
Crisi grano, Turchia cerca mediazione tra Russia e Ucraina. Kiev apre corridoi via terra
Il presidente turco Erdogan si dice pronto a risentire sia Putin che Zelensky per cercare di risolvere la questione alimentare. L'Ucraina intanto ha aperto due corridoi terrestri che collegano l'Ucraina alla Polonia e alla Romania e sta cercando di attivarne un terzo verso i Paesi baltici. Bruxelles, mentre continua il dibattito sull'ingresso nell'Unione di Kiev, punta a far passare le merci dalla regione del Delta del Danubio in Romania

La crisi del grano ucraino resta al centro dei colloqui diplomatici, con la Turchia che continua a cercare una mediazione tra Mosca e Kiev. Il presidente turco Erdogan – dopo il fallimento dell’incontro a Istanbul tra il ministro degli Esteri di Mosca Lavrov e il suo omonimo turco Cavusoglu - è pronto a risentire in settimana sia il presidente russo Vladimir Putin che quello ucraino Volodymyr Zelensky
GUARDA IL VIDEO: Crisi grano, Turchia cerca mediazione tra Russia e Ucraina"C'è una guerra in corso tra Ucraina e Russia e sappiamo che i prodotti agricoli provengono in larga misura da questi Paesi", ha detto Erdogan, sottolineando che “i negoziati sono in corso" e che si discuterà su "quali passi si potranno fare"
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Intanto Kiev si è mossa per sbloccare l'export dei suoi cereali, con l’apertura di due corridoi via terra, uno verso la Polonia e l'altro verso la Romania, e tentando di attivarne un terzo con i Paesi baltici
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Il viceministro degli Esteri ucraino, Dmytro Senik, ha ribadito che la sicurezza alimentare globale è “a rischio” perché l'invasione russa dell'Ucraina ha fermato le esportazioni di grano ucraino dal Mar Nero
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Il clima tra Russia e Ucraina rimane molto teso anche sulla questione del grano, soprattutto dopo che il ministro dell'agricoltura ucraino Taras Vysotskyi ha accusato Mosca di aver distrutto fino a 300mila tonnellate di grano, immagazzinate al porto ucraino di Mykolaiv sul Mar Nero
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Il trasporto del grano via terra è comunque la strada su cui sta lavorando anche Bruxelles, in attesa che le trattative tra Mosca e Kiev sblocchino i porti. La carta su cui punta l’Unione europea è quella della Romania. Le merci passerebbero dalla regione del Delta del Danubio – al confine con il distretto di Odessa – e uscirebbero poi dall’Ucraina attraverso i canali navigabili (in foto, camion che trasportano grano la confine tra Ucraina e Moldavia)
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Gli esiti finora negativi dei negoziati, ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, sono responsabilità di Mosca. "Sta alla Russia fermare l'aggressione in atto e il blocco dell'export", ha detto Dombrovskis, che ha aggiunto come "nel frattempo faremo tutto il possibile per trovare vie alternative attraverso corridoi terresti"

L'opzione romena è stata ventilata anche dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen durante la visita lampo della scorsa settimana a Kiev, in vista del via libera che la commissione si appresta a dare allo status di candidato dell'Ucraina

Anche questa non è una questione senza incognite. Von der Leyen punta a riunire i 27 Paesi membri attorno al sì per l’ingresso dell’Ucraina in Ue ma sono almeno sei gli Stati che restano scettici o indecisi: Danimarca, Svezia, Finlandia, Portogallo, Germania e Austria

"Il mio auspicio è che, fra vent'anni, potremo dire di aver preso la giusta decisione", ha sottolineato la presidente della commissione. Zelensky, ancora una volta, ha invece ribadito l'importanza di un simile gesto da parte dell'Ue: "Tenerci fuori dall'Ue va contro la stessa Europa"