La ragazza, che non ha i genitori, dovrà ora decidere se uscire dallo Stato per interrompere la gravidanza o se attendere e riprovare a ottenere il via libera della giustizia. Nella sua istanza ha spiegato di "non essere pronta ad avere un bambino", di andare ancora a scuola e di non avere un lavoro, oltre al fatto che il "padre del bimbo non è nella condizione di assisterla". Intanto in Nord Carolina arriva una nuova stretta, mentre in Sud Carolina è stato sospeso il divieto dopo la sesta settimana
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie dal mondo
Non può abortire perché "non abbastanza matura per decidere". Non si attenua negli Stati Uniti l'attenzione sul tema dell'interruzione di gravidanza dopo che la Corte Suprema ha abolito la sentenza Roe v. Wade. L’ultima vicenda riguarda una 16enne senza genitori a cui la Corte d'appello della Florida nega la possibilità di abortire: un caso delicato anche perché essendo la ragazza minorenne molti dettagli non sono stati resi pubblici. Inoltre non è chiaro come mai la giovane abbia scelto di non farsi rappresentare da un avvocato e perché il parere favorevole del suo tutore legale non sia stato ritenuto sufficiente per procedere senza passare per la Corte. Intanto il Nord Carolina annuncia una nuova stretta, mentre in Sud Carolina è stato temporaneamente bloccato il divieto dopo la sesta settimana.
La vicenda
Secondo la Corte, Jane Doe 22-B - così è stata identificata la 16enne - non è abbastanza matura per prendere la decisione di abortire. Per ora deve portare avanti la gravidanza e valutare se recarsi fuori dallo Stato o attendere e riprovare a ottenere il via libera della giustizia, anche se questo allungherebbe i tempi costringendola in caso a un aborto chirurgico. Jane Doe 22-B si è rivolta alla giustizia perché minorenne e la legge della Florida richiede il consenso dei genitori per procedere con l'aborto in caso di minori. Nella sua istanza alla Corte, la ragazza ha spiegato di "non essere pronta ad avere un bambino", di andare ancora a scuola e di non avere un lavoro, oltre al fatto che il "padre del bimbo non è nella condizione di assisterla". Spiegazioni che non hanno convinto la Corte d'appello, che ha confermato la sentenza precedente del giudice Jennifer Frydrychowicz che le aveva negato l'interruzione di gravidanza.
leggi anche
Usa, dalla Corte Suprema dell'Idaho ok alle legge che "vieta" l'aborto
Un giudice in parziale disaccordo
Però fra i tre giudici della Corte d'Appello uno, Scott Makar, ha espresso il suo parziale dissenso. A suo avviso infatti il caso doveva essere rinviato al giudice Frydrychowicz che, nel negare alla ragazza l'interruzione di gravidanza, si era detta disponibile a rivalutare il caso nei giorni successivi alla sua decisione visto che la ragazza era sotto particolare stress per la morte di un amico. "Leggendo fra le righe sembra che la Corte volesse concedere alla minorenne, sotto stress per la morte di un amico, ulteriore tempo per capire meglio le conseguenze della fine della gravidanza", ha scritto Makar. "Questo ha senso visto che la minorenne a un certo punto era aperta all'idea di aver un bambino ma poi ha cambiato opinione dopo aver valutato di non potersene prendere cura nella sua attuale situazione", ha aggiunto.
approfondimento
“Aborto, il diritto conteso”, speciale di Sky TG24 su norme italiane
Stretta in Nord Carolina, il Sud blocca il divieto
La decisione della Corte della Florida arriva mentre negli Stati più conservatori americani si procede a una stretta sull'aborto. Un giudice federale del Nord Carolina ha ripristinato lo stop all'interruzione di gravidanza, vietandola nella maggior parte dei casi dopo la 20esima settimana. Secondo il giudice William Osteen, la decisione della Corte Suprema fa cadere l'ingiunzione precedente alle norme vigenti dello Stato che legalizzavano l'aborto. Invece nel Sud Carolina la Corte Suprema ha bloccato temporaneamente l'entrata in vigore del divieto di aborto dopo la sesta settimana. Gli attivisti hanno esultato alla decisione, mentre le autorità statali si sono dette deluse ma hanno sottolineato che la decisione è solo "un'ingiunzione temporanea". "La Corte non si è infatti pronunciata sulla costituzionalità" della norma, ha affermato il procuratore generale del Sud Carolina Alan Wilson. Nel decidere la Corte Suprema ha "riconosciuto la piena autorità della legislatura a decidere la politica pubblica nei soli limiti imposti dalla costituzione americana e da quella del Sud Carolina".