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Nancy Pelosi a Taiwan: "Qui per sostenere la democrazia". Cina promette "azioni mirate"

Mondo
ANSA - EPA/Taiwan Ministry of Foreign Affairs

L'aereo della speaker della Camera è arrivato in serata, cioè nel pomeriggio italiano. Pechino reagisce: "Grave violazione della nostra sovranità", e annuncia esercitazioni militari con tiri d'artiglieria a lungo raggio e lanci di missili. Convocato anche l'ambasciatore Usa. Taiwan denuncia incursione di 21 caccia cinesi. Media: quattro navi da guerra Usa ad est dell'isola

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L'aereo della speaker della Camera Usa Nancy Pelosi è arrivato a Taiwan. Il velivolo finora usato da Pelosi e dalla delegazione del Congresso è atterrato a Taipei seguendo una rotta molto più ampia per evitare il mar Cinese meridionale. Pelosi è stata accolta dal ministro degli Esteri taiwanese Joseph Wu. La visita "della nostra delegazione a Taiwan onora l'incrollabile impegno dell'America nel sostenere la vivace democrazia taiwanese. Le nostre discussioni con la leadership di Taiwan riaffermano il nostro sostegno al nostro partner e promuovono i nostri interessi condivisi, incluso il progresso di una regione indo pacifica libera e aperta”, ha scritto su Twitter Pelosi, appena atterrata. "La nostra visita è una delle numerose delegazioni del Congresso a Taiwan e non contraddice in alcun modo la politica di lunga data degli Stati Uniti", ha aggiunto, ma non ci devono essere cambiamenti dello "status quo".

Cina: “Pelosi a Taiwan grave violazione a nostra sovranità”

Ed è arrivata, immediata e durissima, la risposta di Pechino: la visita della presidente della Camera americana Nancy Pelosi "a Taiwan, in Cina, è un'escalation della collusione tra Taiwan e Stati Uniti, che è di natura pessima e che ha conseguenze molto gravi". Si tratta, ha scritto in una nota l'Ufficio per gli affari di Taiwan del Comitato centrale del Pcc, "di una grave violazione della sovranità e dell'integrità territoriale della Cina, una grave violazione del principio della Unica Cina". La riunificazione "della madrepatria e il grande ringiovanimento della nazione sono entrati in un processo storico irreversibile. La madrepatria deve essere unificata e lo sarà". E l’Esercito popolare di liberazione (Pla) ha annunciato "importanti esercitazioni militari e attività di addestramento, comprese esercitazioni a fuoco vivo" da giovedì a domenica in sei aree marittime per circondare Taiwan. 

Cina convoca ambasciatore Usa

Il ministero degli Esteri cinese ha convocato in tardissima serata l'ambasciatore Usa a Pechino, Nicholas Burns, esprimendo "forte opposizione e ferma condanna" per la visita a Taiwan della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi. Il vice ministro Xie Feng ha parlato di "grave provocazione" e di "violazione del princpio della Unica Cina", secondo i media ufficiali. Il governo Usa "avrebbe dovuto frenare la mossa senza scrupoli di Pelosi e impedirle di andare contro la tendenza storica, ma invece l'ha assecondata e ha collaborato con lei, il che aggrava la tensione nello Stretto di Taiwan e danneggia gravemente i legami tra Cina-Usa".

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Tiri d'artiglieria a lungo raggio e lanci di missili

Il Comando orientale dell'Esercito popolare di liberazione effettuerà operazioni di tiro di artiglieria a lungo raggio e lanci di missili nel mare a Est di Taiwan, come parte "di esercitazioni mirate" partite già questa sera in risposta alla visita della speaker della Camera Usa Nancy Pelosi a Taipei, fa sapere in una nota il Ministero della Difesa. Il portavoce Wu Qian promette di "difendere risolutamente la sovranità nazionale e l'integrità territoriale e contrastare risolutamente le interferenze esterne e i tentativi separatisti" di Taiwan. 

Taiwan denuncia incursione di 21 caccia cinesi

Taiwan ha denunciato l'incursione di 21 caccia cinesi nella sua area di identificazione di difesa, tra cui otto J-11 e dieci J-16, tutti entrati nell'area di sudest rispetto all'isola, come prova di forza. Il ministero della Difesa taiwanese, inoltre, ha risposto "alle voci online secondo cui i caccia Su-35 della Pla avrebbero attraversato lo Stretto di Taiwan", definendole solo "fake news". Il blitz degli Su-35 era stato annunciato con enfasi dal network statale di Pechino, la Cctv. Il Ministero degli Esteri russo, citato dall'agenzia Interfax, ha commentato che la Cina ha il diritto di prendere "le misure necessarie per proteggere la sua sovranità e integrità territoriale".

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Casa Bianca ribadisce: “Visita a Taiwan è diritto Pelosi”

A stretto giro è arrivata la controreplica di Washington: “Gli Usa non sostengono l'indipendenza di Taiwan e continuano a supportare la politica dell'"Unica Cina’”,  ha ribadito il portavoce della Sicurezza nazionale, John Kirby, parlando con la Cnn dopo l'arrivo sull'isola della speaker della Camera di Nancy Pelosi. “È un suo diritto" visitare Taiwan, ha insistito il funzionario della Casa Bianca ripetendo che nella visita della Speaker non c'è nessuna violazione della sovranità della Cina. Intanto quattro navi da guerra Usa sarebbero state posizionate al largo di Taiwan. Lo riferiscono fonti del Pentagono a Fox news. Si tratta di esercitazioni standard ma la loro presenza, precisano le fonti, "potrebbe diventare una questione di sicurezza internazionale". Le navi sono la USS Ronald Reagan, nel Mar delle Filippine, la cui presenza era già stata segnalata, assieme all'incrociatore missilistico USS Antietam e al cacciatorpediniere USS Higgins. Dopo la crescita della tensione il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, in un briefing con la stampa, ha fatto sapere: "Stiamo monitorando il viaggio della Pelosi e vigileremo per garantire la sua sicurezza".

Russia: “Cina ha diritto di difendere sua sovranità”

E sul caso è intervenuta anche la Russia: Mosca ha infatti fatto sapere, tramite il ministero degli Esteri citato dall’Interfax, che la Cina ha il diritto di prendere "le misure necessarie per protegger  la sua sovranità e integrità territoriale”.

La prima visita in 25 anni

La visita rappresenta un inedito assoluto per la politica americana del XXI secolo, visto che l’ultimo rappresentante statunitense a mettere piede sull’isola era stato Newt Gingrich, anche lui presidente del Congresso americano, nel 1997. Sulla visita è a lungo aleggiata una nube di mistero, visto che Pelosi non aveva confermato la tappa a causa delle proteste della Cina, determinata a non dare alcun tipo di visibilità internazionale all’isola ribelle, che Pechino considera parte dell' “Unica Cina” ma che di fatto è indipendente sin dal 1949. Tanto da accusare gli Usa di "tradimento" e di essere "il più grande distruttore della pace odierna". Il ministro degli Esteri Wang Yi, in una nota, aveva già affermato che il principio della Unica Cina "è il consenso universale, la base politica per gli scambi della Cina con altri Paesi, il nucleo di interessi fondamentali e una linea rossa e di fondo insormontabili". Alcuni politici, ha aggiunto, "si preoccupano solo dei propri interessi, giocano apertamente con il fuoco su Taiwan e diventano nemici di 1,4 miliardi di cinesi che non finiranno mai bene".

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