nazionaliste e alla ricerca di una nuova identità tra Europa e Stati Uniti, alle prese con un mondo in continua trasformazione. In mezzo, la storia - a 360 gradi. L'arrivo della minigonna e gli scioperi dei minatori, i punk e la Cool Britannia di Tony Blair, gli attentati dell'Ira e quelli del terrorismo islamico, la crisi della middle class e la sfida dell'integrazione, il primo inquilino donna di Downing Street e i Beatles baronetti.

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Ha accompagnato il Regno Unito nel nuovo Millennio

Capisaldi la sterlina, che la raffigura; la guida a sinistra, che ha praticato fino all'ultimo e la forza di un popolo che si spezza, magari, ma di certo non si piega. Un popolo come lei, che ha combattuto il nazismo e visto esplodere le bombe atomiche, festeggiato la caduta del Muro di Berlino e la fine dei Troubles in Irlanda del Nord, ricevuto il primo presidente afroamericano degli Stati Uniti e sostenuto la fine dell'apartheid, lei che ricordava le Torri Gemelle e visto l'uomo camminare sulla Luna. Lei che ha fatto e vissuto la storia. Lei, che ha accompagnato il Regno Unito nel nuovo Millennio. E che ora lo saluta: quel trono, senza Elisabetta II non sarà più lo stesso.

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